Oscar 2022: vincono I segni del cuore e Dune, statuetta a Will Smith dopo schiaffone a Chris Rock

Oscar 2022 - vincitori
Oscar 2022 - vincitori

Gli Oscar 2022 resteranno nella storia non tanto per la vittoria del film sui sordomuti I segni del cuore – CODA o per le sei statuette minori a Dune, ma per lo schiaffone sferrato sul palco dal poi premiato Will Smith a Chris Rock

Si è da poco conclusa la cerimonia di premiazione degli Oscar 2022, condotta abbastanza anonimamente da Regina Hall, Amy Schumer e Wanda Sykes (ridateci Billy Crystal!), che ha visto la vittoria dei favoriti della vigilia, non regalando particolari sorprese, se non per un clamoroso fuori programma che ha coinvolto Will Smith e Chris Rock.

Il primo, candidato come miglior attore per Una famiglia vincente, era seduto in platea assieme alla moglie, l’attrice Jada Pinkett Smith, mentre il secondo era sul palco per presentare il premio al miglior documentario, e ne ha approfittato per regalare al pubblico un paio di minuti della sua irriverente comicità. Quando però Rock ha scherzato sulla Pinkett Smith, rasata a causa dell’alopecia che la affligge, raccontando di vederla bene “per il sequel di Soldato Jane” (film in cui Demi Moore recitava appunto con la testa rasata),  Will Smith si è alzato e, dopo essere salito sul palco, ha rifilato un sonoro schiaffone in faccia al ridanciano comico, tornandosene poi al posto; e mentre Rock cercava di riprendersi, dalla platea Smith gli ha urlato “Tieni il nome di mia moglie fuori dalla tua fottuta bocca”, con l’altro che un po’ imbambolato ha cercato di salvarsi in corner chiosando “la più grande notte nella storia della televisione”. Ma di gag non si trattava e il fuori programma ha indubbiamente lasciato degli strascichi, diventando immediatamente argomento di discussione primario sui social, oscurando così i premi assegnati.

Passando ai vincitori, come detto, non ci sono state sorprese e non c’è stato un vero trionfatore della serata, con una salomonica divisione delle statuette tra i principali candidati, mentre Dune è il film con il maggior numero di premi, ma tutti di categorie minori.

L’Oscar al miglior film va a I segni del cuore – CODA di Sian Heder, che nelle ultime settimane aveva superato nei pronostici l’ex favorito Il potere del cane. Il remake del francese La famiglia Belier, che racconta con dolce ironia la vita di una ragazza normodotata la cui famiglia è invece composta da sordomuti, ha fatto breccia nel cuore dei membri dell’Academy, diventando la prima pellicola della storia prodotta da una piattaforma (Apple+) a vincere la statuetta più prestigiosa. Con buona pace di Netflix che, al sesto tentativo in quattro anni, vede sfumare al fotofinish lo storico traguardo.

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I segni del cuore si conferma bestia nera per Il potere del cane, aggiudicandosi anche altri due Oscar che fino a un mese fa erano praticamente certi per il film della Campion: quello per la miglior sceneggiatura non originale, alla regista Heder, e quello per il miglior attore non protagonista, a Troy Kotsur, che diventa il primo sordomuto (maschio) a ricevere una statuetta, a distanza di esattamente 35 anni da quella assegnata a Marlee Matlin (che tra l’altro interpreta sua moglie nel film) per Figli di un dio minore il 30 marzo 1987.

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Non c’è un trionfatore, ma c’è sicuramente un grande sconfitto, appunto Il potere del cane. Il film di Jane Campion, frontman ai nastri di partenza con ben 12 nomination e nonostante la vittoria di tre degli altri quattro premi principali (Golden Globe, BAFTA e Critics’ Choice, ma non il PGA), porta a casa solo il premio per la miglior regia. Una debacle storica che si era verificata solo nel 1949, quando Johnny Belinda raccolse un unico premio su dodici, per l’attrice Jane Wyman (che, incredibile ma vero, interpretava proprio una sordomuta!), mentre le rimanenti 11 nomination andate in fumo eguagliano quelle di Due vite, una svolta e Il colore viola (entrambi ottennero 0 su 11). La Campion, al secondo Oscar personale dopo quello per la sceneggiatura di Lezioni di piano, si consola diventando la terza donna nella storia a vincere nella categoria regia, dopo Kathryn Bigelow nel 2010 e Chloé Zhao lo scorso anno.

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Il premio al miglior attore protagonista va come da pronostico a Will Smith per Una famiglia vincente – King Richard, alla sua terza nomination dell’arco di 20 anni e che completa l’en plein dopo essersi aggiudicato gli altri quattro premi stagionali principali. Partendo dalla vicenda narrata nel film, quella di Richard Williams padre delle campionesse Vanessa e Serena, l’ex Bad Boy si è prodotto in un commovente discorso sulla protezione della famiglia, non riuscendo a trattenere le lacrime, e scusandosi poi con l’Academy (ma non con Chris Rock) per il fuori programma.

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La categoria in cui c’era un filo più di incertezza era invece quella per la miglior attrice protagonista, con Jessica Chastain (anche lei alla terza nomination) che la spunta sulle agguerrite concorrenti Penelope Cruz e Nicole Kidman grazie al ruolo di una celebre ex tele predicatrice americana ne Gli occhi di Tammy Faye, film che si aggiudica anche la statuetta per il miglior trucco e acconciature. Due vittorie, quelle di Smith e della Chastain, che dimostrano ancora una volta come l’interpretare personaggi realmente esistiti paghi (quasi) sempre.

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Anche Ariana DeBose, l’Anita di West Side Story, con l’Oscar per l’attrice non protagonista completa come Willi Smith il pokerissimo dei premi maggiori e consente al film di Steven Spielberg di non tornare a casa a mani vuote, nonostante le sette nomination (prima volta in cui due attrici sono premiate per lo stesso ruolo, vista la vittoria di Rita Moreno nel 1962, sempre nei panni di Anita).

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Discorso simile per Belfast di Kenneth Branagh, per mesi potenziale maggior competitor de Il potere del cane (forte anche di sette candidature importanti) e infine costretto ad accontentarsi dell’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, categoria in cui l’attore e regista inglese, alla sua prima statuetta in otto candidature, batte l’altro potenziale vincitore Paul Thomas Anderson. Delusione, ampiamente prevista, anche per Paolo Sorrentino, con È stata la mano di Dio che viene battuto dal giapponese Drive My Car di Ryusuke Hamaguchi nella categoria miglior film internazionale. Pronostico confermato anche per il miglior film d’animazione, assegnato al disneyano Encanto, che supera l’altro italiano Enrico Casarosa con il suo Luca. Il miglior documentario è invece Summer of Soul, che lascia Flee a mani vuote, nonostante la tripla candidatura da record di quest’ultimo come miglior documentario / film d’animazione / film straniero.

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Uno dei momenti top della serata è quello dell’esibizione di Billie Eilish che, accompagnata al piano dal co-autore Finneas, esegue la title track bondiana No Time to Die, per essere successivamente premiata con l’Oscar alla miglior canzone. Il tutto mentre la “povera” Diane Warren, alla sua tredicesima candidatura, resta ancora una volta a mani vuote dopo la delusione dello scorso anno per il brano scritto con Laura Pausini. Da registrare anche la video-esibizione di Beyoncé con Be Alive ad inizio serata, introdotta dalle sorelle Williams. E mentre Crudelia si aggiudica la statuetta per i suoi sfavillanti costumi (per i quali c’era in lizza anche il nostro Massimo Cantini Parrini per Cyrano), l’attore Riz Ahmed viene premiato come regista del suo cortometraggio The Long Goodbye.

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Infine c’è Dune, secondo per numero di nomination (10) e primo per statuette, ben 6. Ma come già accennato non si può parlare di trionfo per il film di Denis Villeneuve, che si aggiudica solo categorie tecniche (fotografia, montaggio, scenografia, effetti speciali, sonoro), mentre il suo unico riconoscimento artistico è quello alla colonna sonora di Hans Zimmer, il quale torna a vincere l’Oscar a distanza di ben 27 anni da quello per Il re leone (con in mezzo altre 9 candidature bruciate). Magari Villeneuve si rifarà nei prossimi anni con il secondo capitolo del suo kolossal fantascientifico.

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Tra gli altri momenti caldi della serata, da menzionare il 60° anniversario di James Bond, il 50° de Il padrino, con la standing ovation ad accogliere il regista Francis Ford Coppola insieme ai due mostri sacri Al Pacino e Robert De Niro, poi la reunion di Pulp Fiction, con John Travolta, Uma Thurman, Samuel L. Jackson e immancabile balletto, e quella di Juno con Jennifer Garner, Elliot Page e J.K. Simmons. E dopo i BTS che elogiano i film Disney, a presentare il premio per il miglior film arriva invece Lady Gaga accompagnata, a sorpresa, dalla leggendaria Liza Minnelli che commuove tutti presentandosi malata e in sedia a rotelle. Standing ovation anche per il premiatore Sir Anthony Hopkins, vincitore/assente lo scorso anno per The Father.

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Molto particolare l’In Memoriam di quest’edizione, che ha visto il consueto slideshow degli artisti scomparsi (tra cui Lina Wertmuller) accompagnato da un coro gospel in un medley a tratti anche “allegro”, con il focus su tre principali icone: Sidney Poitier, introdotto da Tyler Perry, Ivan Reitman, per il quale ha speso parole d’amore Bill Murray, ed infine Betty White, omaggiata da Jamie Lee Curtis e dalla sigla della sua storica serie Cuori senza età.

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Si era infine paventato un possibile intervento in video del presidente ucraino Zelensky, che però non c’è stato, mentre l’attrice Mila Kunis ha parlato della guerra: “I recenti eventi globali stanno frustrando molti di noi. Ma quando si assiste alla forza e alla dignità di coloro che affrontano tale devastazione, è impossibile non essere scossi dalla loro resilienza. Non si può non essere toccati e in soggezione davanti a coloro che trovano forza nel continuare a combattere attraverso questa oscurità inimmaginabile“.


Tutti i vincitori e le nomination degli Oscar 2022

Miglior film
Belfast
I segni del cuore – CODA
Don’t Look Up
Drive My Car
Dune
Una famiglia vincente – King Richard
Licorice Pizza
La fiera delle illusioni – Nightmare Alley
Il potere del cane
West Side Story

Miglior regia
Paul Thomas Anderson – Licorice Pizza
Kenneth Branagh – Belfast
Jane Campion – Il potere del cane
Steven Spielberg – West Side Story
Ryûsuke Hamaguchi – Drive My Car

Miglior attore protagonista
Javier Bardem – A proposito dei Ricardo
Benedict Cumberbatch – Il potere del cane
Andrew Garfield – Tick, Tick … Boom! 
Will Smith – Una famiglia vincente – King Richard
Denzel Washington – Macbeth

Miglior attrice protagonista
Jessica Chastain – Gli occhi di Tammy Faye
Olivia Colman – La figlia oscura
Penélope Cruz – Madres paralelas
Nicole Kidman – A proposito dei Ricardo
Kristen Stewart – Spencer

Miglior attore non protagonista
Ciaran Hinds – Belfast
Troy Kotsur – I segni del cuore – CODA
Jesse Plemons – Il potere del cane
J.K. Simmons – A proposito dei Ricardo
Kodi Smit-McPhee – Il potere del cane

Miglior attrice non protagonista
Jessie Buckley – La figlia oscura
Ariana DeBose – West Side Story
Judi Dench – Belfast
Kirsten Dunst – Il potere del cane
Aunjanue Ellis – Una famiglia vincente – King Richard

Miglior sceneggiatura originale
Belfast

Don’t look up
Una famiglia vincente – King Richard
Licorice pizza
La persona peggiore del mondo

Miglior sceneggiatura non originale
I segni del cuore – CODA

Drive My Car
Dune
La figlia oscura
Il potere del cane

Miglior colonna sonora
Don’t Look Up 
Dune 
Encanto 
Madres paralelas
Il potere del cane

Miglior canzone originale
Be Alive — Beyoncé Knowles-Carter & Darius Scott (Una famiglia vincente – King Richard)
Dos Oruguitas — Lin-Manuel Miranda (Encanto)
Down to Joy — Van Morrison (Belfast)
No Time to Die — Billie Eilish & Finneas O’Connell (No Time to Die)
Somehow You Do — Diane Warren (Four Good Days)

Miglior film d’animazione
Encanto

Flee
Luca
I Mitchell contro le macchine
Raya e l’ultimo drago

Miglior film internazionale
Drive My Car (Giappone)
Flee (Danimarca)
È stata la mano di Dio (Italia)
La persona peggiore del mondo (Norvegia)
Lunana: A Yak in the Classroom (Bhutan)

Miglior fotografia
Dune
La fiera delle illusioni – Nightmare Alley
Il potere del cane
Macbeth
West Side Story

Miglior montaggio
Don’t look up
Dune
Una famiglia vincente – King Richard
Il potere del cane
Tick, Tick… Boom!

Miglior scenografia
Dune
La fiera delle illusioni – Nightmare Alley

Il potere del cane
Macbeth
West Side Story

Migliori costumi
Crudelia

Cyrano
Dune
La fiera delle illusioni – Nightmare Alley
West Side Story 

Migliori trucco e acconciature
Il principe cerca figlio
Crudelia
Dune
Gli occhi di Tammy Faye
House of Gucci

Miglior sonoro
Belfast
Dune
No Time to Die
Il potere del cane
West Side Story

Migliori effetti visivi
Dune

Free Guy – Eroe per gioco
Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli
No Time to Die
Spider-Man: No Way Home

Miglior documentario
Ascension
Attica
Flee
Summer of Soul
Writing with Fire

Miglior documentario cortometraggio
Audible
Lead Me Home
The Queen of Basketball
Three Songs for Benazir
When We Were Bullies

Miglior cortometraggio
Ala Kachuu — Take and Run
The Dress
The Long Goodbye
On My Mind
Please Hold

Miglior cortometraggio animato
Affairs of the Art
Bestia
Boxballet
Robin Robin
The Windshield Wiper

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