Belfast, recensione: Kenneth Branagh dà forma ai suoi ricordi di bambino in un film vibrante

Belfast - Jude Hill
Belfast - Jude Hill

La nostra recensione di Belfast di Kenneth Branagh, meravigliosa ricostruzione romanzata dell’infanzia del registra attraverso gli occhi di un bambino, sullo sfondo di una città dilaniata dai conflitti, con Jamie Dornan e Judie Dench, presentato a RomaFF16 e favorito agli Oscar

Quando tentiamo di ricostruire nella nostra mente un evento o una situazione temporalmente distante dal nostro presente, per quanto vivido possa essere un ricordo, non riusciremo mai a rammentare ogni singolo dettaglio. La nostra memoria deforma quel ricordo, fa risaltare dei particolari e nel frattempo ne sbiadisce i confini. Un’operazione inconscia, di cui non siamo padroni: la nostalgia diventa regista, montatrice e direttrice della fotografia delle nostre reminiscenze. Belfast è il meraviglioso tentativo del regista Kenneth Branagh di abbandonarsi alla sua nostalgia e trasformare la sua memoria in un pezzo di cinema di un garbo sopraffino. Il risultato non è un film onirico o frammentario, ma un gioiello intimo e toccante.

Belfast - Caitríona Balfe
Belfast – Caitríona Balfe

Essere un bambino a Belfast

Gli anni ‘60 sono agli sgoccioli e la capitale dell’Irlanda del Nord è dilaniata dai Troubles, gli scontri tra i cattolici repubblicani e i protestanti unionisti. Buddy (Jude Hill) è un bambino di nove anni dal viso d’angelo e dal temperamento brioso che si aggira spensierato e gioioso per le strade di Belfast. La sua famiglia, però, è sommersa dai debiti e intimorita dalla crescente tensione politica. Circondato da violenza e stravolgimenti culturali, Buddy troverà rifugio nell’affetto dei suoi cari e nella sua inestinguibile fantasia.

Belfast - Jude Hill e Jamie Dornan
Belfast – Jude Hill e Jamie Dornan

Lo sguardo di Buddy Branagh

Kenneth Branagh si china all’altezza del sé bambino e (ri)guarda il mondo della sua infanzia attraverso gli occhietti vispi e smaliziati di Buddy. I litigi dei genitori, di cui percepisci solo stralci. I consigli e gli abbracci dei nonni, affettuosi e confortanti. I bisticci con il fratello. I giochi innocenti e le marachelle pericolose. La prima ragazzina per cui prova un sentimento cui non riesce a dare un nome. Le barricate costruite per le strade, i vetri infranti e le esplosioni. Frammenti di un’innocenza travolta dagli eventi della Storia, di un’infanzia strozzata, ma, nonostante questo, vissuta in tutta la sua travolgente magia. La stessa magia che la memoria emotiva e creatrice di un regista ritrova nel cinema, scrigno di vibrazioni positive e oggetto sempiterno di fascino tanto per Buddy, quanto per Kenneth.

Belfast - Una scena del film
Belfast – Una scena del film

Un cast memorabile 

Se Jude Hill è semplicemente perfetto nell’incarnare tutta la vivacità e l’effervescenza del protagonista e il suo sorriso buca lo schermo, il cast di comprimari è da applauso. Nel ruolo di un padre costretto a stare lontano dalla sua famiglia per motivi di lavoro, che vorrebbe lasciare Belfast per garantire un futuro più luminoso per la sua famiglia, Jamie Dornan dà il meglio di sé, sfoderando anche delle insospettabili doti canore. Caitrìona Balfe è straordinaria nel dare il volto ai turbamenti e ai vezzi della madre di Buddy. Commuovono le tenere interpretazione di Ciaràn Hinds e Judi Dench, i nonni del protagonista che diventano emblemi di una generazione ancorata al proprio luogo di origine, ma speranzosa. Quella speranza di riscatto e cambiamento che ripongono nel loro eredi e che dimostrano i gesti semplici (una carezza, una pacca sulla spalla) di chi porta sulle spalle il peso di un passato turbolento, ma continua ad amare e a meravigliarsi.

Belfast - Jamie Dornan, Ciarán Hinds, Jude Hille e Judi Dench
Belfast – Jamie Dornan, Ciarán Hinds, Jude Hille e Judi Dench

La magia del piccolo grande cinema

Nel dare concretezza cinematografica ai suoi ricordi Branagh opta per un bianco e nero nitido e vibrante che, oltre a sottolineare il contrasto ideologico tra cattolici e protestanti che fa da sfondo al film, ammanta l’immagine di un fascino fiabesco e senza tempo. A completare l’incantesimo che cattura lo spettatore, ci pensa una colonna sonora coinvolgente: la musica di Van Morrison è un personaggio a sé, che danza allo stesso ritmo delle emozioni che sprigionano dalla sceneggiatura. La potenza del film, però, non sarebbe la stessa se dietro la macchina da presa non ci fosse Branagh, alla sua regia migliore, dinamica e sapiente (l’uso della profondità di campo è geniale), gioiosa e dolorosa, sentita fino alla commozione. 

Belfast è un film meraviglioso che, dopo il premio per la miglior regia ricevuto alla Festa del Cinema di Roma, dove è stato presentato nella sezione parallela Alice nella Città, si appresta a fare incetta di premi nella prossima Award Season. Una perla che volteggia divertita come Buddy tra i vicoli della sua città, disintegra tutte le barricate e conquista i cuori, come solo il grande cinema sa fare. 

Belfast. Regia di Kenneth Branagh. Con Jamie Dornan, Caitriona Balfe, Judi Dench, Ciarán Hinds, Lara McDonnell, Jude Hill, Gerard Horan, Turlough Convery, Conor MacNeill, Bríd Brennan, Gerard McCarthy, Sid Sagar, Zak Holland, Barnaby Chambers, Olive Tennant, Josie Walker. Al cinema dal 3 marzo, distribuzione Universal Pictures.

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