La nostra recensione di West Side Story, remake diretto da Steven Spielberg del cult del ’61, un musical travolgente con Ariana DeBose, Ansel Elgort e Rita Moreno, che omaggia l’originale, emoziona e fa sognare
Da Broadway a Hollywood al cuore migliaia di spettatori. West Side Story non è solo uno dei più popolari musical dell’ultimo secolo o uno dei film che ha scritto la storia del cinema. È un fenomeno culturale capace di pervadere l’immaginario collettivo in maniera anche inconscia. Chiunque ha sentito almeno una volta una delle strabilianti canzoni originali o ha sognato un colpo di fulmine come quello tra Maria e Tony. La fama di West Side Story è tale che solo un regista visionario e spericolato come Steven Spielberg avrebbe potuto prendere su di sé la responsabilità di filmarne un remake. Il sogno di un bambino (il regista stesso) che si concretizza in un film che omaggia, travolge e fa, di rimando, sognare.

I’ve just met a girl named Maria
New York, 1957. Sullo sfondo della riqualificazione e trasformazione del West Side di Manhattan, si consuma lo scontro di due gang per il controllo del quartiere. I Jets, una banda di immigrati europei di seconda generazione, rivendicano il proprio predominio, in quanto si considerano veri americani, discriminando gli Shark, un gruppo di ragazzi portoricani. Quando Tony (Ansel Elgort), co-fondatore dei Jets, si innamora di Maria (Rachel Zegler), sorella del capo degli Shark Bernardo (David Alvarez), scoppia una guerra tra bande destinata a sfociare in tragedia.

Il senso di un remake
Ha senso oggi un remake di un cult come West Side Story? Sì, se dietro la macchina da presa c’è Steven Spielberg. Perchè nonostante lo sviluppo della narrazione segua quasi pedissequamente la storia originale, la colonna sonora riproponga le meravigliose canzoni che hanno fatto la storia di questo musical e l’approccio al progetto sia strabordante di fervida ammirazione più che di effettiva rivoluzione, questo film ha il marchio del suo regista su ogni fotogramma. Una regia vibrante, appassionata e riconoscibilissima è il filtro attraverso cui una storia così famosa, di chiara matrice shakespeariana, riesce ad avvincere oggi come sessant’anni fa. E resta attualissima nei suoi discorsi sul razzismo congenito, sull’intolleranza ed altrettanto efficace quando stigmatizza la violenza in nome dell’amore. Valori universali che trovano nell’immaginifico, ma profondo cinema del regista di E.T. l’extra-terrestre e Schindler’s List una cassa di risonanza ideale.

Fare, rifare, correggere
L’amore di Spielberg per il film di Jerome Robbins e Robert Wise, lungi da trasfigurarsi in un’acritica devozione, ha permesso di omaggiare il cult con sapienza e, soprattutto correggere delle sbavature contestualizzabili nel periodo in cui l’originale è stato girato, ma improponibili nel 2021. Il riferimento è alla scelta di far interpretare i personaggi provenienti da Porto Rico da attori di origine portoricane e non di adoperare il trucco su interpreti caucasici, come nel caso del cult degli anni ‘60. Gli sceneggiatori hanno anche colto l’occasione per dare una backstory ai personaggi di Tony e Bernardo rendendoli ancora più interessanti.

Non ho occhi che per te, Anita
La modifica più gustosa, però, sta nella sostituzione del personaggio di Doc, il proprietario del bar dove si riuniscono i Jets e, dunque, loro punto di riferimento. Al suo posto c’è la moglie Valentina, interpretata da Rita Moreno, che vinse l’Oscar per il ruolo di Anita nel West Side Story del ‘61. Sentire Moreno consigliare e redarguire i personaggi con la saggezza di chi è già passata per quelle spinose faccende, è una voluta cinematografica squisita. A prendere il suo posto nelle vesti intraprendenti e femministe di Anita, c’è una splendida Ariana DeBose. La sua voce travolgente, il suo sguardo penetrante e la sua verve impetuosa sono gli attributi perfetti per interpretare il personaggio più carismatico del musical.

I feel pretty, oh so pretty
DeBose è solo una delle stelle (benché la più brillante) di un cast di portentosi giovani interpreti. Ansel Elgort dimostra ancora una volta il suo talento regalandoci un Tony pensieroso e responsabile, che si trasforma ed esplode se messo alle strette. Rachel Zegler, al suo promettente debutto cinematografico, è una Maria gentile e passionale, ma più peperina della versione di Natalie Wood. Attorno a loro si muovono ottimi performer che trasformano ogni numero musicale in una coinvolgente sequenza evoluzioni coreografiche e canore che lasciano il segno.
Spielberg l’ha fatta grossa, ha vinto una sfida insidiosa. E ora è pronto a prendersene tutti i meriti in una Award Season che già invoca il suo nome, mentre nelle sale il pubblico torna a commuoversi.
West Side Story (2021). Regia di Steven Spielberg. Con Ansel Elgort, Rachel Zegler, Ariana DeBose, David Alvarez, Mike Faist, Josh Andrés Rivera, Ana Isabelle, Corey Stoll, Brian d’Arcy James e Rita Moreno. Uscita al cinema 23 dicembre 2021, distribuzione The Walt Disney Company Italia.