RoFF17: Rapiniamo il Duce, conferenza stampa con Pietro Castellitto e Matilda De Angelis

RoFF17 - conferenza stampa Rapiniamo il Duce - Matilde Barbagallo, Maccio Capatonda, Pietro Castellitto, Renato De Maria, Isabella Ferrari, Filippo Timi e Matilda De Angelis
RoFF17 - conferenza stampa Rapiniamo il Duce - Matilde Barbagallo, Maccio Capatonda, Pietro Castellitto, Renato De Maria, Isabella Ferrari, Filippo Timi e Matilda De Angelis

Dalla Festa del Cinema di Roma 2022, ecco la conferenza stampa del film Rapiniamo il Duce con il regista Renato De Maria e gli attori Pietro Castellitto, Matilda De Angelis, Maccio Capatonda, Filippo Timi e Isabella Ferrari

Direttamente dalla Festa del Cinema di Roma 2022, ecco la conferenza stampa del film Rapiniamo il Duce. In conferenza erano presenti il regista e gli attori Pietro Castellitto, Matilda De Angelis, Maccio Capatonda, Filippo Timi e Isabella Ferrari che hanno parlato del lavoro dietro i personaggi e di quali siano state le reference dietro un progetto così importante. Il film uscirà su Netflix il 26 ottobre.

Come è cominciata questa avventura? Qual’è stata la scintilla che ha fatto partire questa storia? 

Renato De Maria: Volevo fare un film di rapina. Avevo fatto un documentario nel 2017 chiamato Italian Gangsters e mi ero studiato alcune biografie di gangsters degli anni ’40 e ’50 a Milano tra cui appare il personaggio che ha ispirato Isola. Siamo partiti dall’idea del tesoro di Mussolini che effettivamente rimase a Milano per 10 giorni perché il Duce stava trattando con gli svizzeri per espatriare e voleva portare con se questo bottino. Quando fu arrestato il tesoro sparì e ancora oggi c’è questa leggenda. Immaginiamo un gruppo di ladri scalcagnati a cui capita l’occasione della vita, ossia quella di rubare il tesoro del Duce. Si tratta di una rapina impossibile fatta da un gruppo di improbabili.

Filippo, per lavorare a questo film ti sei portato dietro l’esperienza che hai fatto con Vincere?

Filippo Timi: Ovviamente è impossibile allontanarsi da se stessi in quella esperienza. Qui c’è un altro tipo di libertà, un altro tipo di linguaggio. Essendo un cartoon la mappa dei sentimenti del personaggio poteva avere una definizione più netta. In questo caso c’è stata una spinta in avanti, è stato chiaro subito che potevo permettermi di fare il cattivo di 007. Anzi il secondo posto, quello che è cattivo perché non riesce ad essere il Duce. Sono andato di fantasia ascoltando Renato e giocando concretamente con attori molto belli.

Ci muoviamo nel genere…quanto liberi siete stati di costruire personaggi che si rifanno a persone realmente esistite? 

Isabella Ferrari: Il regista ha dato a tutti noi delle reference. Il mio personaggio ne ha di importanti ed ingombranti. Ho visto un documentario dell’Istituto Luce sulla vita di Doris Duranti tra camice nere e telefoni bianchi. Poi Crudelia Demon, come fuma la sigaretta la Stone in Basic Instinct… Tanti input fino a quando Renato mi ha detto “sii perdente, vincente, spudorata, senza archetipi…sii te stessa”. Per fortuna ho avuto dei costumi stupendi che hanno dato il 50% al personaggio. Ho amato molto Nora, penso che mi ci volesse..non ho mai fatto una canaglia. Per quanto sia storico il film ha dei tratti moderni, in Nora c’è un desiderio di riscatto di non voler stare in un ruolo che non c’è più.

Matilda De Angelis: Credo che Renato abbia un bellissimo istinto. Ha fatto una bella scelta di attori, delle facce, delle fisicità che voleva in modo tale che una volta sul set non fossimo costretti a stare scomodi nei panni assegnati. Avevo voglia di cantare, questa è stata la parte che mi ha divertito di più. Io sono partita da un reference strana, Porco rosso di Miyazaki. In Yvonne ho trovato la capacità abbracciare tante contraddizioni, caratteristica che trovo molto femminile. Riesce ad essere l’amante del gerarca fascista e la migliore amica della canaglia. Io mi sono sentita molto libera sul set di giocare.

Pietro Castellitto: Più che reference questo è un genere di film con il quale noi siamo cresciuti. Il cinema di genere è quello che quando sei piccolo guardi e ti arriva subito poi quando cresci cominci ad accettare un film più introspettivo. È un che se si conserva lo sguardo puro dell’infanzia non si può non amare allo stesso tempo è un tipo di cinema che siamo abituati a vedere più che a fare. Non ho avuto reference però la sfida era quella di riuscire a veicolare la materia narrativa senza perdere la psicologia del personaggio.

Maccio Capatonda: Questa è la prima volta in cui interpreto un ruolo nel film di qualcun altro. Ci ho messo un po’ ad accettare l’idea di poterlo fare.

Perché non hai pensato di interpretare il Duce?

Maccio Capatonda: Non tutti i pelati sono duci.

RoFF17 - conferenza stampa Rapiniamo il Duce - Matilde Barbagallo, Maccio Capatonda, Pietro Castellitto, Renato De Maria, Isabella Ferrari
RoFF17 – conferenza stampa Rapiniamo il Duce – Matilde Barbagallo, Maccio Capatonda, Pietro Castellitto, Renato De Maria, Isabella Ferrari

La musica utilizzata è moderna ma riarrangiata per stare in quel contesto specifico…

Renato De Maria: Iniziare il film con Massimo Ranieri era una scelta forte non immediata. È stato un processo lungo ma la canzone di Ranieri dava immediatamente il tono del film. I pezzi di Matilda erano in sceneggiatura, il discorso è sempre quello di lavorare sull’epoca ma anche sul contemporaneo.

Matilde Barbagallo: C’è una discussione aperta in Italia su come fare intrattenimento di qualità. Oltre alla commedia mi sembra che il genere sia un ottimo modo per farlo e avere questo dialogo con il pubblico. Ci siamo dati l’obiettivo di alzare l’asticella. C’erano delle sfide tecniche importanti dagli effetti speciali…è senz’altro un tipo di film che non si fa continuamente qui in Italia.

Pur essendo un film divertente, ironico e avventuroso è anche  introspettivo poiché i personaggi cambiano. Sono realmente cambiati o erano così prima e non lo sapevano?

Pietro Castellitto: Sono cambiati sennò diventava noioso il film. La rapina per Isola rappresenta la rincorsa verso un futuro ideale. Inizialmente questo sogno riguarda solo se stesso poi coinvolge tutta la banda.

Maccio Capatonda: Il mio personaggio attraversa un percorso di cambiamento. Diventa più umano, parte come un detrattore del colpo e poi aiuta onestamente la banda, soprattutto Isola.

Filippo Timi: Si cambia comunque, puoi decidere di farlo in meglio o in peggio. Il mio personaggio ci prova a cambiare ma non riesce. Prova a darsi una possibilità con questo nuov amore.

Matilda De Angelis: Yvonne cambia molte volte. Parte con un’idea di conservazione della sopravvivenza però poi quando c’è l’amore in mezzo spesso si fanno scelte strane. Non so bene se Yvonne sia cambiata o semplicemente ogni volta ha capito meglio come sopravvivere.

Isabella Ferrari: All’inizio vediamo Nora guardare i film di successo che ha fatto mentre aspetta questo marito che non torna, poi cambia…mi sembra che abbia anche un finale aperto.

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