La recensione di Perfetta illusione, il nuovo film di Pappi Corsicato già presentato fuori concorso al 40° Torino Film Festival: un triangolo noir poco seducente ambientato nel mondo dell’arte
Pappi Corsicato torna al cinema con Perfetta illusione, già presentato fuori concorso al 40° Torino Film Festival e interpretato da Giuseppe Maggio (Amore 14, Baby), Margherita Vicario (Pazze di me, I Cesaroni) e Caterina Sala: un dramma romantico che strizza l’occhio al noir ma che alla fine seduce poco e stupisce ancora meno.
Io, lei, l’altra
Toni (Giuseppe Maggio) lavora in una spa ed è sposato con Paola (Margherita Vicario), in procinto di diventare socia di un nuovo negozio di abbigliamento. Un giorno Toni perde il lavoro per colpa di Chiara (Caterina Sala) la quale, per farsi perdonare, decide di trovargliene un altro presso una galleria d’arte. Toni, il cui sogno è quello di diventare un pittore, comincia così ad avvicinarsi al mondo dell’arte contemporanea grazie all’aiuto di Chiara, ma la loro amicizia si rivelerà presto essere il preludio ad un amore passionale e pericoloso. Quello che non immaginano è che la loro relazione sarà foriera di eventi inaspettati che cambieranno le vite di entrambi, mentre i ricchi genitori di Chiara di nome Roberto (Maurizio Donadoni) e Adele (Sandra Ceccarelli) cercheranno di separarli a tutti i costi.

Un noir poco oscuro
Perfetta illusione gioca per gran parte della sua durata con i colori, con le sgranature, con le immagini abilmente sfocate e il contenuto delle inquadrature; Pappi Corsicato è sicuramente un bravo regista e in altri mani meno sapienti questo film sarebbe potuto essere, almeno dal punto di vista visivo, un polpettone indigeribile. Per fortuna la sua mano sicura salva il film da questo destino avverso, ma non può nulla con il resto. Sì, perché le situazioni poco leggibili, l’arco di trasformazione dei tre personaggi principali frettoloso, le svolte (banali) di trama contribuiscono a rendere questo Perfetta illusione un vorrei ma non riesco troppo grande da ignorare. È un noir che non riesce ad essere un noir perché gli manca il coraggio di affondare davvero nell’oscurità dei suoi personaggi. È un thriller erotico che non riesce ad essere un thriller erotico perché gli manca il non visto, il non detto, quella traccia di desiderio perturbante inespresso ma visibile che poi è lo scheletro dell’erotismo. Vorrebbe essere un dramma di denuncia sulle disparità sociali e il mefitico mondo dell’arte, ma gli manca la forza e la capacità di affondare il colpo dei film di denuncia.

Balzac è lontano
Nonostante le evidenti affinità nel modello narrativo e anche, in parte, in alcune scelte di messa in scena alle Illusioni perdute di de Balzac, questa nuova pellicola di Pappi Corsicato non riesce mai ad avvicinarsi al modello letterario perché troppo patinata e stanca. Legata più ad un modello televisivo che cinematografico, l’opera di Corsicato si appoggia ad una recitazione non all’altezza delle ambizioni, ad una scrittura poco feroce e alle volte fuori fuoco e soprattutto ad un’idea di cinema e di racconto un po’ troppo superata. Nonostante questo, però, il film scorre via abbastanza liscio grazie all’abilità di Corsicato di saper giocare con il montaggio e con le regole della drammaturgia, riuscendo a rappresentare il borioso mondo del collezionismo con il giusto piglio sfrontato e irriverente. Certo, come già scritto in precedenza, manca l’artigliata fatale e di questo il film un po’ soffre ma è sempre un piacere vedere rappresentato il peggio di una certa società classista e priva di qualsiasi valore morale. Balzac è lontano, ma se si riesce ad andare oltre la confezione ultra-patinata e superficiale, l’impianto da fiction e un certo manierismo nella recitazione allora c’è anche da che divertirsi.

Le illusioni non esistono
Ambientato in una Milano ancora più fredda e disumana di come ci era stata raccontata in precedenza, Perfetta illusione si insinua tra i colori, le forme, i sogni e gli incubi dell’arte contemporanea (e di riflesso della società contemporanea) per raccontare la storia di un’ambizione sconfinata disposta a piegare tutto, anche l’amore e la libertà, in nome del raggiungimento del successo. I personaggi della pellicola mentono, tradiscono, si caricano di colpe che non hanno e pene che forse non meritano pur di assicurarsi un pezzo di futuro migliore, ma sono così concentrati nel mantenere questa parvenza di menzogne da dimenticarsi completamente della verità. È un film di menzogne questo, di menzogne che nascono, si nutrono di altre menzogne e poi uccidono. Oppure ti lasciano lì, a scontare una pena, un castigo per il tuo delitto senza però nessuna ricompensa e, ancor peggio, senza possibilità di redenzione. Fosse stato così cattivo il contenuto, oltre che il contenitore, ora staremmo già parlando di un capolavoro. Peccato.
Perfetta illusione. Regia di Pappi Corsicato con Giuseppe Maggio, Margherita Vicario, Caterina Sala, Maurizio Donadoni e Sandra Ceccarelli, in uscita nelle sale il 15 dicembre distribuito da Europictures Italia.
Due stelle e mezzo