E’ morto Paolo Ferrari, grande attore di teatro, cinema e tv. Da Strehler a Sanremo, da Nero Wolfe a Orgoglio, fino alla pubblicità del Dash, Ferrari era un pezzo di storia dello spettacolo italiano.
Se ne va in punta di piedi un altro pezzo di storia dello spettacolo italiano, Paolo Ferrari, morto all’età di 89 anni. Ferrari, malato da tempo, era ricoverato all’ospedale di Monterotondo, dove era assistito dalla moglie Laura Tavanti e dai figli, tra cui Fabio, il celebre “Chicco” de I ragazzi della 3a C.
Paolo Ferrari è stato un grande del teatro italiano, ma anche attore di cinema, fiction tv e pubblicità. Il suo esordio risale addirittura al 1938 quando, ancora bambino, partecipa al film Ettore Fieramosca di Alessandro Blasetti. Seguiranno pellicole di grandi registi come Franco Zeffirelli (Camping, 1958) ed Elio Petri (I giorni contati, 1961), ma anche film di cassetta come Susanna tutta panna (1957) di Steno, Appuntamento a Ischia (1960) di Mario Mattoli, Pronto… c’è una certa Giuliana per te (1967) di Massimo Franciosa, fino al recente Manuale d’amore 3 (2011) di Giovanni Veronesi. Ferrari era anche un grande doppiatore, da Jean-Louis Trintignant ne Il sorpasso a Franco Citti in Accattone, fino a divi di Hollywood come Humphrey Bogart nei ridoppiaggi dei classicissimi, da Casablanca a Il grande sonno.
Oltre 70 le sue partecipazioni tra film e fiction televisive, tra cui Il giornalino di Gian Burrasca (1964-1965), Nero Wolfe (1969-1971), Orgoglio (2004-2006), Incantesimo 9-10 (2007-2008), Notte prima degli esami ’82 (2011). Ma in tv Ferrari condusse anche il Festival di Sanremo del 1960 insieme ad Enza Sampò, e in proposito disse: «Sono arrivato a presentare un’edizione del Festival di Sanremo, per dimostrare che un attore è in grado di farlo, senza dover imparare le battute a memoria». Divenne un volto familiare grazie alla storica pubblicità del Dash, in cui proponeva lo scambio di due fustini contro uno, ricevendo il secco rifiuto della massaia di turno, tornandovi poi nel 2008 in coppia con Fabio De Luigi.
Il grande amore di Paolo Ferrari era però il teatro, dove per anni recitò accanto a Valeria Valeri. Dopo il debutto nel 1948 con la Compagnia del Piccolo Teatro di Milano, diretta da Giorgio Strehler, ne Il corvo di Carlo Gozzi, seguirono I giganti della montagna e Riccardo III. Il suo primo grande successo personale fu Anima nera di Patroni Griffi nel 1961. Proseguì poi un’intensa attività teatrale classica negli anni ’60 e ’70, mentre nel decennio successivo si dedicò al teatro leggero con la già citata Valeria Valeri: da Vuoti a rendere di Maurizio Costanzo (1986) a Senti chi parla (1989) diretto da Giovanni Lombardo Radice. Tra i molteplici spettacoli interpretati negli ultimi anni, anche il musical Hello Dolly, accanto a Loretta Goggi.
Tifoso della Lazio, nel gennaio del 2013 annunciò il suo ritiro dalle scene: «Gli anni passano via veloci. Fare teatro vuol dire stare lontano da mia moglie, stare lontano da casa. Recito da quando avevo cinque anni, ne ho ottantaquattro. È tanto no? Così mi sono detto “adesso basta. Mi fermo qui”». Ritiratosi a vivere in una villa della campagna romana, ne parlava così: «Un posto dove leggere, ascoltare musica, coltivare rose, andare in bicicletta, meditare. Alla meditazione io dedico ogni giorno qualche ora. Lasciar passare i pensieri, lasciarli andare senza trattenerli grazie a tecniche speciali, all’om… Aiuta, fa bene. Io lo faccio da parecchio tempo. Quando recitavo mi mettevo in camerino e meditavo. Era un modo per concentrarmi sullo spettacolo».