Domino, la recensione del film troppo debole per Brian De Palma

Domino, la recensione del film troppo debole per Brian De Palma

Domino, con Nikolaj Coster-Waldau e Carice van Houten direttamente dal Trono di Spade, è un thriller che non riesce a catturare lo spettatore: se anche il regista Brian De Palma lo ha disconosciuto, un motivo ci sarà.

Caccia all’uomo

Gli agenti Christian Toft (Nikolaj Coster-Waldau, ovvero Jaime Lannister ne Il Trono di Spade) e Lars Hansen (Søren Malling) sono sulle tracce del terrorista Ezra Tarzi (Eriq Ebouaney) ma la cattura sfuma per una grave dimenticanza dell’agente più giovane: ha dimenticato a casa la sua pistola così Ezra ferisce mortalmente il suo collega e scappa via. Anche la Cia, tuttavia, ha mire ambiziose sul terrorista: egli può rappresentare la pedina vincente per arrivare allo sceicco jihadista Omar Al-Din. Si innesca così una caccia all’uomo tra Danimarca e Spagna in cui le strategie dei “buoni” e dei “cattivi” si spingono inesorabilmente al loro limite.

Dinamiche sentimentali

In Domino l’aspetto thriller-poliziesco è accompagnato dalle dinamiche sentimentali. La morte dell’agente Lars innesca una bomba emotiva: Christian vuole vendicare il suo amico e mentore, accompagnato sul campo dalla collega Alex (interpretata da Carice Van Houten, ovvero la sacerdotessa Melisandre nella serie tv sopracitata) che da tempo ha intrecciato con lui una relazione extraconiugale. Le motivazioni tuttavia fanno fatica ad andare di pari passo con l’azione. Tanto i personaggi quando la trama restano troppo in superficie per catturare l’attenzione dello spettatore. I fatti che si susseguono sul grande schermo appaiono piatti e spesso slegati, privi di pathos e purtroppo poco coinvolgenti. In questo caso non basta chiamare in causa grandi temi quali l’amicizia, la devozione, l’amore e la lotta al terrorismo per mettere in piedi una vicenda degna della fama di un regista del calibro di Brian De Palma.

Domino: gli agenti Christian Toft (Nikolaj Coster-Waldau) e Lars Hansen (Søren Malling) tentano di catturare Ezra Tarzi (Eriq Ebouaney)
Gli agenti Christian Toft (Nikolaj Coster-Waldau) e Lars Hansen (Søren Malling) tentano di catturare Ezra Tarzi (Eriq Ebouaney)

Il film disconosciuto dal suo regista

La reazione di Brian De Palma all’uscita della sua pellicola è rimbalzata da una parte all’altra del globo. Se la carriera del cineasta – che vanta pellicole come Scarface, Gli intoccabili e Mission: Impossible – non è stata messa in discussione per un singolo scivolone, la realizzazione di Domino ha sollevato non pochi dubbi. “Domino non è un mio progetto”, ha dichiarato. “Non ho scritto la sceneggiatura. Ho avuto un sacco di problemi coi finanziamenti, non ho mai avuto un’esperienza così orribile sul set. Una gran parte del nostro team non è ancora stata pagata dai produttori danesi. Questa è stata la mia prima esperienza in Danimarca, e quasi sicuramente sarà l’ultima”, ha concluso seccamente. Sembra che De Palma non abbia gradito i tagli di oltre mezz’ora subiti dalla pellicola nonostante il suo dissenso. La mancanza di fondi deve aver pesantemente minato il risultato finale, che non può soddisfare uno dei big del cinema moderno.

Il tocco di De Palma sulla cinepresa

Nonostante Domino non sia una pellicola imperdibile, presenta delle caratteristiche che certamente potranno essere apprezzate dallo spettatore. Il primo è senza dubbio l’inconfondibile tocco del regista sulla macchina. De Palma, nonostante le difficoltà, si dimostra coerente con il suo stile e realizza delle sequenze interessanti (basti pensare al primo confronto tra i due agenti ed Ezra, con conseguente inseguimento sui tetti). Le musiche di Pino Donaggio accompagnano la narrazione con mestiere, sebbene senza eccellere. A contribuire alla débâcle generale contribuisce l’assenza di un vero e proprio eroe (nonostante il cast scelto evidentemente sulla scia del grande successo de Il Trono di Spade): Christian è troppo traballante e, anche quando arriva sulla pista giusta, non riesce a raccogliere adeguati consenti. Alex d’altro canto è troppo emotiva: pur riuscendo a unire le fragilità di una donna ferita con la caparbia di un’agente competente, il risultato finale resta lontano dalle eroine moderne che il pubblico si è abituato a vedere e ad apprezzare. La visione complessiva resta nel mezzo: non dispiace ma nemmeno appassiona.

Domino arriva nelle italiane l’11 luglio 2019 distribuito da Eagle Pictures.

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