Welcome Home, recensione del thriller erotico con Paul e Scamarcio

Welcome Home, thriller erotico con Aaron Paul, Emily Ratajkowski e Riccardo Scamarcio, mette in scena un triangolo sensuale e pericoloso che però non regala pathos ed emozioni.

Buone intenzioni per un plot scontato

Diretto da George Ratliff e scritto da David Levinson (se questi nomi non vi rammentano nulla, non è una vostra mancanza), Welcome Home è un thriller erotico (o almeno ci prova) con protagonisti Aaron Paul (l’indimenticabile Jesse Pinkman di Breaking Bad), Emily Ratajkowski (conosciuta più per i social, che per le sue precedenti esperienze attoriali: L’amore bugiardo e Come ti divento bella), e il nostro Riccardo Scamarcio, visto recentemente ne Lo spietato. Sin dalle prime battute appare chiaro come le buone intenzioni ci siano tutte, pur partendo da un plot scontato: una giovane coppia americana in crisi a causa del tradimento di lei, va in vacanza nelle campagne umbre per ritrovare l’intimità e la fiducia di una volta, riavvicinamento che viene però messo in seria difficoltà da un prestante e tenebroso scapolo italiano, che si frappone tra i due divenendo un inevitabile terzo incomodo.

Personaggi poco a fuoco e stereotipati

Lo sviluppo della vicenda si arena però quasi subito tra cliché sull’uomo latino e sulle abitudini del Bel Paese (come quella di baciare sulla guancia gli sconosciuti), e tra tutti quei luoghi comuni che girano attorno a una coppia che tenta di ritrovarsi nel turbinio dell’infedeltà. La scrittura di Levinson non riesce a mettere a fuoco i personaggi, che appaiono scialbi, stereotipati e decisamente poco approfonditi: la sensuale fidanzata fedifraga fasciata perennemente in minidress o costantemente sotto la doccia; il compagno geloso e frustrato incapace di portare a termine un amplesso; il bello e misterioso uomo italico che insidia il rapporto dei due, in modo assolutamente inquietante e in alcuni casi perfino grottesco. Per non parlare infine del goffo tentativo di sviluppare il tema del voyeurismo tecnologico, della dipendenza da social e dei pericoli che questi possono generare.

Welcome Home - Aaron Paul, Emily Ratajkowski e Riccardo Scamarcio in una scena
Welcome Home – Aaron Paul, Emily Ratajkowski e Riccardo Scamarcio in una scena

Aspettative deluse

Il problema di Welcome Home non risiede però unicamente nella sceneggiatura, che di certo non brilla per originalità ed efficienza, ma anche nella messa in scena: molteplici inquadrature alimentano aspettative di coup de théãtre che in realtà non arrivano mai, cercando di innestare nello spettatore un senso di pathos e di tensione che, nonostante i numerosi jump scare immotivati della Ratajkowski, non si raggiunge mai fino in fondo. Inoltre non giova sicuramente l’utilizzo smodato, quasi disturbante, dei flashback che a volte sembrano futili e poco incisivi ai fini della storia. Ma la ciliegina sulla torta di certo è rappresentata dalla colonna sonora esagerata e a tratti fuori luogo, che fa capolino subito dopo i primi secondi del film, accompagnandolo in modo invadente per tutta la durata.

Le bellezze della campagna umbra

Qualcosa di buono in Welcome Home però c’è, e si può riscontrare nella meravigliosa fotografia che incornicia con eleganza i bellissimi colori delle campagne umbre e dei caratteristici borghi medievali di Todi. Tanto di cappello anche alle interpretazioni di Aaron Paul e Riccardo Scamarcio, che pur non avendo tra le mani personaggi ben caratterizzati  e degni di nota, ed essendo penalizzati da una scrittura approssimativa e poco curata, escono comunque a testa alta da un guazzabuglio confuso e inconsistente.

Welcome Home è un film diretto da George Ratliff, con Aaron Paul, Emily Ratajkowski, Riccardo Scamarcio, Alice Bellagamba, Katy Saunders e Francesco Acquaroli, nelle sale da giovedì 11 luglio, distribuito da Minerva Pictures.

VOTO:

 

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