Slender Man, recensione: teen-horror che inquieta ma non rende giustizia

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Slender Man è il solito horror movie che non ha nulla di nuovo da dire e da mostrare, un prodotto incapace di rendere giustizia ad uno dei fenomeni più inquietanti del web.

Non puoi fuggire da lui

In una cittadina del Massachussets, quattro liceali eseguono un rituale con l’intento di sfatare la leggenda di Slender Man. Quando una delle ragazze svanisce misteriosamente, nasce in loro il sospetto che lei sia diventata la sua ultima vittima. Da quel momento ogni ragazza sarà presa da visioni orribili e strani presagi, lo Slender Man è stato chiamato ed nessuna di loro è più al sicuro.

Dal mito al film

Slender Man è una presunta figura paranormale che si afferma esista da secoli, e copra una larga area geografica. Coloro che credono nello Slender Man legano le sue apparizioni con molte altre leggende in tutto il mondo, incluse: Fear Duhb (o l’Uomo Nero) in Scozia, The Dutch Takkenmann (o l’uomo Ramo), e la leggenda tedesca di Der Großmann o Der Grosse Mann (l’uomo alto). Slender Man è un essere apparentemente maschile somigliante ad un uomo con braccia e gambe estremamente lunghe ed esili, oltre che dotato anche di 4/8 lunghi e neri tentacoli che sporgono dalla sua schiena. Viene descritto con un completo nero, capace di allungare i suoi arti e il torso in una misura inumana per terrorizzare e intrappolare la sua preda, che cade in uno stato ipnotico che la attira a lui. Slender Man uccide e porta le sue vittime in un luogo indefinito.

Slender Man - Joey King and Julia Goldani in una scena tratta dal film
Joey King and Julia Goldani in una scena tratta dal film.

Tratto da una storia vera

Il film si ispira a fatti realmente accaduti, quando il 31 maggio 2014 nel Waukesha le 12enni Anissa Weier e Morgan Geyser accoltellarono la loro coetanea Payton Leutner per ben 19 volte, in un a zona boschiva, cercando di compiacere lo Slender Man che in qualche modo le ossessionava, fino a renderle folli. Dopo l’aggressione subita, la vittima fu abbandonata nel bosco, sopravvivendo grazie al celere soccorso di un ciclista, con i dottori che la descrissero “a un millimetro dalla morte certa”. Payton fu ricoverata per 6 giorni, mentre le attentatrici furono ritenute non colpevoli per infermità mentale. Nel febbraio 2018 Anissa e Morgan sono state condannate rispettivamente a trascorrere 40 e 25 anni in un istituto psichiatrico giudiziario.

Un discorso mozzato e incoerente

In Slender Man, poche cose funzionano, la manifestazione dei suoi poteri ipnotici e la determinazione delle attrici che danno veramente il massimo ne sono un esempio, ma ciò non basta a far entrare questa oscura creatura nella mente dello spettatore. I video che spingono le ragazze a credere in lui, sono pochi e incapaci di suscitare il terrore e l’inquietudine necessaria a far proseguire la storia, le origini della creatura e il dramma delle protagoniste sono appena mozzati, in un discorso narrativo casuale e incoerente che fa perdere l’attenzione dopo la prima mezz’ora di film.

L’occasione sprecata

Slender Man nasce come uno dei fenomeni più inquietanti del web ed è un’occasione sprecata per un film che non rende giustizia al terrificante personaggio nato nel 2009 per mano di Erik Knudsen. Aprendosi con la classica trama horror con protagonisti dei teenager rimane incapace di coinvolgere lo spettatore, attratto più dal momento in cui comparirà lo Slender Man che dalla concatenazione degli eventi scaturiti. I personaggi sono stereotipati e non riescono a mostrare né la loro vera paura né a comprendere quello che sta accadendo dinanzi a loro; quello che resta è solo una celata vena lugubre di terrore che non emerge né si sviluppa.

Slender Man, diretto da Sylvain White, con Joey King, Javier Botet, Annalise Basso, Julia Goldani, è uscito nelle sale italiane il 6 settembre 2018, distribuito da Warner Bros.

VOTO:

 

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