La nostra recensione di Seance – Piccoli omicidi tra amiche, b-movie teen dalle tinte horror di Simon Barrett, ambientato in un collegio femminile infestato da presenze sinistre in cui si consumano tremendi omicidi
Un fantasma torna dal passato nell’esordio alla regia di Simon Barrett, Seance – Piccoli omicidi tra amiche: il b-movie horror anni ‘80/’90. Se trent’anni fa un film del genere poteva ancora passare per un godereccio divertissement senza pretese, nel 2022 fa sbiancare per la sua assoluta sciatteria. Non basta un cast totalmente al femminile composto da qualche volto noto del web a rendere accattivante un wanna be thriller fantasmatico che non incute alcun timore, ma giunge a far sorridere nelle esasperate evoluzioni della sua posticcia messa in scena.

Chi ha ucciso Kerrie?
In un collegio femminile d’élite si consuma la misteriosa morte di una studentessa, Karrie. Camille (Suki Waterhouse) prende il posto della ragazza nell’istituto e fa la conoscenza delle sue nuove compagne, nonché amiche della vittima. Le ragazze, che non vedono di buon occhio la nuova arrivata, si dilettano a svolgere rituali spiritici per invocare l’anima di una studentessa morta suicida decenni prima che, secondo una leggenda, infesta il collegio. Tra scherzi di cattivo gusto, suggestioni, strane sparizioni e omicidi, la vita alla Fairfield Academy prende una piega decisamente sinistra.

Un b-movie d’antiquariato
Seance non nasconde il suo lato teen trash proponendo con una certa sfacciataggine tutti gli stereotipi triti e ritriti che si incontrano nei film horror dal taglio adolescenziale, in particolare riguardo alla (non) caratterizzazione dei personaggi. Abbiamo la new entry testarda che fa amicizia con il personaggio goffo di turno e non sta alle regole del gioco dettate dal branco formato dalla bellissima e truccatissima donna alpha e il suo seguito di personaggi tanto inconsistenti da non distinguersi tra loro. Abbiamo la recitazione super enfatica da soap opera che sfocia in sequenze assurde in cui le ragazze si picchiano come fossero pugili professioniste. Abbiamo le velate allusioni sessuali che infarciscono dialoghi totalmente vuoti in cui le protagoniste sono impegnate. Insomma, Seance ha tutti gli ingredienti di b-movie d’antiquariato che propone una narrazione vecchia, decisamente stantia.

Sedute spiritiche e sangue finto
Barcamenandosi tra passaggi di trama così assurdi da sembrare volutamente scritti male e scene che cozzano tra loro perché contraddittorie, il film tenta di creare una suspance costante, fallendo miseramente. L’abuso di jump scare, la deriva splatter con annessi effetti speciali posticci e la prevedibilità degli avvenimenti contribuiscono a rendere Seance un horror poco avvincente. Benchè Barrett abbia una certa dimestichezza con il genere, essendo sceneggiatore di film come Blair Witch e Temple, a questo suo esordio manca la verve giusta, la creatività. Così Seance si riduce a una sequenza di improbabili sedute spiritiche, omicidi malamente messi in scena e sangue finto che spruzza ovunque e niente più. Un’occasione sprecata.
Seance – Piccoli omicidi tra amiche. Regia di Simon Barrett. Con Suki Waterhouse, Madisen Beaty, Inanna Sarkis, Ella-Rae Smith, Stephanie Sy, Djouliet Amara, Jade Michael, Seamus Patterson, Marina Stephenson Kerr, Megan Best, Cliff Sumter e Colleen Furlan. Al cinema dal 24 febbraio, distribuito da Adler Entertainment.
2 stelle