Renato Zero, recensione di Zerosettanta vol.2: ballate intense ed ironica denuncia sociale

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Renato Zero - Zerosettanta (foto Roberto Rocco)

Ecco la nostra recensione di Zerosettanta Volume Due, secondo capitolo del nuovo triplo album di Renato Zero: ballate intense e toccanti, uno sguardo ironico nei confronti della società, senza rinunciare alle critiche

Renato Zero pubblica oggi Zerosettanta Volume Due (clicca qui per acquistarlo su Amazon), il secondo dei tre album che ha deciso di regalare ai fan in occasione dei festeggiamenti del suo 70° compleanno (leggi come ha presentato questo Volume Due in conferenza stampa). Ecco la nostra recensione delle quattordici tracce in cui va sottolineata sia la continuità musicale e tematica con il Volume Tre, che la vena poetica del cantautore romano, in un periodo di ispirazione quanto mai fervido.

Lodi alla vita e a Dio

Il disco si apre con Il grande incantesimo, quello della vita, con immagini poetiche dei doni della natura e del creato per un brano esistenziale che parte piano e voce per poi crescere d’intensità nel finale con la presenza degli archi, della batteria in levare e della tromba. In questo percorso tortuoso dove «siamo cavalieri erranti senza spade, sempre in viaggio in cerca di una fede» non resta che ringraziare Dio perché possiamo godere di un giorno in più su questa terra. Bella scommessa è un inno alla vita, alle gioie e i dolori che la caratterizzano, alle possibilità di realizzazioni che regala, alla speranza di costruire un domani migliore, con la consapevolezza che siamo noi gli artefici del proprio destino e che l’esistenza è bella in quanto imprevedibile e ricca di sorprese.

Ballate toccanti e romantiche

L’amore sublime è il primo singolo estratto da questo nuovo progetto discografico, una toccante ballad romantica impreziosita da alcuni assoli di chitarra elettrica nel finale: «Con tutto il fiato che ho sosterrò questo amore, per non farlo annegare in questo sterile mare, via tutte queste barriere, fate entrare l’amore». L’idea di te si caratterizzata musicalmente con il tocco di batteria accennato sopra un arrangiamento dominato dal piano e dalla chitarra acustica e con accenni di blues nel finale, anche nel cantato. Una sentita dichiarazione d’amore con l’invito ad accettare i difetti della persona amata con la consapevolezza che senza di lei non si può essere sereni: «Nessuno è perfetto, è questo il mio motto».

La mia carezza è una delicata dedica, una sorta di ninna nanna rivolta alle nipoti Virginia ed Ada, che riesce a commuovere anche grazie all’arrangiamento costruito sul piano ed impreziosito dalla presenza degli archi. Troviamo sia lo sguardo protettivo di nonno Renato che vuole accudire le nipotine, sia la volontà di dare loro degli insegnamenti di vita, dettati dall’esperienza e dall’età, e in particolare quello di amare se stesse. Rientra nella categoria anche il pezzo conclusivo dell’album: la toccante Se sono qui, una struggente dichiarazione d’amore di un uomo che sceglie di vivere il proprio sentimento nonostante la consapevolezza delle difficoltà che incontrerà lungo il percorso della vita.

Zerosettanta volume due - cover
Zerosettanta volume due – cover

Un’ironica denuncia sociale

Vergognatevi voi è una delle tracce più politiche con un attacco diretto nei confronti degli uomini di potere che sono assuefatti dalla bramosia di denaro e dall’avidità e che riescono ad abbindolare le masse con false promesse e slogan di facile presa. Un invito a un risveglio collettivo delle coscienze con un messaggio ricco di speranza perché prima o poi chi sbaglia sarà punito e chi merita riceverà la propria ricompensa. Troppi cantanti pochi contanti è un’ironica analisi dell’atteggiamento sbagliato di molti giovani aspiranti artisti che si affacciano sul mercato discografico con l’intento di guadagnare e non di dare voce alla propria sensibilità ed identità. Renato si pone dall’alto sciorinando la sua gavetta passata e ammonendoli sul rischio che diventino solo delle meteore. Da sottolineare la presenza dei Neri per caso nei cori e il beat martellante che rende il brano molto radiofonico ed orecchiabile.

In Non è amore Renato mette a confronto comportamenti di amore vero e quello di facciata ed apparente con una critica alle dispute vendute in tv, con un chiaro riferimento a programmi come Temptation Island, e spiega che il segreto per una relazione duratura è quello di riuscire a tollerare i comportamenti della persona che si ha accanto scegliendosi ogni giorno e che l’amore non si dimostra con un anello al dito: «Non c’è amore quando stare vicini diventa una stanca routine». Prima che sia tardi, con un crescendo ritmico nel ritornello, attacca la mercificazione dei costumi e l’ossessione di dover dare un prezzo ad ogni cosa, con l’esortazione a prendere in mano la nostra vita senza farci condizionare dall’opinione degli altri e dalle false promesse: «Siamo merce, la mia rabbia cresce». In manette l’astinenza è un provocatorio brano in cui Renato prende di mira i puritani facendosi portavoce della libertà sessuale che esige rispetto: «Non sopporto più i sermoni, perché nascondere una sessualità?» 

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Renato Zero – Zerosettanta (foto Roberto Rocco)

Panta rei e carpe diem

La logica del tempo parte con un accenno di elettronica per poi svilupparsi con un arrangiamento giocato sulla presenza del piano e della chitarra acustica ed accompagna un testo in cui Renato riflette sullo scorrere delle stagioni tra cambiamenti in volto ed esperienze di vita che ti arricchiscono ma sempre con lo spirito del ragazzino dentro di lui. Troviamo sia il senso del panta rei che quello del carpe diem: «Saper vivere ogni momento è il senso della libertà». Stessi concetti presenti nel conflitto interiore del protagonista di Come non amarti ma trasposti sul lato sentimentale, con il dilemma di scegliere tra il voltare definitivamente pagina dopo la conclusione di una relazione o passare ancora una notte d’amore con la propria ex, il tutto su una base molto potente e con un ritornello in cui la voce di Renato si apre. In Grandi momenti Zero si guarda allo specchio in un dialogo muto con la nostalgia passando in rassegna le trasgressioni del proprio percorso artistico e di vita senza alcun tipo di rimpianto ma con lo sguardo sereno di chi ha vissuto momenti indelebili.

Un disco multitematico

Un disco che si può quindi riassumere dal punto di vista contenutistico in quattro grandi temi: le ballate sentimentali, inni alla vita, la consapevolezza dello scorrere del tempo tra nostalgia e speranza per il futuro e l’ironica denuncia sociale che colpisce molti comportamenti e mondi che non vanno a genio al cantautore romano che si conferma in un momento di grande creatività.

Il CD di Zerosettanta Volume Due, prodotto da Tattica, ha l’immagine di copertina opera di Valeria Corvino. L’arrangiamento e la produzione musicale del disco sono del maestro Adriano Pennino (co-autore anche di Prima che sia tardi, In manette l’astinenza, Come non amarti, Grandi momenti) mentre da sottolineare è la firma del giovane Lorenzo Vizzini come co-autore di ben cinque brani (Il grande incantesimo, L’amore sublime, La logica del tempo, Non è amore, L’idea di te) e già co-autore in Zero il folle di Quanto ti amo e in Zerosettanta Volume Tre de Il linguaggio della terra; infine fa piacere il ritorno dello storico Dario Baldan Bembo, che ha musicato molti dei successi di Renato degli anni ’80 e la cui musica è stata utilizzata per Bella scommessa e Se sono qui.

VOTO:

(4 stelle)



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