La recensione di Pieces of a woman, l’intenso dramma diretto dal regista ungherese Kornél Mundruczó e prodotto da Martin Scorsese: da Venezia 77 un film che delizia e colpisce, in cui brilla Vanessa Kirby (vincitrice della Coppa Volpi per la Miglior interpretazione femminile)
Come sopravvivere al lutto più terribile?
Martha (Vanessa Kirby) e Sean (Shia LaBeouf) stanno per diventare genitori, ma la scelta di far nascere loro figlio in casa ha un risvolto tragico che cambia per sempre le loro vite. Per Martha ha inizio un’odissea lunga un anno che manda in crisi ogni aspetto della sua vita. Il suo matrimonio entra in crisi, il rapporto già conflittuale con la madre dispotica (Ellen Burstyn) peggiora, gli sguardi compassionevoli delle persone la perseguitano. Nemmeno la scelta di confrontarsi in tribunale con l’ostetrica (Molly Parker), nel frattempo divenuta oggetto di pubblica denigrazione, la aiuta.
Meravigliosa Vanessa Kirby
Non sorprende che Vanessa Kirby si sia aggiudicata la Coppa Volpi per la Miglior interpretazione femminile a Venezia 77. L’attrice riesce ad incarnare in modo incredibile questa giovane donna sopraffatta dal dolore, sempre meno padrona delle sue emozioni. Diversi gli stadi attraversati nel corso del film: all’iniziale desiderio materno sopraggiunge il dolore, la rabbia, il rammarico, l’apatia e infine il bisogno di rimettere insieme quei pezzi cui si riferisce il titolo. La bravura della Kirby, che si era fatta notare interpretando la principessa Margaret in The Crown, sta nel padroneggiarle tutte senza strafare, mostrandosi a nudo e terribilmente umana.

Quanta conta un buon silenzio
Shia LeBeouf, star dal temperamento decisamente più “sopra le righe”, stavolta riesce a restare in un angolo ed è proprio in virtù di questo atteggiamento – al servizio della storia – che va apprezzato. Pieces of a woman è un dramma intenso, che difficilmente lascia indifferenti. La sua forza sta nei dettagli fatti di sguardi, silenzi (“Il suo silenzio è ricco, come se avesse sempre un segreto dentro di sé che riesce comunque a mostrare”, ha detto il regista Kornél Mundruczó riferendosi alla sua protagonista femminile) dello scorrere inesorabile del tempo che conduce inevitabilmente all’evoluzione di ogni sentimento o stato d’animo. Una pellicola da vedere col cuore più che con gli occhi, nella quale anche l’assenza di parole riesce a comunicare in modo potente (merito che va diviso con le intense musiche composte da Howard Shore).
Un lungo piano sequenza
Ammirevole infine il lungo piano sequenza posto in apertura. Mundruczó non si limita ad un esercizio di stile. Il suo intento è quello di mostrare qualcosa – un parto, nella fattispecie – esattamente mentre avviene. Necessario quindi far muovere il cast come pezzi di una complessa scacchiera, sebbene i tre attori coinvolti (Vanessa Kirby, Shia LeBeouf e Molly Parker) abbiano affermato di aver avuto anche la possibilità di improvvisare a proprio piacimento. Il regista fa lo sforzo di scomparire, così l’assenza di tagli o di salti temporali regala una innegabile veridicità. Il risultato? 23 minuti di pathos e tensione, che preparano e danno senso a tutto ciò che seguirà. Davvero notevole.
Pieces of a woman, presentato alla 77ª Mostra del Cinema di Venezia, è disponibile su Netflix dal 7 gennaio. Nel cast anche Iliza Shlesinger, Sarah Snook e Jimmie Fails.