Leonardo, la recensione della serie evento di Rai1 dedicata all’enigmatico genio

Leonardo - Aidan Turner
Leonardo - Aidan Turner

La recensione di Leonardo, la serie evento in 4 puntate diretta da Dan PercivalAlexis Sweet con Aidan Turner, Matilda De Angelis, Freddie Highmore e Giancarlo Giannini: un’opera ambiziosa, sullo stile de I Medici, che mette in relazione la vita e l’opera del geniale artista

Il mistero di Leonardo da Vinci

Figlio illegittimo del notaio Piero Da Vinci (Robin Renucci), Leonardo (Aidan Turner) vive un’infanzia solitaria. In lui si cela un’instancabile curiosità, che gli permette di spaziare tra arte, scienza e tecnologia. La storia inizia con l’arresto di Leonardo, accusato di aver avvelenato l’amica Caterina da Cremona (Matilda De Angelis). Dopo aver dichiarato la sua innocenza a Stefano Giraldi (Freddie Highmore), un giovane e talentoso comandante alle dipendenze del Podestà, Leonardo ricorda i suoi giorni da apprendista nella bottega di Andrea del Verrocchio (Giancarlo Giannini), dove conosce proprio la modella Caterina da Cremona. Mentre il loro rapporto si fa via via più complesso, Leonardo incontra grandi ostacoli nella sua carriera artistica e procede tra alti e bassi, tra battute d’arresto e nuove opportunità.

Leonardo - Aidan Turner e Matilda De Angelis (foto Fabio Lovino)
Leonardo – Aidan Turner e Matilda De Angelis (foto Fabio Lovino)

Leonardo, l’uomo

La serie Leonardo, carica di mistero e passione, scava a fondo in una personalità complessa e cerca di rivelarne la straordinaria modernità oltre che la profondissima umanità. Ogni episodio si concentra su una delle opere dell’artista, delle quali si svelano la vicende più nascoste. Non sono esenti le cosiddette “opere perdute”: dalla misteriosa Leda col cigno a sculture come il Gran Cavallo o il gigantesco affresco della Battaglia di Anghiari. Sfide ambiziose per scenografi e artisti che hanno reso possibile una serie tv audace nelle sue ambizioni, intenzionata probabilmente a far parlare di sé per la forma ancor prima che per la sostanza. Chiunque abbia visto I Medici, non potrà che ritrovare in Leonardo una certa affinità nel linguaggio artistico e nell’estetica. Con tutti i pro (come la cura minuziosa dei dettagli, fuori dal comune) e i contro (la novità a volte viene meno) che il paragone comporta.

Leonardo - James D'Arcy e Miriam Dalmazio (foto Fabio Lovino)
Leonardo – James D’Arcy e Miriam Dalmazio (foto Fabio Lovino)

Cast internazionale

L’eccezionalità di Leonardo si rispecchia nel suo cast internazionale. Oltre ai già citati Aidan Turner, Matilda De Angelis, Freddie Highmore, Robin Renucci e Giancarlo Giannini si annoverano Alessandro Sperduti, James D’Arcy, Flavio ParentiMiriam Dalmazio e Antonio De Matteo. Gli 8 episodi, girati interamente in inglese, hanno l’obiettivo di mostrare il lato più umano dell’artista. Cosa muoveva la sua infinita immaginazione? Quale sofferenza nascondevano le sue più grandi creazioni? A tale scopo, i personaggi si tingono di mistero e mostrano una discreta tridimensionalità. Questo da una parte allontana e dall’altra avvicina all’opera di Leonardo. Le difficoltà umane si intersecano con la genesi delle sue opere ma anche con il ritratto che viene offerto della società del tempo, tracciando dei contorni ampi che riflettono ancora una volta le infinite ambizioni della serie tv.

Solo le luci che Leonardo avrebbe davvero usato

Se da un parte va apprezzata la coralità dell’imponente cast, dall’altra si nota un importante lavoro di squadra anche sotto l’aspetto tecnico. In primis quello operato per le scenografie, sotto il coordinamento di Domenico Sica, e per i costumi, opera di Alessandro Lai. Infine, una menzione speciale per il lavoro fatto da Steve Lawes sulla luce. Come sottolineato dal regista Pecival, la scelta è stata quella di “ricorrere solo alla luce che Leonardo stesso avrebbe utilizzato per dipingere. Luce solare e lunare per gli esterni, lume di candela e fuoco del camino per gli interni”. Seguendo una narrazione non lineare che va avanti e indietro nel tempo, la serie tv ha un aspetto sofisticato e un incedere lento, che sa continuamente tingersi e ritingersi di giallo, di rosa, di mera fiction, d’arte o di storia.

 

Leonardo va in onda su Rai1 a partire dal 23 marzo per 4 prime serate di 2 episodi ciascuno. Prodotta da Lux Vide con Rai Fiction, Big Light Productions in associazione con France Télévisions, RTVE e Alfresco Pictures, è co-prodotta e distribuita nel mondo da Sony Pictures Television.

VOTO:

2 Commenti

  1. Ieri sera ho avuto la pessima idea di guardare la 1° puntata di Leonardo sulla TV di Stato, cioè RAI 1.
    Proprio quella TV di Stato che in nome di un presupposto progressismo di sinistra, di una corrente di pensiero “moderna” e massonica che volentieri distruggerebbe la Famiglia, la Chiesa e che vorrebbe avere (inconcepibile !) il coraggio di negare la vera natura antropologica dell’uomo, è riuscita a far apparire quel Genio universale, che tutti i paesi del mondo vorrebbero esibire, come un individuo tremolante, incerto e pruriginoso, avido di baciare con passione un altro uomo.
    Fantastico che da oggi in poi Leonardo verrà ricordato anche così, tra ironie ipocrite e risatine sommesse, e non per la sue opere !
    I responsabili di tutto ciò possono solo essere definiti dei delinquenti, degli assassini che stanno contribuendo a plagiare e disorientare le menti soprattutto dei più giovani, che sono come delle spugne che assorbono tutto poiché non hanno ancora uno spirito critico capace di opporsi.

  2. Pieno di incongruenze, anacronismi e falsità, è una serie che non può che provocare rabbia, delusione e sconforto in chi abbia anche solo un minimo di conoscenza della storia del rinascimento e della vita dell’artista e ingegnere più famoso al mondo. Ma fa ancora più rabbia vedere il personaggio rappresentato: ottuso, incerto, taciturno, debole, pavido, vile. Niente di più distante dal Leonardo di cui abbiamo testimonianze storiche. (Il problema non ha niente a vedere con la politica o con gli orientamenti sessuali). E comunque la sceneggiatura non è solo inverosimile, è proprio insulsa. Gli autori sono un branco di ignoranti incapaci e lo scandalo è che gente del genere abbia potuto ottenere un ricchissimo budget (anche da denaro pubblico!) per realizzare questa enorme castroneria, e che addirittura avrà un seguito! Gli spettatori obbligati a casa dal covid, se lo bevono e questo rappresenta un danno culturale enorme. Bisognerebbe fare causa agli autori! L’abissale differenza tra il Leonardo di Castellani del 1971, dimostra quanto sia caduto in basso il livello culturale in RAI in questi 50 anni. Piuttosto, che ritrasmettano quella serie, per fare giustizia a quel genio universale di Leonardo, vanto e gloria dell’Italia nel mondo.

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