La bambina che non voleva cantare, recensione: la Insolia è un’incantevole Nada

La bambina che non voleva cantare: Tecla Insolia è Nada
La bambina che non voleva cantare - Tecla Insolia è Nada

La recensione del film Rai La bambina che non voleva cantare, diretto da Costanza Quatriglio con Carolina CrescentiniPaolo Calabresi e un’incantevole Tecla Insolia: la storia di Nada esprime empatia e famiglia

La bambina che voleva cantare solo per se stessa

La bambina che non voleva cantare racconta l’infanzia e l’adolescenza di Nada Malanima, conosciuta dal pubblico semplicemente come Nada. Liberamente ispirato al libro autobiografico Il mio cuore umano della stessa Nada, è diretto da Costanza Quatriglio (che aveva già curato la regia dell’omonimo documentario del 2009, presentato al Locarno Festival) e racconta un aspetto particolarmente intimo dell’infanzia dell’artista: il rapporto con sua madre Viviana (Carolina Crescentini). Come suggerisce il titolo, il sogno nel cassetto della nota interprete livornese non era affatto quello di diventare una cantante. Sua madre, però, lo voleva ad ogni costo. Non solo: la sua voce sembrava l’unica medicina in grado di sollevarla dalla depressione. L’amore incondizionato che prova per lei pone la piccola Nada (interpretata prima da Giulietta Rebeggiani e poi da Tecla Insolia) in una situazione di contrasto tra quello che vorrebbe e quello che fa. Per sentirsi accettata dal genitore prende lezioni dallo scostante maestro Leonildo (Paolo Calabresi), comincia a partecipare a numerosi concorsi – riportando sempre ottimi piazzamenti – fino all’esordio al Festival di Sanremo nel 1969, a soli 16 anni.

Toscana, anni ’60

La bambina che non voleva cantare immortala un personaggio – quello di Nada – ma anche un periodo storico ben definito. Il film Rai, infatti, fotografa la Toscana e i popolarissimi anni ’60. Il racconto tocca diversi aspetti, da quelli musicali a quelli televisivi, da quelli familiari a quelli puramente sociali. L’Italia si trova in una fase di cambiamento, in cui la famiglia è ancora molto presente nelle scelte dei figli. A fare capolino, tuttavia, è la rivoluzione nei costumi e nelle ideologie: una transizione in cui il pubblico non faticherà a riconoscersi.

La bambina che non voleva cantare: Tecla Insolia e Paolo Calabresi
Tecla Insolia e Paolo Calabresi

Tecla Insolia e Carolina Crescentini

Brillante l’interpretazione di Tecla Insolia, già apprezzata di recente nella serie tv di Rai1 Vite in fuga (qui la nostra recensione). L’artista dimostra di trovarsi a proprio agio sia nella recitazione che nel canto, nonostante la sua giovane età. Considerando che la Insolia, classe 2004, ha appena 17 anni, c’è da ben sperare per il suo futuro artistico. Accanto a lei si fa notare Carolina Crescentini, in quello che è forse uno dei suoi ruoli migliori. L’attrice dà intensità a questa mamma sopraffatta dalla depressione ma in fondo, come ogni genitore, legata a doppio filo alla realizzazione della figlia.

Alla ricerca dell’approvazione della mamma

La regia di Costanza Quatriglio racconta la storia di Nada in modo lineare, senza virtuosismi, affidandosi alla nostalgia creata dalla musica e all’emotività suscitata da alcuni semplici gesti. La bambina che non voleva cantare è anche la storia di una ragazza che fatica a trovare la quadratura del rapporto con la madre e l’evoluzione di questo aspetto, che raggiunge l’apice proprio alla fine del film, è un elemento su cui giustamente valeva la pena soffermarsi. Nessuno sembra capire le motivazioni che spingono la giovanissima Nada ad andare contro i suoi stessi desideri: non ci riesce la sorella (Giulia Battistini), il padre (Sergio Albelli), la nonna, gli amici. Eppure la risposta è semplice e rappresenta il punto focale del film: l’amore incondizionato esiste, e Nada canta per sentirsi il più vicina possibile alla sua mamma.

La bambina che non voleva cantare va in onda su Rai1 il 10 marzo 2021. Il film è una produzione Picomedia in collaborazione con Rai Fiction, prodotto da Roberto Sessa. Nel cast anche Nunzia SchianoMassimo Poggio, Paola MinaccioniDaria Pascal Attolini.

VOTO:
3 stelle e mezza

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