I pionieri, recensione: un coming of age che si fa beffa delle ideologie, comuniste e non

I pionieri - Danilo Di Vita, Francesco Cilia, Matilde Sofia Fazio e Mattia Bonaventura (foto Fandango)
I pionieri - Danilo Di Vita, Francesco Cilia, Matilde Sofia Fazio e Mattia Bonaventura (foto Fandango)

La recensione de I pionieri, un coming of age tutto nostrano interpretato dai bravi Mattia Bonaventura e Francesco Cilia: nella Sicilia degli anni ’90 si intrecciano comunismo, primi amori e ricerca della propria identità

A metà strada tra il cinema di Wes Anderson e lo Stand By Me di Rob Reiner arrivano nelle sale I pionieri di Luca Scivoletto interpretati dai giovanissimi Mattia Bonaventura e Francesco Cilia, assieme a Lorenza Indovina, Peppino Mazzotta ed Eleonora Danco.

Un campeggio improvvisato

Sicilia, estate del 1990. Enrico (Mattia Bonaventura) ha dodici anni e tutti i problemi dei ragazzini della sua età, ma a tormentarlo non sono gli ormoni impazziti o un amore non corrisposto: il suo problema più grande si chiama Partito Comunista Italiano. Il partito di suo padre Michele (Peppino Mazzotta) e di sua madre Luisa (Lorenza Indovina), entrambi super intransigenti e contrari a qualsiasi forma di conformismo culturale: niente religione, niente Reebook, niente Rambo, niente Nintendo. In pratica, niente vita sociale a parte Renato (Francesco Cilia), l’unico amico di Enrico, anche lui figlio di comunisti e che, a dodici anni, si veste e parla come un funzionario di sessanta perché lui al comunismo ci crede davvero. Un giorno d’estate ad Enrico viene un’idea: andare in campeggio. Non uno normale, ma un campeggio in cui rifonderanno i Pionieri, i vecchi scout comunisti ormai estinti da decenni, come il suo amico Renato gli ricorda. E andrebbe tutto liscio se sulla via della fuga non incontrassero Vittorio (Danilo Di Vita), compagno di scuola pluribocciato e manesco che si unisce all’impresa e Margherita (Matilde Sofia Fazio), anche lei in fuga dalla madre, militare americana della vicina base Nato. Quattro ragazzini con ben poco in comune, se non la necessità di scappare.

I pionieri - Danilo Di Vita, Francesco Cilia, Matilde Sofia Fazio e Mattia Bonaventura (foto Fandango) 2
I pionieri – Danilo Di Vita, Francesco Cilia, Matilde Sofia Fazio e Mattia Bonaventura (foto Fandango) 2

Ricordo di un’estate

La struttura e l’atmosfera de I pionieri ricordano non troppo vagamente quelle di un altro classico coming of age della seconda metà degli anni ’80: Stand By Me. Non tanto per le intenzioni tematiche o per la rappresentazione di un’arena comunque molto diversa da quella dei boschi del Maine, quanto piuttosto per l’urgenza di raccontare una storia che parli di ricerca di libertà e di un’identità proprie, e che attraverso i codici specifici di questo genere possa provare anche ad imbastire un ragionamento sui limiti di un’educazione troppo rigida. I pionieri è però, sopra ogni cosa, un film che si fa vivo a contatto con la natura, con quel bosco che di notte appare quasi spettrale specialmente sotto il diluvio, con quegli alberi e quelle fronde che dividono e separano ma offrono anche protezione e conforto, dal mondo esterno e alle volte da sé stessi. In fondo quella de I pionieri è una storia di fuga, sì, ma anche di scoperta di nuove strade, di nuovi pensieri, di nuove pulsioni. Enrico – che si chiama come Berlinguer e che si ritrova a dover vedere il fantasma di quest’ultimo come una sorta di Grillo Parlante – e Renato, ma anche in maniera diversa Vittorio e Margherita, sono dei ragazzini costretti a crescere con l’ombra di genitori influenti e spietati nella loro intransigenza, a cui vengono inculcati dei valori in parte nobili e in parte anacronistici.

I pionieri - Lorena Indovina ed Eleonora Danco (foto Fandango)
I pionieri – Lorena Indovina ed Eleonora Danco (foto Fandango)

Il comunismo è morto

Da un certo punto di vista I pionieri affronta la tragica realtà di un’ideologia sulla via della morte, quella comunista, ma anche di tutte le altre perché hanno perso il loro valore originario: se Renato decide di tenerla in vita non è perché ci creda davvero, ma è perché l’unica corda che lo tiene attaccato disperatamente alla memoria del padre scomparso è proprio quella. Dall’altra parte sia Enrico che gli altri ragazzini sono quanto di più lontano da ciò che il comunismo è stato o ha rappresentato in italia, ma per una curiosa distorsione del fato anche loro sono costretti a subirne l’oppressione o, peggio, lo scontro con un’altra ideologia altrettanto terribile: quella capitalistica rappresentata dagli Stati Uniti d’America. In tutto questo conflitto ad essere sacrificata è l’innocenza del pensiero e dell’immaginazione, della fede in un qualcosa di superiore o nell’inesplicabile, mentre degli adulti ciechi combattono per decidere delle sorti del mondo. E allora, per Luca Scivoletto e per I pionieri del titolo, l’unica cura efficace è la fuga nell’ignoto, nel selvaggio, nei meandri di un luogo in cui trovare uno di quei tanti pezzetti di sé che contribuiscono a formarci e a non renderci schiavi di nessuna ideologia. Il comunismo è morto, il capitalismo morirà. Quando questo succederà, lasciamoli riposare in pace.

I pionieri - Peppino Mazzotta (foto Fandango)
I pionieri – Peppino Mazzotta (foto Fandango)

Il primo passo

Scivoletto i suoi protagonisti li ama davvero, li rappresenta nella loro totale purezza (che non vuol dire ingenuità), ne segue passo passo tutte le disavventure con tutte le loro idiosincrasie nascenti, gli sbalzi d’umore, i primi fuochi dell’adolescenza che incombe. Da questo punto di vista sembra quasi di rivivere un Moonrise Kingdom all’italiana ma senza quell’incanto andersoniano a fare da filtro; piuttosto I pionieri è un film che utilizza l’abbondante umorismo, le situazioni comiche e almeno un paio di sequenze indimenticabili (come quella della bandiera nel finale) per nascondere l’oscurità di un periodo della storia d’Italia e della Sicilia non propriamente facile. Attraverso i suoi piccoli protagonisti I pionieri è un affresco lucido sulla necessità di superare i propri limiti mentali, di essere pionieri nel proprio pensare e agire, di cercare la complessità e la pluralità nel mondo che ci circonda e nelle persone che lo abitano. E se questa lezione arriva da un manipolo di bambini dodicenni, molto più maturi e “grandi” dei loro genitori, forse è il segno che qualcosa nella nostra società non funziona granché; oppure che funziona, in base ai punti di vista. Pluralità e complessità, appunto.

I pionieri. Regia di Luca Scivoletto con Mattia Bonaventura, Francesco Cilia, Danilo Di Vita, Matilde Sofia Fazio, Peppino Mazzotta, Lorenza Indovina, Eleonora Danco e Claudio Bigagli, in uscita oggi 13 aprile nelle sale distribuito da Fandango.

VOTO:

Tre stelle

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