Giorgia al Palalottomatica di Roma con Oronero Tour 2018: recensione

Giorgia Oronero Tour (foto di Beatrice Ciuca)
Giorgia, Oronero tour 2018, Palalottomatica (foto di Beatrice Ciuca)

L’Oronero 2018 di Giorgia parte da Roma. Per le prime due date la cantante gioca in casa e fa il pienone al Palalottomatica.

3 marzo 2018. E’ una grande serata per Roma. Da un lato la squadra cittadina sfida un Napoli non all’altezza delle aspettative scudetto. Dall’altro una romana che non ha rivali sfida quello che era e quello che è adesso, tra luci e ombre: Oronero. Più che un concerto quella di Giorgia è la celebrazione di un rito collettivo, del percorso che l’ha portata dai club alle più importanti venue nazionali in oltre vent’anni di carriera.

Chi pensava ingenuamente di ritrovarsi dinanzi ad un ottimo pop ha invece trovato in questo live è qualcosa che va oltre. Oronero è uno spettacolo a tutto tondo che coniuga al suo interno le più disparate personalità dei lavoratori musicali: dagli ingegneri del suono che riescono a garantire una performance di altissimo livello fino ai tecnici delle luci che offrono uno spettacolo che non ha niente da invidiare ai live di musica elettronica. Ed è tutto sotto l’occhio vigile del fan. Infatti per una scelta ben ponderata il palco è disposto al centro della platea, privo di quinte. A capo di tutto, Giorgia, un’artigiana della musica che ha costruito la sua carriera sulla genuinità delle emozioni vissute e condivise con delicatezza.

Giorgia Oronero Tour (foto Beatrice Ciuca)
Giorgia, Oronero tour 2018, Palalottomatica, Roma (foto Beatrice Ciuca)

E’ un pubblico vasto e trasversale il suo: la coppia di giovani innamorati, i nostalgici degli anni 90, le madri e le figlie, ma anche bambini molto piccoli (come quella che la omaggia con un peluche) o uomini mossi da sincera stima, come quello che le porge un fiore in barba alla security. Giorgia accoglie tutti. Fa il suo ingresso tra il pubblico festante ma educato, che non la prevarica mai. Fa il primo giro intorno al palco scortata da questa marea colorata e tutti insieme si canta Oronero, canzone che da il titolo ad album e tour. Ma è quando sale per quelle scale che Giorgia tira fuori il meglio. Proprio come ogni artigiano ha lavorato tanto per costruire uno spettacolo perfetto.

Canta, certo, ma sorride, corre, salta, incita il pubblico ed è in grado di schernirsi dietro quel “a bona” urlato da qualche fan su di giri e al contempo di tornare in una dimensione intima quando risponde al figlio Samuel che la saluta, del resto per lui è solo la mamma. Non è avida di palco, Giorgia, e si fa accompagnare in un paio di momenti dagli Psycodrummers, già con lei nell’Oronero Tour 2017, e dai Man in Brass Ensemble, che aggiungono un tocco di street swing.

Psycodrummers Giorgia Oronero Tour (foto Beatrice Ciuca)
Gli Psycodrummers sul palco di Giorgia a Roma (foto Beatrice Ciuca)

La scaletta è un saliscendi di emozioni, E poi e Come saprei si ritagliano uno spazio importante della serata ma in quelle due ore c’è tutto: l’immancabile Gocce di memoria si adagia tra Vivi davvero e la più recente Scelgo ancora te. E poi scende dall’alto, stavolta finta, la neve.. posticcia, Come neve, da cui è nata la collaborazione con Marco Mengoni. Tre cambi di abito, tra eleganza e praticità: Giorgia non è una cantante da esibire come una statuina e dopo svariati di giri di palco afferma anche di non farcela più, cosa lontanissima dalla verità. Tanti gli omaggi: una versione di Hey Joe eseguita dalla chitarra di Giorgio Secco e una American Woman eseguita da Sonny T, anche direttore musicale dello show. Dietro una batteria fin troppo massiccia, Mylious Johnson, che sfoggia la maglietta di Primo (ndr: rapper romano dei Cor Veleno scomparso prematuramente a capodanno del 2016) e lei si concede lo spazio finale. La prende alla larga, ci gira intorno, ma quella presenza costante, benché mai menzionata, c’è e ci sarà sempre. E così dopo un accenno a I Don’t Want to Miss a Thing e a My Heart Will Go On, arriva la velata dichiarazione d’intenti: «Quale modo migliore per ricordare un artista se non omaggiandolo?». E parte Onde, accompagnata alle tastiere dal maestro Claudio Storniolo, già collaboratore di Alex Baroni. Il silenzio è religioso, si canta senza voce per non interrompere quel legame ultraterreno che li terrà entrambi legati per sempre. Scendono le lacrime, la commozione è palpabile e la tristezza per quello che poteva ancora essere viene galvanizzata con un applauso alla bravura di Giorgia nell’esecuzione, ma che ha il sapore di un abbraccio collettivo.

Giorgia Oronero Tour (foto Beatrice Ciuca)
Giorgia, Oronero Tour 2018, Palalottomatica, Roma (foto Beatrice Ciuca)

Ma noi siamo qui e nessuno meglio di Giorgia sa cosa significhi continuare a vivere, quindi si chiude con Credo:

Cancellerò il passato per non tornare indietro

mentre riguardo in uno specchio i segni di chi ero

È il tempo del risveglio, risalgo dal profondo

Dopo aver fatto a pugni con me stessa credo

E credo nelle lacrime che sciolgono le maschere

Credo nella luce delle idee

Che il vento non può spegnere

Io credo in questa vita, credo in me

Parole che suonano come un mantra: la tristezza non si cancella, ma si usa come sprone per andare avanti. E ci si sente legittimati ad assaltare il palco per stringere la mano di Giorgia, come sincero ringraziamento per celebrare le ultime due ore, volate come gli ultimi vent’anni.

VOTO:

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci qui il tuo nome