Diabolik, recensione: Luca Marinelli e Miriam Leone magnetici, ma il film dei Manetti non incanta

Diabolik - Luca Marinelli
Diabolik - Luca Marinelli

La nostra recensione di Diabolik dei Manetti Bros., con Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea, elegante trasposizione del fumetto con impostazione da noir classico che intrattiene, ma non incanta

Rincorso, bramato, sognato. Si è tentato a più riprese di trasporre al cinema Diabolik, una delle serie fumettistiche maggiormente radicate nell’immaginario collettivo italiano (e non solo). Ci aveva provato Mario Bava nel ‘68 guadagnandosi lo sdegno delle sorelle Giussani, le autrici del fumetto, che non avevano riconosciuto nel personaggio interpretato da John Phillip Law, il loro Re del Terrore. Dopo cinquant’anni di silenzio cinematografico l’iconico criminale vestito di nero torna al cinema con Diabolik, il nuovo film dei Manetti Bros. Dalla pellicola sprizza l’amore incondizionato dei due registi, grandi fan del personaggio, nei confronti del fumetto adattato su schermo con profondo (forse troppo) rispetto.

Diabolik - Valerio Mastandrea e Miriam Leone
Diabolik – Valerio Mastandrea e Miriam Leone

Inseguimenti, furti e nuovi incontri

Clerville, fine anni ‘60. L’oscuro Diabolik (Luca Marinelli) mette a segno un colpo dopo l’altro riuscendo, ogni volta, a sfuggire alla cattura da parte del commissario Ginko (Valerio Mastandrea). L’arrivo in città dell’affascinante Lady Kant (Miriam Leone), alletterà le mire dell’infallibile ladro, intenzionato a rubare un preziosissimo diamante che l’ereditiera porta con sé dal Sudafrica. Il fascino della donna ammalia Diabolik che, ritrovatosi in una situazione di estremo pericolo e con Ginko alle calcagna, trova in Eva la partner ideale per le rischiose avventure che lo attendono.

Diabolik - Luca Marinelli
Diabolik – Luca Marinelli

Il rispetto dei Manetti 

I Manetti Bros. hanno dichiarato che il loro intento nella lavorazione di questa pellicola non era di realizzare un film su Diabolik, ma un film di Diabolik. La conseguenza di questa prospettiva è il tentativo di riproporre sullo schermo l’atmosfera da noir compassato delle pagine del fumetto. Considerando la scelta delle ambientazioni (un collage di location italiane da Milano a Bologna fino a Trieste) e il character design dei personaggi, cui si associano scelte di casting particolarmente azzeccate e un ottimo lavoro sui costumi, il duo di registi rende omaggio all’opera fumettistica, compiendo un’operazione quasi filologica. Non tutto ciò che è efficace su carta, però, funziona in un mezzo dinamico come il cinema. 

Diabolik - Miriam Leone e Luca Marinelli
Diabolik – Miriam Leone e Luca Marinelli

Colpi da cinema classico

Il problema più evidente di Diabolik è un ritmo non particolarmente vivace che appesantisce le più di due ore di durata del film. Si calca troppo la mano su una certa seriosa austerità, sicuramente figlia della diabolica glacialità del suo protagonista, ma che diventa quasi pedante anche e soprattutto a causa di un’impostazione registica e narrativa che molto ricorda i noir del cinema classico hollywoodiano. Diabolik è stato dichiaratamente girato come fosse un film degli anni ‘60. Una scelta stilistica coerente con l’ambientazione storica delle vicende, che dona al cinecomic eleganza, ma non gli permette di incantare. 

Diabolik - Luca Marinelli
Diabolik – Luca Marinelli

If he can’t, Eva will

Fare un film di Diabolik vuol dire anche valorizzare al meglio la sua iconica partner Eva Kant. Perché il Re del Terrore non sarebbe così pericoloso e infallibile se non potesse contare sulla sua biondissima, scaltra e letale compagna. Eva incarna una femminilità emancipata e consapevole, che sfrutta la sua avvenenza per il proprio tornaconto, ma non si cristallizza in essa, dimostrando una grinta che la rende co-protagonista della storia e non semplice spalla del suo amato ladro. Con buona pace dello stereotipo della fidanzatina che deve essere salvata dall’eroe di turno e della pessima rappresentazione del personaggio nel film di Bava, in cui Eva veniva talmente sessualizzata da perdere ogni profondità. Miriam Leone e il suo carisma magnetico, invece, sono i mezzi perfetti per mettere in scena la forza di un personaggio ambiguo e tenace come quello di Lady Kant.

Diabolik - Miriam Leone
Diabolik – Miriam Leone

Un film d’altri tempi

Se Miriam Leone ruba la scena ogni volta che viene inquadrata e Luca Marinelli coglie tutto il cinismo e brutalità elegante del suo personaggio, Valerio Mastandrea nei panni di Ginko appare decisamente sottotono. Proprio quest’ultimo, come il resto del cast, opta per uno stile recitativo agè, che ben si amalgama con lo stile classico della pellicola, ma che nel 2021 risulta a tratti straniante. Diabolik sembra un film d’altri tempi, che intrattiene ma non esplode. Anche l’uso degli effetti speciali artigianali, centellinando l’apporto del digitale contribuisce ad intensificare questa suggestione. Neppure la buona colonna sonora di Pivio & Aldo De Scalzi o le due intense canzoni scritte per il film da Manuel Agnelli riescono ad aggiungere quel pizzico di energia che avrebbe tanto giovato alla pellicola. Che Diabolik abbia trafugato anche la verve coraggiosa e scatenata che ha sempre caratterizzato i Manetti Bros.?

Diabolik. Regia dei Manetti Bros. Con Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Alessandro Roia, Serena Rossi, Claudia Gerini e Vanessa Scalera. Uscita al cinema 16 dicembre 2021, distribuzione 01 Distribution.

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