X-Men ’97, recensione delle prime 3 puntate: il sequel della storica serie animata alza il tiro

X-Men '97 - una scena della serie
X-Men '97 - una scena della serie

La nostra recensione di X-Men ’97, sequel arrivato dopo quasi 30 anni della serie animata Insuperabili X-Men su Disney+: aumentano ambizioni, personaggi e sottotrame e soprattutto il sottotesto politico e sociale

X-Men ’97 rappresenta il ritorno nel mondo dei supermutanti Marvel, dopo che al cinema ci eravamo lasciati con l’ultimo, disastroso, X-Men: Dark Phoenix. Un ritorno per ora in forma animata e non live action (in attesa di rivederli nel reboot del MCU), che prosegue gli eventi lasciati in qualche modo in sospeso dopo la conclusione della storica Insuperabili X-Men terminata nell’oramai lontano 1997. Non è però necessario conoscere o aver visto la serie originale per approcciarsi a questo sequel, perché la Disney si è assicurata di esplicitare in modo non troppo didascalico lo status del mondo narrativo. Da quel che abbiamo visto ci sembra un buon passo verso la giusta direzione.

X-Men '97 - una scena della serie
X-Men ’97 – una scena della serie

Un nuovo nemico

In seguito alla scioccante morte del professor Charles Xavier Wolverine, Ciclope, Jean Grey, Tempesta, Rogue, Jubilee e gli altri dovranno ritrovare fiducia in loro stessi e rinsaldare il loro legame, mentre navigano un nuovo mondo senza la guida del loro Xavier. Tutto questo finché il loro nemico di sempre, Magneto, fa il suo ritorno sostenendo di aver ricevuto in eredità tutto ciò che apparteneva all’amico-nemico Charles, e dunque tutta la sua accademia e anche gli X-Men. All’orizzonte, però, un nuovo nemico ancora più terrificante di nome Sinistro fa la sua apparizione, con l’obiettivo di distruggere gli X-Men attraverso la loro progenie mentre il mondo è sempre più stanco dei supermutanti.

X-Men '97 - una scena della serie
X-Men ’97 – una scena della serie

Un ritorno interessante

Ci voleva decisamente un cambio di passo, o di prospettiva, dopo la parabola cinematografica sempre più discendente e il tornare alle origini era uno dei modi possibili. X-Men ’97 si riallaccia quindi al passato, più che al futuro, perché racconta di un squadra ancora non separata dagli eventi cinematografici o comunque di un probabile universo in cui gli eventi del canone cinematografico non sono mai avvenuti. Nel farlo la nuova creatura di Beau DeMayo comincia già a toccare alcuni argomenti che probabilmente verranno sviscerati nelle successive puntate e stagioni, come la responsabilità dell’essere genitori per quanto riguarda Jean Grey e Ciclope o il peso del pregiudizio.

È un ritorno pieno di attese e di aspettative da non tradire quello di X-Men ’97 perché non sfrutta mai troppo il fattore nostalgia sconvolgendo i piani narrativi quanto basta per creare ulteriore interesse, come nel Magneto-centrico secondo episodio (il migliore dei tre), quando la parabola che caratterizza il supermutante forse più sfaccettato di tutti si fa politica, abbraccia la retorica dell’accettazione del diverso e indugia su ciò che accade quando intolleranza e pregiudizio offuscano il giudizio morale.  Nell’attesa di capire come evolverà l’arco di trasformazione di Erik Lehnsherr, tutti o quasi gli X-Men a questo giro sembrano essere più centrali e centrati che in passato.

X-Men '97 - una scena della serie
X-Men ’97 – una scena della serie

Supermutanti e umani

È però il rapporto di amicizia/inimicizia, incontro/scontro tra supermutanti e umani a rappresentare ancora una volta il fulcro, e il motivo d’interesse principale, di quest’ennesima trasposizione. Come già avveniva nella lunga saga cinematografica in X-Men ’97 il conflitto centrale vede gli allievi del professor Xavier avere a che fare con una società che li ama e li teme allo stesso modo, che prima vorrebbe innalzarli a paladini dell’ordine e della legge per poi arrivare a processarli, o peggio, perfino a perseguitarli quando le cose si mettono male.

È un particolare tipo di innesco narrativo che lavora su più piani e che accresce il potenziale drammaturgico di una storia in cui si vorrebbe evitare il manicheismo a tutti i costi, e in cui tutti i personaggi (umani o non che siano) dovrebbero apparire molto più sfaccettati e complessi che altrove. Per quello che abbiamo visto ci sembra che DeMayo abbia fatto un passo nella giusta direzione, perché X-Men ’97 bilancia bene la componente spettacolare con la costruzione dal basso dei suoi personaggi, con la coerenza tematica e con i vari twist diegetici come quelli che chiudono primo e terzo episodio rispettivamente.

Un encomio particolare va all’animazione e alla texture dei personaggi, sempre fluidi e visivamente ricchi, mentre il doppiaggio soprattutto all’inizio rimane ancora un po’ piatto e privo di sfumature vocali ed emotive su alcuni personaggi. Nel complesso, però, X-Men ’97 si dimostra un gradito ritorno e una scommessa per ora vinta, sperando che questa saga di animazione non segua il percorso di ascesa e tonfo di quella vista sul grande schermo.

TITOLO X-Men ’97
REGIA Beau DeMayo
ATTORI Con le voci originali di Ray Chase, Jennifer Hale, Lenore Zann, George Buza, Holly Chou, Christopher Briton, Alison Sealy-Smith, Cal Dodd
USCITA dal 20 marzo 2024
DISTRIBUZIONE Disney+

 

VOTO:

Tre stelle e mezza

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci qui il tuo nome