Un’ombra sulla verità, recensione: plagio e fake news nel film di Philippe Le Guay

François Cluzet, Jérémie Renier e Bérénice Bejo - Un'ombra sulla verità
François Cluzet, Jérémie Renier e Bérénice Bejo - Un'ombra sulla verità

La recensione di Un’ombra sulla verità, film diretto da Philippe Le Guay con François Cluzet, Jérémie Renier e Bérénice Bejo: un villain composto per affrontare il tema della persuasione e delle fake news

Olocausto e negazionismo

Simon Sandberg (Jérémie Renier) è alla ricerca di un acquirente per la sua cantina, che decide di vendere al misterioso Jacques Fonzic (François Cluzet). Fidandosi di lui, decide di dargli le chiavi ancor prima di firmare l’atto di vendita. Tuttavia ben presto Simon e sua moglie Hélène (Bérénice Bejo) scoprono che l’uomo nasconde una terribile verità: l’ex professore è stato cacciato dall’istituto in cui insegnava a causa un crimine intollerabile che affonda le radici addirittura nell’Olocausto. Per Simon, che ha origini semite e uno zio scomparso proprio nei campi di concentramento, inizierà una vera e propria guerra contro il nuovo inquilino: una guerra anche (ma non solo) legale, aiutato dal vecchio amico Luka Steiner (Sharif Andoura), che lo costringerà dolorosamente a fare i conti con il suo passato.

L’uomo della cantina

Un’ombra sulla verità ha un villain ben preciso: è L’homme de la cave del titolo originario, quel François Cluzet che interpreta Jacques Fonzic. Nonostante il cattivo di turno sia facilmente individuabile, le sue caratteristiche fisiche e verbali gli permettono di mimetizzarsi abilmente tra la gente. Travestito dal tipico “uomo medio”, il personaggio non ha bisogno di gridare né di essere notato a tutti i costi. Anziché mettersi al centro dell’attenzione, egli è così subdolo da lanciare una frase provocatoria all’interno di un discorso più ampio o di porre una semplice domanda che inviti alla riflessione sulle tematiche a lui più care. Così, il confine tra libertà di espressione, manipolazione e istigazione all’odio diventa sempre più sottile.

François Cluzet, Jérémie Renier e Bérénice Bejo - Un'ombra sulla verità
François Cluzet, Jérémie Renier e Bérénice Bejo – Un’ombra sulla verità

Un passato pericolosamente in sospeso

Le conseguenze più dirette del comportamento di Fonzic ricadono sulla famiglia di Simon Sandberg. Quest’ultimo sarà costretto a fare i conti con un passato relativamente lontano, rimasto però pericolosamente in sospeso. Cercando di fare pace con le sue origini e con la sofferenza provocata dall’Olocausto ad un ebreo dei giorni nostri, si assiste allo sgretolamento di una serenità che è tale solo in apparenza. La pellicola diretta da Philippe Le Guay si approccia alla tematica con familiarità, mettendo a proprio agio lo spettatore e facendo sì che ogni scena appaia “normale”.

Familiarità

È proprio così: vita di coppia, conflitti padre-figlia, primi amori, quotidianità fatta di lavoro-scuola-sport. Nulla da segnalare, se non fosse per le teorie negazioniste lanciate qua e là da quell’uomo arrivato all’improvviso per stabilirsi niente meno che in cantina. Questa scelta paga fino ad un certo punto: sicuramente permette a Un’ombra sulla verità di apparire credibile e di rispecchiare il contesto tipo nel quale si diffondono le mille verità lanciate da internet, social e tastiere in generale. Dall’altra, tuttavia, viene meno l’incisività. Ci si ritrova così alla fine del film, con uno scontro tra il protagonista e l’antagonista: loro sono entrambi saturi e sul punto di scoppiare, cosa che invece non accade allo spettatore sulla poltrona.

Un’ombra sulla verità arriva nelle sale italiane il 31 agosto grazie a BiM Distribuzione. La pellicola si è aggiudicata il Premio del Pubblico a France Odeon, con l’assegnazione del Premio Foglia D’Oro a Philippe Le Guay. Diretto da Philippe Le Guay, nel cast figurano François CluzetJérémie RenierBérénice Bejo, Victoria Eber, Sharif Andoura e Jonathan Zaccaï.

VOTO:
3 stelle

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