Un matrimonio mostruoso, recensione: tra commedia e fantasy il ritorno dei nostri Addams

Un matrimonio mostruoso - Ilaria Spada e Ricky Memphis (foto di Chiara Calabrò)
Un matrimonio mostruoso - Ilaria Spada e Ricky Memphis (foto di Chiara Calabrò)

La recensione di Un matrimonio mostruoso, sequel sempre diretto da Volfango De Biasi: Ricky Memphis, Maurizio Mattioli e Paola Minaccioni sono le novità di un film che vive di momenti ma non di coesione

Le due famiglie più mostruose del cinema italiano sono tornate. Un matrimonio mostruoso, sequel de Una famiglia mostruosa uscito nel 2021, recupera il regista Volfango De Biasi e gran parte del cast, ad eccezione di Lucia Ocone qui sostituita da Paola Minaccioni, e aggiunge pure qualche new entry di peso come Ricky Memphis, Maurizio Mattioli ed Elisa Di Eusanio. Questo secondo capitolo unisce ancora una volta fantasy e commedia all’italiana, ma si dimentica di dare la giusta omogeneità e una struttura solida al proprio canovaccio.

Un funerale e un matrimonio

Non è sempre vero che se ne vanno i migliori. É passato a miglior vita Nando (Claudio Greg Gregori), capofamiglia del clan Cornicioni che, per una tragica fatalità, è finito in una doccia di cemento a presa rapida. Il triste evento ha riunito la famiglia umana di Luna (Emanuela Rei), figlia di Nando, e quella mostruosa del marito Adalberto (Cristiano Caccamo). I parenti, affranti, ignorano che Nando non è nell’aldilà ma in un lontano paradiso fiscale, a godersi la vita assieme ad una nuova compagna. L’unica a conoscere la verità è sua moglie Stella (Ilaria Spada), abbandonata senza un soldo e alla ricerca di un modo per saldare i debiti del “defunto” marito. Stella decide di approfittare della crisi matrimoniale tra il consuocero Vladimiro (Massimo Ghini) e Brunilde (Paola Minaccioni), riuscendo a scalzare nel cuore del vampiro la strega. Ma Brunilde non si dà per vinta perché è pronta a tutto per salvare il suo secolare matrimonio, anche ad allearsi con l’avvocato di Stella, Remo (Ricky Memphis).

Un matrimonio mostruoso - Massimo Ghini (foto di Chiara Calabrò)
Un matrimonio mostruoso – Massimo Ghini (foto di Chiara Calabrò)

Intenzione e ambizione non bastano

Non si può certo dire che Un matrimonio mostruoso non provi ad imboccare una strada diversa rispetto alla classica commedia italiana contemporanea; a partire dalla sequenza iniziale del funerale di Nando, la più riuscita e divertente del film, questo secondo capitolo si sforza di avvicinarsi ancora di più ai modelli di certa commedia sofisticata a La Famiglia Addams, senza ovviamente rinunciare alla presa per i fondelli di certi vizi e comportamenti italici. Il problema però nasce quando le ambizioni e le intenzioni di per sé nobilissime cozzano contro una sceneggiatura non in grado di imbastire un canovaccio che mantenga ritmo, freschezza e inventiva, perché vorrebbe puntare a certo cinema di Mel Brooks ma finisce per accostarsi molto più vicino alle ultime commedie dei Vanzina. Il risultato è una pellicola che procede a zigzag, a spezzoni, e che alterna momenti e battute a fuoco (come i siparietti tra una bravissima Ilaria Spada e un altrettanto bravo Ricky Memphis o quelli tra Paola Minaccioni e Massimo Ghini), ad intervalli inconsistenti e confusi che strappano noia più che risate. Ed è un peccato perché i matrimoni e i funerali al cinema sono sempre forieri di possibilità creative, di incidenti, di cambi di direzione improvvisi, di dinamismo narrativo e qui ci sono un funerale spassoso che apre il film e un matrimonio spassoso che lo chiude; i problemi stanno nel mezzo.

Un matrimonio mostruoso - Paola Minaccioni (foto di Chiara Calabrò)
Un matrimonio mostruoso – Paola Minaccioni (foto di Chiara Calabrò)

Gli attori sono (quasi tutti) in gran forma

Come già avveniva nel film precedente Un matrimonio mostruoso diventa un vero e proprio showcase di pezzi da 90 della nostra commedia, ma anche di attori meno esperti ma con un buon potenziale davanti  sé. A rubare la scena a tutti sono ancora una volta le donne, a partire dal duo formato da Ilaria Spada e Paola Minaccioni, che sfoggiano dei tempi comici perfetti e che riescono a rendere odiosi e allo stesso tempo irresistibili le loro Stella e Brunilde. Altra menzione speciale va alla sempre sottovalutata e poco utilizzata Elisa Di Eusanio con un personaggio, quello della mamma disperata Monia, purtroppo poco sfruttato dagli sceneggiatori mentre sono sempre una garanzia Ricky Memphis e Maurizio Mattioli, qui una volta tanto non imparentati tra loro. E se uno strepitoso Paolo Calabresi ci regala una zia Isadora Duncan d’antologia, a metà tra derive drag e frankensteiniane, a soffrire più di tutti sono Emanuela Rei e Giovanni Caccamo perché i novelli sposini Luna e Adalberto proprio non funzionano, ed è una colpa di scrittura. I loro battibecchi non trovano mai una chiave comica efficace, sono petulanti e fastidiosi e anche il twist che ad un certo punto li riguarda, e che potrebbe invertire il punto di vista dello spettatore rendendo le dinamiche più incisive, viene abbandonato a sé stesso senza troppa convinzione.

Un matrimonio mostruoso - Ilaria Spada (foto di Chiara Calabrò)
Un matrimonio mostruoso – Ilaria Spada (foto di Chiara Calabrò)

Uno sguardo all’attualità

In tutto questo Un matrimonio mostruoso prova, anche se un po’ troppo timidamente, ad entrare con un piede nel lago del commento sociale proprio attraverso il rapporto tra il personaggio di Isadora e quello di Glauco; si parla di accettazione e di apertura verso nuovi tipi di amore ma anche, in un certo senso, della volontà di non invecchiare da soli, di quella fase a metà tra insicurezza per il futuro e nostalgia per il passato che ti porta ad essere più tollerante. Poi, certo, questa è un commedia a tutti gli effetti che il registro e il tono spensierati e giocosi non smettono mai di evidenziare, però è interessante notare come un filo nascosto di quel sentimento malinconico possa farsi strada tra i meandri della risata. Un matrimonio mostruoso è quindi un’operazione che spinge verso un certo progressismo ammantandosi però di classicità, e nel voler tenere il piede in troppe scarpe diverse rischia di non possedere un passo proprio. Come afferma saggiamente il regista Volfango De Biasi in conferenza stampa, la commedia è una cosa serissima e si vede che lui e tutto il resto del cast ci credono davvero. Un matrimonio mostruoso è un film realizzato con amore e anche con una discreta cura, ma è troppo incerto sul cosa vorrebbe essere e non ha una struttura diegetica così forte da poter eventualmente nascondere alcuni cali di ritmo comico, o al contrario una costruzione del meccanismo della risata così ficcante e incisivo da riuscire a mascherare le debolezze strutturali. Apprezziamo comunque il tentativo.

Un matrimonio mostruoso. Regia di Volfango De Biasi con Massimo Ghini, Paola Minaccioni, Ilaria Spada, Ricky Memphis, Maurizio Mattioli, Elisa Di Eusanio, Emanuela Rei, Cristiano Caccamo, Paolo Calabresi e Claudio Greg Gregori, in uscita mercoledì 21 giugno distribuito da 01 Distribution.

VOTO:

Due stelle e mezzo

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