Tiziano Ferro, tutti i testi dei brani de Il mondo è nostro e il suo racconto traccia per traccia

Tiziano Ferro - PH Walid Azami (3)
Tiziano Ferro - PH Walid Azami (3)

Vi presentiamo in anteprima i testi del nuovo disco di Tiziano Ferro Il mondo è nostro, con il suo racconto traccia per traccia

Esce questo venerdì 4 novembre Il mondo è nostro, l’atteso nuovo album di Tiziano Ferro (compra qui il CD oppure l’esclusivo box con CD + 5 cartoline), a distanza di tre anni dal precedente Accetto miracoli. In anteprima ecco tutti i testi e il suo racconto traccia per traccia.

Guarda anche la nostra video intervista a Tiziano!

Il mondo è nostro, la tracklist

01 Il Paradiso Dei Bugiardi
02 Il Mondo È Nostro
03 La Vita Splendida
04 Addio Mio Amore
05 La Prima Festa Del Papà
06 r()t()nda con thasup
07 Mi Rimani Tu
08 A Parlare Da Zero
09 L’Angelo Degli Altri E Di Se Stesso con Caparezza
10 Ambra/Tiziano con Ambra Angiolini
11 I Miti con Roberto Vecchioni
12 Quando Io Ho Perso Te
13 For Her Love (Sempre Amata) con Sting

Tiziano Ferro - Il mondo è nostro cover
Tiziano Ferro – Il mondo è nostro cover

1 – Il paradiso dei bugiardi

di Tiziano Ferro
Publishing: Sugarmusic Spa, Pandar Italia Srl

Io non sono nessuno
Lo so già dal principio
Con la pace sul volto
E nel cuore il suicidio
Quanto brucio di rabbia
Non lo so raccontare
Quindi sorrido in camera
Sullo sfondo il mare
Scrivo una lettera sopra il cuscino
Dimenticandomi sogno un bambino
Era sbagliata la mia sensazione che fossero tutte
belle persone
Con presunzione mi trovo a pensarci
Che l’hanno vinta soltanto i bastardi
Che Tu fossi più di un pagliaccio vigliacco
…ma questo è quanto
E se passa… sarò qui
E se resta…sarò qui
Non ritorna…Dico NO
Si nasconde… dico NO
Tanto passa… E Io sarò qui
resterò qui Tu non sarai qui
Tra uno due massimo tre anni
(enjoy)
il PARADISO DEI BUGIARDI
Mi amarono a ragione o torto
Come un vincente gladiatore
Per poi gettare in mare il corpo
Perché morire è il mio talento migliore
Non mi trovo pregi neanche a cercarli
Tu sei “Nessuno”, Ulisse sai accecarli
L’ipocrisia è la tua arte, la ammiro
Starei a disquisirne per ore… ma ho tre sere a San
Siro
E
se passa… sarò qui
E se resta… sarò qui
Non ritorna… Dico NO
Si nasconde… dico NO
Tanto passa… E Io sarò qui
resterò qui Tu non sarai qui
Tra uno due massimo tre anni
(enjoy) TRA i BUGIARDI
Spaccheremo tutto con la voce in mille pezzi,
mentre il mondo intero canta una canzone nostra
E sono tuo Roma, questo amore mi fa padre
Come una madre che guarda suo figlio trionfare
E ti strapperò un sorriso… mentre stai ferma e
piangi
E ti sentirai amata… dopo le spinte e i calci
Figlio, amico, angelo, fratello mentre tremo
Fanculo e chi ci odia non sorrido ma non temo
Pensa alla prima volta che hai detto “ti amo”
La prima volta che passato un anno ci abbracciamo
La prima volta che davanti allo specchio non ci
odiamo
Nati già perdenti ora guarda mentre vinciamo
E per voi
io…sarò qui
Se vorrai io… sarò qui
Ti aiuto io a… dire NO
è tardi…
TRA I BUGIARDI
E se passa…sarò qui
E se resta… sarò qui
Non ritorna… Dico NO
Si nasconde… dico NO
Tanto passa… E Io sarò qui resterò qui
Tu non sarai qui
Tra uno due massimo tre anni
(enjoy) il PARADISO DEI BUGIARDI
.I’m back …I’m back …sono tornato…
…I’m back …sono tornato…
E dimmi che farai?
Tu non ne scrivi di canzoni perchè non t’innamori
E se la scrivi come minimo è con altri cinque autori
E allora scrivila un po’ tu una canzone d’amore
Ma tra le parentesi voglio vedere solo il tuo nome
…d’autore
…e allora dimmi
Dimmi dimmi
Dimmi dimmi
dimmi che farai?
Dimmi Dimmi
Dimmi dimmi
Dimmi dimmi che farai?
Ora che… sono tornato
“I’m back” …sono tornato
“I’m back”
…sono tornato
“I’m back” …I’m back bitches!!!

Racconta Tiziano Ferro: «Questo è un brano “agguerrito” che viaggia su due binari paralleli. Da una parte c’è uno sfogo contro gli haters, ci sono anni e anni di offese ‘incassate’.
Dall’altra parte c’è la ricerca di una nuova consapevolezza e la risposta al peggior hater possibile: me stesso. Non ho mai aizzato o assecondato polemiche, neanche quando le offese ricevute erano gratuite, infamanti e spesso anche false. Sono stato ferito tante volte e spesso non mi sono sentito in pace di fronte a determinati sentimenti negativi – pur essendo consapevole che sia umano provarne. Ho quindi deciso di far confluire tutta quella tempesta di sentimenti contrastanti in qualcosa di utile, liberatorio e forse anche catartico. Una canzone, per trasformare la sofferenza scaturita da quegli attacchi in qualcosa di positivo. Non ci sono destinatari precisi, ho fatto pace con il passato. Questo brano è di tutti e per nessuno, è per chiunque senta il bisogno di reagire all’odio di cui si sente oggetto e spero inoltre che possa far riflettere chi invece compie queste orribili azioni. Cit. testo: “E ti strapperò un sorriso… mentre stai ferma e piangi E ti sentirai amata… dopo le spinte e i calci Figlio, amico, angelo, fratello mentre tremo Fanculo e chi ci odia non sorrido ma non temo Pensa alla prima volta che hai detto “Ti amo” La prima volta che passato un anno ci abbracciamo La prima volta che davanti allo specchio non ci odiamo Nati già perdenti ora guarda mentre vinciamo”. La seconda lettura, riassunta nella frase “non mi trovo pregi neanche a cercarli (…) starei a disquisirne per ore ma ho tre sere a San Siro”, è invece una risposta a me stesso e alla paura, a 40 anni di non essere al passo con la generazione social e il suo linguaggio. Victor – ospite nel brano – a un certo punto irrompe dichiarando: “And that, Ladies and gentlemen, is a mic drop” perché alla fine mi rendo conto di un semplice assunto: io scrivo canzoni che raccontano le emozioni della gente, le mie. E lo devo al pubblico che mi segue da oltre 20 anni. Quell’amore ha generato moltissimi biglietti venduti e spesso gelosamente conservati dal 2019. Mi rendo conto che il brano può risultare controverso, lo so, ma a 40 anni voglio prendermi il diritto di
riempire il foglio bianco come mi pare. Noncurante delle eventuali “code di paglia” che cadranno vittima del mio divertissement. Come disse Maryl Streep durante un discorso di accettazione ai Golden Globes: “Prendete il vostro cuore spezzato e trasformatelo in arte”».

2 – Il mondo è nostro

Tiziano Ferro
Publishing: Sugarmusic Spa, Pandar Italia Srl

Siamo tornati qui
Con l’ultimo treno perso
E non è colpa tua
Era solo amore, almeno penso
Tornerà, tornerà forse tornerà
Come il bacio di una madre ogni giorno
Come l’ultimo più bel ricordo
Il mondo è nostro
È passato anche dicembre
Ho amato così tanto
Che il dolore sembra niente
Il dolore tuo
Il dolore che passammo
Nel 2020 o forse un altro anno
Il mondo
Il mondo
Il mondo
Il mondo è nostro
L’odore tuo
L’odore di quell’anno
Amico mio
Gli abbracci torneranno
Siamo ancora qui
Siamo ancora in bilico…
Ma se non puoi dare il massimo
Almeno prova a dare il minimo
Tornerà, tornerà, tornerà
Siamo figli di quest’anno che vieta
Mentre la città riprende vita
Il mondo è nostro
È passato anche dicembre
Ho amato così tanto
Che il dolore sembra niente
Il dolore tuo
Il dolore che passammo
Nel 2020 o forse un altro anno
Il mondo
Il mondo
Il mondo
Il mondo è nostro
L’odore tuo
L’odore di quell’anno
Amico mio Gli abbracci torneranno
E sopravviveremo a un anno in meno
E sopravviveremo a chi eravamo
Al tempo che passò poco veloce
Ai piani di un destino atroce
Il mondo è nostro
È passato anche dicembre
Ho amato così tanto
Che il dolore sembra niente
Il dolore tuo
Il dolore che passammo
Nel 2020 o forse un altro anno
Il mondo
Il mondo
Il mondo
Il mondo è nostro
L’odore tuo
L’odore di quell’anno
Amico mio
Gli abbracci torneranno

Racconta Tiziano Ferro: «Questa canzone nasce nel periodo della pandemia, un periodo complicato che ha rimesso in discussione il mio ruolo di artista. Durante quei mesi ho sentito l’obbligo morale di fare qualcosa. Vedevo i medici che stavano salvando vite
umane ed ero convinto che anche io, in quanto artista, avrei dovuto fare la mia parte.
Se il mondo sta crollando, l’artista deve incitare, ispirare. Questo è il suo ruolo. Il mio.
L’arte è stata fondamentale in quel momento. Le persone avevano la televisione, la musica, l’arte appunto, a cui aggrapparsi per concedersi un momento di svago da tutto quello che stava accadendo attorno a noi. Durante quei mesi mi sono reso conto anche che non esisteva più la solitudine del singolo individuo: eravamo tutti soli. Ero lontano dai miei genitori, dal mio Paese, ero dall’altro lato del mondo ma in quel momento sarei potuto essere a Tokyo, a Milano o a Los Angeles e non sarebbe cambiato nulla. Mio fratello era a due metri dai miei genitori e comunque non poteva vederli. “Il Mondo È Nostro” fotografa i miei ultimi anni e tutto ciò che mi ha reso – nel bene e nel male – l’uomo che sono. Questa canzone è il sunto di ciò che questo disco contiene e meritava un tributo – ecco il perché
ho voluto incorniciarlo facendolo diventare il titolo dell’intero album. Troppo frequentemente ci perdiamo davanti alla preoccupazione in merito a ciò che non abbiamo.
Mi piace l’idea che il disco sia nato da questo concetto: prendersi il diritto di celebrare il proprio mondo, di farlo senza aver paura di poter sbagliare, perché non esistono errori. Ed essere grati per la miriade di doni che abbiamo ricevuto – e continuiamo a ricevere – dalla vita».

3 – La vita splendida

di Dario Brunori, Antonio Di Martino / Tiziano Ferro, Dario Brunori, Antonio Di Martino
Publishing: Sugarmusic Spa, Pandar Italia Srl, Sony Music Publishing (Italy) Srl, Picicca Srl

Amati più che puoi
E poi Amati come vuoi
E lascia stare chi ti
punta sempre il dito
E lascia stare chi non l’ha capito
Mettiti quel vestito
Anche se dicono che non ti sta
E smettila di dire sempre
Che per ballare non hai più l’età
E poi chiediti come stai
Da quanto tempo non lo fai?
Tu che eri una che viveva d’istinto
Ora al futuro ci credi a stento
Tu che per sempre non esiste mai
Che non esiste chi ama come noi
Tu che più cadi e più ritorni in piedi
Tu che alla fine ancora un po’ ci credi
Ci credi?
A una vita così
Che anche quando Ti spettina è splendida sì
Sembra quasi una corsa ad ostacoli
E tu Tu vuoi battere il record mondiale
Anche quando il traguardo scompare
Splendida Sì Splendida…
Splendida malinconia
Splendida quella bugia
Che ti tiene prigioniera Da vent’anni
E aggrappata a una fotografia
Splendida anche questa luna
Che non hai certo fabbricato tu
Splendida la paura Di dire a tutti che ora vuoi di più
Di più
Da una vita così
Che anche quando ti spettina
È splendida sì
È una specie di corsa ad ostacoli
E tu Tu vuoi battere il record mondiale
Anche quando va tutto
A puttane Anche se a volte Vorresti morire
Com’è facile dirsi bugie
Quando piove e tu
Ti senti sola
Ma una vita così
Io la voglio lo stesso
Una vita così
A pensarci mi vengono i brividi
Ma io la voglio cantare
Anche quando L’orchestra scompare
Lalalalalalalala
La vita splendida

Racconta Tiziano Ferro: «La vita splendida è un dialogo con una mia ipotetica cara amica, una persona con cui sono cresciuto, mi sono confrontato a 20, 30 e 40 anni. Si parla di insicurezze e fragilità, di momenti belli e quelli più difficili. È un brano esistenziale che celebra la vita e l’amore che un’amicizia profonda può generare. Un amore estremista e immortale. Perché con un amico vero non importa condividere le stesse opinioni ad ogni costo, o pensare sempre allo stesso modo. Non importa neppure se l’amico fa o dice cose giuste o ingiuste. Il bene che lega due amici prescinde da tutte queste sovrastrutture. È puro. Due amici possono prendersi a pugni, litigare in maniera accanita, ritrovarsi da lati opposti delle barricate ma l’amicizia vera non si incrina di fronte alla disparità, che eventualmente diventa invece una bella lezione di vita. Ed è di questo che si parla in questa canzone: di vita. È un bilancio, come fu Alla mia età, scritta tra i 28 e i 30 anni e in un momento durante il quale avevo bisogno di fare bilanci (in quegli anni avevo iniziato a stare male e andare in analisi ed è iniziato il percorso che mi ha portato al mio coming out). A 40 anni succedono le cose dei 40 anni e mi piace l’idea di non sentirmi obbligato a rimanere identico al me stesso di 20 anni fa, perché chi mi ascolta è cresciuto con me.
Sentivo il bisogno di celebrare la vita, con un atteggiamento ottimista, come un grido di liberazione. “Ma io la voglio cantare – questa vita – anche quando l’orchestra scompare”».

4 – Addio mio amore

Publishing: Sugarmusic Spa, Pandar Italia Srl

Ti sei guardata allo specchio
Con gli occhi degli altri
Per dimenticare quanto bella eri
Mentre sorvolavi l’esistenza i problemi
Eri così bella agli occhi miei di ieri
Che ora 16 anni sembran pochi
Mentre resto a terra qui sconfitto
Guardo in cielo e danno le migliori
Immagini di quando ultimamente
Raramente ho vinto
E camminiamo, camminiamo
Col nero dentro e il cuore in faccia
Che se ci fissano negli occhi
Non c’è nessuno non c’è traccia
Della vita così com’era
E non conto i giorni da un mese
Perché da sempre il mio lavoro
È celebrare attese
Addio Amor mio
Da quando non ci si vede?
Addio mio amore
Da quale parte si vede
Quella scheggia nell’anima
Quella freccia nel cuore
Che provo a strappare via ogni giorno
Mentre distraggo il mondo
Con un sorriso
(Addio amor mio…)
Ma… qui si muore!
Addio mio amore
Addio
Non ti volevo
E non mi voglio io
Amore Addio…Addio
Me lo sono domandato sempre amore mio
E lo domando ancora a te ma mi nascondo
Era il 1980, perché cazzo di motivo Dio
Perché mi hai messo al mondo?!?
Ghiaia poi cemento, il sentiero
Ho sognato un altro giorno intero
Che la vita era un’altra cosa, si rideva, si voleva…
Ma io non c’ero
E camminiamo, camminiamo
Col sole spento e il fuoco in faccia
Che se ti rispondessi adesso
Col mio amore da minaccia
Di te non rimarrebbe niente
Forse due lacrime poi polvere
E quindi il vuoto più spietato
Che fino adesso ho sopportato
Addio Amor mio
Da quando non ci si vede?
Addio mio amore
Da quale parte si vede
Quella scheggia nell’anima
Quella freccia nel cuore
Che provo a strappare via ogni giorno
Mentre distraggo il mondo
Con un sorriso ( Addio amor mio…)
Ma… qui si muore!
Addio mio amore
Addio
Non ti volevo
E non mi voglio io
Amore Addio…
Addio
Sei nato dal dolore che il tempo fermerà
E nascono paure
ma sopravviveremo
E amore amore amore che ti aspetta
Perché l’eterno non ha fretta
Addio Amor mio
Da quando non ci si vede?
Addio mio amore
Da quale parte si vede
Quella scheggia nell’anima
Quella freccia nel cuore
Che provo a strappare via ogni giorno
Mentre distraggo il mondo
Con un sorriso (Addio amor mio…)
Ma… qui si muore!
Addio mio amore
Addio
Non ti volevo
E non mi voglio io
Amore Addio… Addio

Racconta Tiziano Ferro: «È una canzone elettro anni ‘80 che parla di depressione. La depressione: l’amante oscura che ha dominato la mia vita per tantissimo tempo e a cui dico addio in questa canzone. La depressione è una abile nemica, ti spiega la vita a modo suo, e sempre in maniera distruttiva. Diventa una droga, quindi una dipendenza dalla quale liberarsi è complesso e doloroso. Di certo possibile, chiedendo aiuto. Sembra una canzone d’amore in realtà non lo è, perché io continuo a dialogare con un personaggio fittizio
come fosse una persona. È una canzone al limite del catartico, non l’ho fatto in modo volontario, ma ha un grande valore curativo. Come dice mia madre, io le canzoni le scrivo per esprimermi, perché è con la musica che ho imparato a parlare. Ho scritto da solo musica e testo (come quasi tutte le canzoni di questo album e non succedeva da un po’).
Le strofe sono il racconto del passato e l’inciso è l’addio, il presente. È un addio forzato ma è a fin di bene. È una separazione voluta, perché la depressione diventa una zona di conforto, tutto quello che sappiamo e abbiamo paura che la felicità ci metta nella condizione di dover essere appunto felici, di non doverci lamentare più di niente. C’è un contrasto forte tra la musica – elettronica, quasi algida però ballabile – e il testo – volutamente ermetico. L’ho fatto spesso durante la mia carriera da autore, forse per esorcizzare un sentimento cupo tramite dei suoni dirompenti. Penso per esempio a: “Per Dirti Ciao”, “Stop Dimentica” e forse anche “Xdono”. Non si parla mai abbastanza di salute mentale. E se lo si fa è sempre in maniera inadeguata, generica, raccontando il problema e non la soluzione. Ho provato a fare l’opposto. Questa canzone parla di un argomento che mi piacerebbe approfondire perché di salute mentale non si parla spesso nei giusti termini.
“Sei nato dal dolore che il tempo fermerà e nascono paure ma sopravviveremo. È amore, amore, amore che ti aspetta perché l’eterno non ha fretta”».

Tiziano Ferro
Tiziano Ferro

5 – La prima festa del papà

di Tiziano Ferro, Massimiliano Pelan, Francesco Gramegna, Fabio De Martino / Tiziano Ferro
Sugarmusic Spa, Pandar Italia Srl, Pelan Massimiliano, Peermusic Italy Srl, Music Union Srl

Io cambio anima tu cambi sorriso
Da un mese all’altro senza troppo preavviso
Siamo diventati… definitivamente nostri
Provo a nasconderti da questo dolore
Ma io non sono Dio son solo tuo padre
E mi fa strano anche dirlo
E a te fa strano vedermi piangere
Io che non ho mai capito niente
Neanche ti sognavo perché ti negavano a chi è
come me…
Poi arrivò un messaggio, era mio
padre Che mi diceva la storia prosegue, il
testimone è tuo…
Splendi amore grande
E fai che resti arte la tua vita
E illumina anche me Me Me
Che tutto il resto è solo una valigia Di ricordi e di
pensieri
Gettala nel mare
Tra tutte le altre guerre
Che questo non è amore È
È la rivoluzione
E la guardo da qua
La mia prima festa del papà
Io che mi vedo sempre poco importante
Però si può sognare anche da grande
E vivere per voi… Non sarà certo così difficile
Io che non ho mai capito niente
Neanche vi sognavo
Perché mi negavo un amore così
Come in quel messaggio di mio padre
Che diceva: “Il tempo corre, fermalo CON loro poi si
Vedrà
E tanti auguri da papà…a papà!”.
Splendi amore grande
E fai che resti arte la tua vita
E illumina anche me Me Me
Che tutto il resto è solo una valigia
Di ricordi e di pensieri
Gettala nel mare
Tra tutte le altre guerre
Che questo non è amore È
È la rivoluzione e la guardo da qua
Chi ha vissuto coi sogni da parte
Chi lo nega ma è morto ad arte
In questa città da tre sillabe sole
Che composero le mie parole
Da bambino le ho tutte imparate
E da grande poi le ho pure inventate
Figli miei sono nato in un mondo
Che distrusse quel sogno a metà
Ma i miracoli non puoi fermarli
Come la mia prima festa del papà
Tu splendi vita mia
Che tutto il resto è buio
E il mondo è fortunato
A poter dormire accanto a te
Ad averti qua
E anche io perché oggi rimarrà
Per sempre …la mia prima festa del papà

Racconta Tiziano Ferro: «C’è una cosa importante di cui mi sono reso conto negli anni: quando sbaglio è sempre e solo perché non ho seguito l’istinto. Lo dimostra il fatto che le mie canzoni che hanno avuto più successo sono state quelle maggiormente spietate verso me stesso. “La prima festa del papà” è esattamente questo: la canzone più complessa e al tempo stesso onesta che potessi scrivere sulla mia esperienza da padre. Questa canzone parla della gratitudine che ho provato quando ho ricevuto il privilegio di poter vivere un
sogno. Anche solo il sogno, la fantasia. Prima di allora – quando ero molto più giovane – il mondo mi aveva sempre raccontato che “quel sogno” non poteva neanche essere contemplabile. “Figli miei sono nato in un mondo che distrusse quel sogno a metà,
Ma i miracoli non puoi fermarli come la mia prima festa del papà” Questo brano è nato da un messaggio di mio padre arrivato il giorno della festa del papà che diceva: “La
storia prosegue, il testimone è tuo”. È difficile spiegare quanto ha significato per me quel messaggio e quanto, fino a quel momento, non avevo davvero realizzato nella mia testa quel passaggio di testimone».

6- r()t()nda con thasup

di Davide Mattei, Marco Sonzini / Davide Mattei, Tiziano Ferro
Publishing: Warner Chappell Music Italiana Srl, thasup srl, Me Next Srl, Sugarmusic Spa, Pandar Italia Srl,
Usagi Ya Publishing

Non ha spigoli una rotonda
Se non cambi tu non sarà lei a farti sbattere contro
un muro di gomma
Torni indietro non devi mai farti abbattere
Sennò
Mento
Se dico torno
No props ai fake bro
Non stoppo sto joint
Perché dopo penso e ripenso che ho perso
sto senso di me
E sono okay
Non voglio press
Frate te perdi i capelli a pensare solo al cash
Brother
Non ti ascolterà nessuno se
Parli a bassa voce anche quando parli con te
Non ha spigoli una rotonda
Se non cambi tu non sarà lei a farti sbattere contro
un muro di gomma
Torni indietro non devi mai farti abbattere
Sennò
Mento
Se dico torno
No props ai fake bro
Non stoppo sto joint
Perché dopo penso e ripenso che ho perso
Sennò
Mento
Se dico torno
No props ai fake bro
Non stoppo sto joint
Perché dopo penso e ripenso che ho perso
Sto senso di me
Stay with me mademoiselle
Ho posti nella testa che non so il perché
Ma spezzan le gambe come sigarette
Se la testa chiama ci penso due volte
A stare high
Stare high
Per sempre (Per sempre)
Capirai (Lo farai)
Sta gente
Ha bad vibes (No good vibes)
Internet
(Internet)
È uno smile
Per un like Poi sei sad ei ei
Sennò
Mento
Se dico torno
No props ai fake bro
Non stoppo sto joint
Perché dopo penso e ripenso che ho perso
Sennò
Mento
Se dico torno
No props ai fake bro
Non stoppo sto joint
Perché dopo penso e ripenso che ho perso sto
senso di me

Racconta Tiziano Ferro: «La collaborazione con thasup è nata dalla voglia di voler fare qualcosa di bello in un periodo brutto come quello della pandemia (quello stesso spirito di cui parlavo in “Il mondo è nostro”). Ci siamo conosciuti su Instagram, abbiamo iniziato a chiacchierare (senza mai vederci in volto) e ho scoperto un ragazzo molto sensibile, con un drive soul incredibile. Proprio grazie a questa nostra comune passione per il soul dialogare è stato semplice, anzi proprio una goduria. Thasup è un bravo scrittore di musica e un bravo produttore, trascende dal mondo del rap e della trap, per me è un artista con una visione della melodia molto internazionale (mi ricorda John Legend o Frank Ocean). Questa canzone è nata da un fitto scambio di file, beat e idee e, nonostante sia giovanissimo, parla di quanto i suoi coetanei corrano dietro ai soldi e all’apparenza perdendo la capacità di parlare ad alta voce con se stessi. Sono felice di essere entrato nella vita di un artista di questa età in questo momento, mentre lui si sta facendo delle domande. Questo scambio mi ha dato linfa vitale e vedere come la sua creatività e il suo bisogno di lanciare un messaggio non sono stati intaccati dal suo successo (ma anzi è ancora più forte il
bisogno di dire e di fare piuttosto che quello di sembrare) mi ricorda il Tiziano del 2003.
Questa è una collaborazione della quale sono molto orgoglioso e mi sento molto, molto fortunato e privilegiato a poter essere accanto a un giovane così vero, da cui mi sono sentito accolto e abbracciato, e inoltre vuol dire che la scuola italiana va avanti con delle persone davvero capaci».

7 – Mi rimani tu

di Tiziano Ferro, Emanuele Dabbono
Publishing: Sugarmusic Spa, Pandar Italia Srl

Io dalla vita Ho imparato che
È possibile perdere
E poi
Recuperare tutto
Che un sorriso di corsa
A volte ci spezza Ci rende vicini e stupidi
E piega parole Che puoi buttar lì
Quando odi il silenzio
Che la nostalgia si infila nella testa
E fa pesare i passi
Quindi meglio disfarsi
Di ogni rancore
Che è obsoleto odiare
Anche se tutti quanti
Tutti quanti vanno via…
Mi rimani tu
Mi rimani tu
Di rimando sola e bellissima
Mi rimani tu
Domanda tu
La via… dove si va?
Che fare a meno Di qualcosa a volte
È la vera ricchezza
Che siam circondati Di mappe e presagi
Sembra proibito smarrirsi
Ma ho in tasca una preghiera
col tuo nome
Bruciata agli angoli da anni di dolore
Tu nascevi, io pure
Quando tutti quanti
Tutti quanti vanno via
Mi rimani tu
Mi rimani tu
Di rimando sola e bellissima
Mi rimani tu
Domanda tu
La via… dove si va?
Ho un bagaglio pieno di ricordi
Che oggi pesa troppo, lo lascio qui al tuo ingresso
Quando tutti quanti tutti quanti vanno via
Qui tutti se ne stanno andando via
Ma rimani tu
Mi rimani tu
Di rimando Viola rarissima
Mi rimani tu
Domanda tu
La via… tanto comunque lo decidi sempre
tu… dove si va

Racconta Tiziano Ferro: «Questa canzone è dedicata alla mia bambina. “Mi rimani tu” è venuta fuori in una maniera totalmente incontrollabile e incontrollata. Ho scritto la melodia con Emanuele Dabbono, anche lui è papà e mi è sembrato naturale chiedergli una mano. Leggendo il testo, senza sapere che è dedicata ad una figlia, si potrebbe pensare che sia riferito ad una amica perché le parlo come ad una amica molto testarda, della quale mi fido ma che alla fine decide sempre lei cosa si fa la sera, dove si va. Questa è forse la cosa che mi piace di più di questa canzone anche perché l’amicizia, come la paternità, è assolutista ed estremista: a prescindere da ciò che faranno di giusto e sbagliato – tu ci sarai sempre per loro».

Tiziano Ferro - PH Walid Azami (2)
Tiziano Ferro – PH Walid Azami

8 – A parlare da zero

di Tiziano Ferro
Publishing: Sugarmusic Spa, Pandar Italia Srl

Chiedo scusa ad ogni assente ma di voi non mi interessa più
Da quando la marea cancellò i miei disegni su uno scoglio
Di fronte al mio mare…quando ero bambino
Di fronte ad una lacrima…quando non mi capivo
E non sono ferite, è uno squarcio di luna che ride
Di questo compleanno in febbraio, di quello che poi già sapevo
Sto contando carezze fallite Che si chiudano grandi ferite
E lo chiedo ogni giorno a Dio Di mostrarmi
Anche solo una storia piccolissima
Quindi chiudo gli occhi e allora vedo
I capitoli di un libro antico…e non so più chi sono non le so le parole
Ma tu mi insegni a contare davvero
E a parlare da zero
Eh, Io non avevo ancora imparato a correre alla tua età
Quando il mio di papà mi guardava orgoglioso sorridevo come fai tu con me
Sto contando carezze fallite
Che si chiudano grandi ferite
E lo chiedo ogni giorno a Dio
Di mostrarmi
Anche solo una storia piccolissima
Quindi chiudo gli occhi e allora vedo
I capitoli di un libro antico…e non so più chi sono non le so le parole
Ma tu mi insegni a contare davvero
E a parlare …
Come se tutte le paure
Si vedessero per festeggiare
La mia agonia più ardita, che morivo ma qui non si muore
Finché non è finita
Oh oh oh oh
Sto contando carezze fallite
Che si chiudano grandi ferit
E lo chiedo ogni giorno a Dio
Di mostrarmi
Anche solo una storia piccolissima
Quindi chiudo gli occhi e allora vedo capitoli di un libro antico… e non so più chi sono non le so le parole
Ma tu mi insegni a contare davvero
E a parlare da zero

Racconta Tiziano Ferro: «Non volevo abbandonarmi al cliché del cantante che diventa papà e scrive una marea di canzoni per i propri figli e invece eccomi qui. Ognuno di loro ha una canzone. E questa è per Andres, il mio piccolo. Chitarra e voce e a differenza del brano scritto per Margherita, nato spontaneamente, questa canzone l’ho pensata, voluta. Non potevo fare cose impari. L’arrivo di Andres mi ha portato a pensare a me da piccolo ed è da lì che nasce la canzone, da una foto di me di fronte al mare della mia infanzia. Quando è arrivato mio figlio sono stato assalito dalle insicurezze; mi sono chiesto tante volte se fossi in grado di insegnare lui davvero qualcosa. Come si fa il padre di un bambino? Cioè come ha fatto mio papà con me? Con mia figlia forse il timore era minore, perché ho sempre creduto alla fiaba della bimba e il papà contemplato come un cavaliere sul suo cavallo bianco, pronto a fare qualsiasi cosa per le loro principesse. Durante il brano si sente la voce del mio piccolo. Quella registrazione risale alla prima volta che l’ho tenuto in braccio».

9 – L’angelo degli altri e di se stesso con Caparezza

di Tiziano Ferro, Michele Salvemini
Publishing: Sugarmusic Spa, Pandar Italia Srl, Sunny Cola Srl

Ti racconto una storia di provincia
Che meno l’ascolti più lei ricomincia
Ti racconto una storia stasera
Che meno ci credi più diventa vera
E nella testa volevo solo silenzio
Correvo verso la gioia ma arrivai terzo
Volevo la felicità come in un sogno
Ma è quasi un anno che non dormo un secondo
E penso solo all’incidente
Gli amici fan finta di niente
E testimoni più di uno… ma che …son morto non lo
grida nessuno
Basta osservare tra le cose Per scoprirne un po’
distratta la bellezza
Solo catturandone l’istinto Ti abbandoni finalmente
alla certezza
Perché le risposte son nascoste Abbandonate in un
ricordo e il suo riflesso
Forse cerchi un angelo però Ognuno è l’angelo
degli altri e di se stesso
Vivo da lapidato Ma una pietra al giorno
Aspetto quella mortale ma non mi scompongo
Leggo lettere, coniugate al presente
Voce del verbo “Non posso, rimango assente”
Libero…Sempre
Soddisfatto…per niente
Naufrago…ancora
Scontato… arriverà l’ora
Basta osservare tra le cose Per scoprirne un po’
distratta la bellezza
Solo catturandone l’istinto Ti abbandoni finalmente
alla certezza
Perché le risposte son nascoste Abbandonate in un
ricordo e il suo riflesso Forse cerchi un angelo però
Ognuno è l’angelo degli altri e di se stesso
Sono l’angelo di me stesso Per questo non credo in
me Libero dall’eccesso Ma schiavo di rime e lessico
Prego, guardando nelle pozzanghere Il mio riflesso
Mentre una Lambo schizza di fango I miei jeans e
l’eskimo Non ho più problemi degli altri Solo più
tempo per pensarci Come i benestanti Dici: “Nel web è tutto al top, quindi è bene starci”
La vita detta anche gli stop La vita è rimasta ai telegrammi
Non ostento il mio dolore come un gonfalone
Anche se mi farei un favore perché gonfia
l’audience
“Ieri, Oggi e Domani”, stessa trama,
Sophia Loren Devo darmi una svegliata, il tempo
soffia l’ore Parto, ex novo, cuore d’oro, ex voto
Colmo il vuoto, esplodo So che un giorno sarò solo
un ex “noto”
Esco, volo sotto le strobo poi ti prendo nel sogno,
metto mani al collo e scuoto
finché non gridi sotto il lenzuolo:
“Mo basta!” …osservare tra le cose per scoprirne
un po’ distratta la bellezza
Solo catturandone l’istinto ti abbandoni finalmente
alla certezza
Perché le risposte son nascoste abbandonate in un
ricordo e il suo riflesso
Forse cerchi un angelo però ognuno è l’angelo degli
altri e di se stesso

Racconta Tiziano Ferro: «Ho sempre sognato di collaborare con Caparezza. Era uno dei sogni nel cassetto. Il pezzo è estremamente funk, con un beat R’n’b, hip hop, con dei fiati. È un brano divertente. La canzone si compone di due parti una scritta e cantata da me, l’altra scritta e cantata da Michele. È una canzone ironica, nata sempre nel periodo della pandemia in cui ciascuno di noi ha usato il filtro del momento per capire davvero chi ci sta accanto. Per questo è un pezzo un po’ paradossale. Attraverso l’ironia si pone l’accento sulla capacità di essere indipendenti e non dipendere dagli altri. Fare le cose per se stessi e non per gli altri».

10 – Ambra/Tiziano con Ambra Angiolini

di Tiziano Ferro
Publishing: Sugarmusic Spa, Pandar Italia Srl, Nisa Srl

Torno a casa per ora di cena
ma di mangiare neanche mi va
Lo so che lo sai bene come sto,
ma che vuoi farci insomma
È che penso che penso al suo viso
Che ho rivisto di nuovo in TV
E non c’è niente che non va
Più o meno tutto è zero
Ambra parla solo di cibo, dieta e cani
Tratta meglio i gatti degli umani perché
Ti danno amore gratis
E tornano da te
Tiziano parla solo di traffico e lavoro
Pensa sempre a tutti e qualche volta pensa a te
Seduto dentro a un cinema ad aspettare di dormire
Un po’
E sto male se non ti sento E creo il vuoto intorno
ma trovi il centro
Non son mai stato un genio
Ma se perdo valgo un premio E sorrido stringendoti
al petto
Lasci casa vuota e resta uno specchio
Mi guardo e son sbagliato O forse ho sbagliato
storia
Ambra parla solo di cibo, dieta e cani
Tratta meglio i gatti degli umani perché
Ti danno amore gratis
E tornano da te
Tiziano parla solo di traffico e lavoro
Pensa sempre a tutti e qualche e volta pensa a te
Seduto dentro a un cinema ad aspettare di dormire
Un po’
E sto male tutto il giorno quando non ti sento
Poi faccio una foto e cazzo sembra pure peggio Il
viso Gli occhi e i lividi Invisibili ma io li vedo
Tra le pieghe di ogni piccolissimo dolore
Mentre rido e rido e cosa te lo spiego a
fare…ohhhh E non c’è niente che non va
Più o meno tutto è … Zero
Ambra parla solo di cibo, dieta e cani
Tratta meglio i gatti degli umani perché
Ti danno amore gratis
E tornano da te
Tiziano parla solo di traffico e lavoro
Pensa sempre a tutti e qualche volta pensa a te
Seduto dentro a un cinema ad aspettare di dormire
Un po’

Racconta Tiziano Ferro: «È un’altra delle grandi gioie di voler far diventare la pandemia qualcosa di bello e di creativo. Mi sono detto non ti porre limiti, che vuoi fare? Cantare con Ambra Angiolini. La canzone è nata da una chiacchierata, uno scambio di battute che potrei riassumere così: “perché non canti con me?” “tu sei l’unico per il quale tornerei a cantare. Guarda che io ti prendo sul serio, giuro che lo farei davvero” “Allora io torno da te, entro 48 ore, con una canzone sulle cose che ci siamo detti” E così è stato. Ho scritto subito la canzone e sono tornato da lei e lei ne se è innamorata subito. È un salto nel sound degli anni ’90 e sarà una cosa molto emozionante per i fan. Ambra è da sempre una mia grande fan, è sempre venuta ai miei concerti, mi ha sempre dato una carica infinita. Quando vivevo a Roma ci frequentavamo, c’è un rapporto precedente, non è una cosa nata da
zero. Certo non avrei mai pensato di cantare insieme una canzone».

Tiziano Ferro - PH Walid Azami (4)
Tiziano Ferro – PH Walid Azami

11 – I miti con Roberto Vecchioni

di Tiziano Ferro
Publishing: Sugarmusic Spa, Pandar Italia Srl

I miti è tanto meglio non conoscerli,
perché
Specialmente i giorni in cui sei triste,
perché
Più sembrava che ti somigliassero,
perché
Più li vedi e meno si capisce
perché
Pensi alla fedeltà che gli giurasti
Ridisegnando i tuoi sui suoi difetti
E tanto peggio se conti gli anni che gli hai donato e
i conti non tornano
I miti sanno sempre quasi tutto
E quanto sono innocui nonostante ciò che è detto
Lo sanno, stringono la mano
Mimando tenerezza,
ti guardano comunque da lontano
E anche se si vede,
nascondono nel loro dolore
le pieghe
I miti è tanto meglio non conoscerli,
perché
Specialmente i giorni in cui sei triste,
perché
Più sembrava che ti somigliassero,
perché
Più li vedi e meno si capisce perché
Pensi alla fedeltà che gli giurasti
Ridisegnando i tuoi sui suoi difetti
E tanto peggio se conti gli anni che gli hai donato e
i conti non tornano
Ed io che a 15 anni i cantautori non capivo
E a chi dichiarava il contrario non credevo
Ma è meglio un presente a dibattere
Che un futuro senza carattere
I miti è tanto meglio non conoscerli,
perché
Son sempre troppo bassi stronzi o grassi
Oppure troppo belli per i cuori giù in cantina
Quelli che scarseggian d’autostima
Troppo seri o troppo poco
Educati o poco a modo
Silenziosi o sorridenti
Da abbracciare o indifferenti
Dio, i miei miti per favore…
non farmi mai incontrare!!!

Racconta Tiziano Ferro: «I Miti è una canzone swing nata con l’unico intento di divertirmi.
Parla dei miti personali di ognuno di noi, il tutto in modo molto ironico (I miti è meglio non conoscerli, specialmente quando sei triste sembrava che ti somigliassero). La scelta di inserire un piccolo cameo di Roberto Vecchioni nel brano con me non è casuale. Lui è da sempre un mito per me, uno dei motivi per cui scrivo canzoni, uno dei “colpevoli” ispiratori a vita. Sapevo che un uomo così profondo e tenero non si sarebbe tirato indietro di fronte al sarcasmo di questo brano. Testo e andamento sono goliardici e un vero mito non si ferma di fronte a questo anzi più lo fai più sei un mito. Perché Roberto mito lo è di certo. Ho cercato di scherzare sull’umanità di questi miti, sul palco sono giganti irraggiungibili ma poi allo specchio solo esseri umani pieni di fragilità. L’arrangiamento poi è un tributo a un’altra delle mie passioni: lo swing. Ho registrato tutto in presa diretta con una big band alle mie spalle. Davvero eccitante per chi, come me, è cresciuto con maestri di “voce”
come Sinatra e Dean Martin».

12 – Quando ho perso te

di Tiziano Ferro
Publishing: Sugarmusic Spa, Pandar Italia Srl

Cuba, Germania, Messico, Porto Rico
Foto intense di cose che non ti dico
Foto perse di lacrime che ho versato
Bende sporche di sangue rimarginato
Questa volta blocco, blocco… blocco tutto
Blocco ogni ricordo nel cemento…
La blocco e una lacrima inciampa
Dentro un aborto di risposta
E guardalo un po’ meglio suo figlio
Un pezzo di merda senza cuore però ricco
Ma forse meglio quello di un figlio distrutto
Onesto anche se gli hanno tolto tutto.
L’ultimo sapore che ho della consolazione
Tu che mi abbracciavi dopo i compiti di storia
Ma non capivo
Non capivo
non respiravo
Malato d’amore troppo raro
Quando io ho perso te
Non avevo nemmeno la metà della tua età
E ho perso te
Mi cercavo nei pezzi rimasti e minuscoli
Di troppo poco, di vuoto di felicità
Sporca del ricordo il giorno dopo
In sud America poi Madrid o Argentina
Perso nell’anima che finiva
E mi dicevo Se m’innamorerò sarà di te
Se m’innamorerò
Se m’innamorerò sarà di te
Di te, di te….
Questa sera esco, esco e detesto
Ma uso sempre il solito pretesto
Che blocco ogni ricordo,
ma non lo ricordo
Quale sia il calore di un tuo abbraccio
Non dico poi l’ebrezza, l’ebrezza, di mezza
Cazzo di carezza… non ricordo
E ho cancellato te che guardavi in silenzio
I colpi che prendevo e li ti ho perso
L’ultimo
ricordo di un “ti voglio troppo bene” Sa di carta
ruvida di pagina di diario
E lo sognavo,
ci speravo,
ti adoravo ma
Volevo solo morire da solo…
Quando io ho perso te
Non avevo nemmeno la metà
della tua età
E ho perso te
Mi cercavo nei pezzi rimasti e minuscoli
Di troppo poco,
di vuoto di felicità Sporca del ricordo il giorno
dopo
In sud America poi Madrid o Argentina
Perso nell’anima che finiva
E mi dicevo Se m’innamorerò sarà di te Se
m’innamorerò Se m’innamorerò sarà
Di te di te di te
Sarà
Di un cane, un matto, un ladro
Di chi di noi ha parlato
Di quello che c’è stato E forse oramai sarà
Passato
remoto
Scoperta da poco
Quando io ho perso te
Non avevo nemmeno la metà della tua età
E ho perso te
Nella stanza più abbandonata da Dio
Mi dicevo Se m’innamorerò sarà di te
Se m’innamorerò
Se m’innamorerò sarà Di te di te di te … di te
E lo sognavo,
ci speravo,
ti adoravo ma
Volevo solo morire da solo…

Racconta Tiziano Ferro: «Anche di questo brano ho scritto musica e testo e non sarebbe potuto essere che così. Questa canzone è per certi versi quella lettera che alcuni psicologi ti consigliano di scrivere al te del passato. Io parlo alla versione di me di 20 anni fa circa, con una sorta di nuova lucidità. Parlo in prima persona e racconto di cose che probabilmente all’epoca mi hanno ferito, parlo di viaggi che facevo in quel periodo (poco dopo Xdono) quando mi sbattevano a destra e a manca in giro per il mondo ed ero proprio sbarellato. È come se io parlassi a quella persona di 20 anni fa per dirgli di non preoccuparsi, che
nonostante in quel momento stai vedendo solo ombre tutto andrà bene, arriverà il lieto fine. Alla fine di un disco come questo mi sembrava molto bello dire questa cosa».

13 – For Her Love – Sempre amata con Sting

di Sting, Martin Kierszenbaum / Sting, Tiziano Ferro
Publishing: Songs of Universal, Inc. (BMI),
Martin Cherrytree Music (BMI) administered by Songs of Universal, Sugarmusic Spa,
Pandar Italia Srl

What would a man not do?
What would a man not say?
What would a man not agree to?
What would he not betray?
Corri coraggio corri
Malato cuore mio
Ma perché poi non ritorni
Questo dolore ardito (For her love)
He’s got no money but his head’s up in the stars (For her love)
He’ll spray her name across a streetcar (For her love)
If he can’t read between the lines up there on Mars (For her love)
He’ll find some meaning in a street light
Per ciò che non consento
Per quello che sfidai
Anche se non mi difendo
Un abbraccio mai una bugia (For her love)
Lavorerà fino a spezzarsi anche le ossa (For her love)
Perchè lei possa riposare (For her love)
Con pochi soldi comprerà la loro casa (For her love)
Perché si senta sempre amata
By the stretch of my fingers (For her love)
E le mani la forza (For her love)
By the blood that flows in my veins (For her love)
Nell’eterno battere del cuore (For her love)
By the sun up in Heaven, by the moon and the stars (For her love)
By the circling planets and the lines on the surface, the surface of Mars
What would a man not do?
What would a man not say? For her love?

Racconta Tiziano Ferro: «Questo brano è stata una sorpresa dell’ultimo minuto. Sting adora l’Italia, infatti nel periodo in cui è nata questa idea si trovava nella sua casa in Toscana. Per me, è stato shockante sapere che lui mi conoscesse dal punto di vista artistico. Ha subito accettato l’invito a una collaborazione: gli avevo proposto una mia canzone ma lui ci teneva che fosse un suo brano, pur sapendo che sarebbe andato nel mio disco. L’ho trovato un gesto di grande generosità. Perché, innanzitutto, denota la volontà di aprire una conversazione e non di fare qualcosa di meccanico fine a se stesso. E, poi, mi ha messo di fronte a una sfida cioè scrivere delle liriche su un brano di un grande artista come lui. Per me è stato facile perché mancava poco al mastering del disco e, quindi, in maniera quasi catartica ho scritto delle parole che raccontano una storia che in quel momento e, ancora oggi, mi è molto vicina. Mi piace molto l’immagine di un uomo che si spezza le ossa per la donna della sua vita, l’amore della sua vita. È un lato dell’amore non raccontiamo
spesso, si parla sempre di amore in maniera così aulica che ci si dimentica del fatto che l’amore è fatto di sudore e anche ossa rotte in senso metaforico e reale. L’amore stanca, richiede sforzi, abnegazione. È stato bellissimo aver avuto questa opportunità perché io che adoro parlare».

Tiziano Ferro - PH Walid Azami
Tiziano Ferro – PH Walid Azami

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