SKAM Italia 2 al FeST: Federico Cesari e Rocco Fasano raccontano la loro esperienza (integrale)

SKAM Italia - Federico Cesari e Rocco Fasano

SKAM Italia è il fenomeno teen del momento. Con un nuovo tipo di narrazione, SKAM racconta della vita degli adolescenti con naturalezza, toccando anche temi importanti a livello italiano e mondiale. Ecco cosa ci hanno detto i protagonisti Federico Cesari e Rocco Fasano sulla seconda stagione.

Presentata al FeST – Il Festival delle Serie TV, in corso in questi giorni al Santeria Social Club di Milano, la seconda stagione di SKAM Italia, con i protagonisti Federico Cesari e Rocco Fasano che, insieme al regista/produttore/sceneggiatore Ludovico Bassegato ci hanno raccontato la loro esperienza.

FeST 2018 -Ludovico Bassegato, Federico Cesari e Rocco Fasano - Skam
FeST 2018 -Ludovico Bassegato, Federico Cesari e Rocco Fasano – Skam

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Ludovico, ci puoi dare un paio di riferimenti su cosa è stato il fenomeno SKAM in questa prima stagione?

L: Diciamo che noi siamo saliti sulle spalle dei giganti, come si dice in questi casi. La serie originale è stata un fenomeno globale, ne hanno parlato tutti i giornali del mondo in modo veramente trionfale: dal New York Timesa Vanity Fair America, hanno parlato della rivoluzione della TV e cosedi questo tipo. E, effettivamente, la serie originale SKAM, secondo me ha ridefinito il teen drama nel mondo, e ha fatto vedere anche un nuovo modo per fare televisione integrata ai social, al tempo reale. In un momento in cui si rilasciano tutti gli episodi di una stagione in una volta sola, loro hanno inventato un modo completamente diverso che ha riportato in qualche modo l’idea dell’appuntamento, del seguire una serie giorno per giorno. La serie originale è stata diffusa senza alcun tipo di campagna promozionale o distribuzione ufficiale, e si è diffusa nel mondo creando una community internazionale rilevantissima: è stata spontaneamente diffusa in tutti i paesi. Noi quindi ci siamo – insieme ad altri numerosi paesi, grazie anche a TIM Vison – , ci siamo subito assicurati i diritti di remake per l’Italia: siamo stati i primi, subito dopo c’è stata la Francia, la Germania, poco dopo gli Stati Uniti d’America, il Belgio, l’Olanda, la Spagna. Noi siamo stati i primi a girare e i secondi ad uscire, e devo dire il nostro successo, il nostro essere un fenomeno, secondo me lo si può dire in base sicuramente ai numeri che sono altissimi, considerato che la serie non è su un portale che ha una tradizione rispetto a questo target, ma molte di queste visualizzazioni sono state fatte su un sito che è stato aperto pochi giorni prima dell’inizio della serie. È molto difficile tenere il conto di tutto, perché è stata diffusa – purtroppo e per fortuna – illegalmente in tutto il mondo, abbiamo decine e decine di versioni sottotitolate in tutte le lingue: dal turco al russo, dallo spagnolo all’inglese. Non abbiamo dati ufficiali, ma io penso che SKAM Italia sia la serie più sottotitolata illegalmente nel mondo! È curioso, quando uno scrive #SKAMItalia su Twitter, siamo spessissimo trend topic al primo posto, ma la cosa che colpisce è che i tweet non sono sempre soltanto italiani, anzi: un buon 20-30% sono in altre lingue, e la cosa divertente è il meccanismo di ritorno dei fan italiani, che dicono “Per la prima volta siamo noi a vedere la serie quando esce, mentre voi dovete aspettare che escano i sottotitoli nella notte”. E quindi è nato proprio questo orgoglio, dopo essersi sentiti per anni quelli con la produzione seriale di serie B, costretti a parassitare sempre soltanto i paesi stranieri per quanto riguarda serie migliori (al netto di serie importanti come Gomorra, Romanzo Criminale e tutte quelle che conosciamo), però soprattutto per quanto riguarda il teen è scattato un meccanismo di approvazione internazionale per quello che abbiamo fatto e di riconoscimento da parte della nostra fanbase di questo prestigio, che non è soltanto “ci piace questa serie e la amiamo”, ma “piace a tutti quindi ne siamo molto contenti”. I numeri sono onestamente altissimi e lo vediamo anche noi tutti i giorni, rispetto ai follower che aumentano progressivamente: soltanto ieri Rocco ne ha avuti 1000 in poche ore. Le pagine Facebook e Instagram dei personaggi hanno 30-40.000 follower a pagina, e aumentano ogni giorno. Io stesso ormai non posso pubblicare su Instagram neanche la foto di una graffetta, che improvvisamente mi trovo pubblicato su Twitter, o su Tumblr, o su cose russe che non so neanche che esistano, teorie che “questa è la graffetta con cui probabilmente Niccolò farà… eccetera”. È veramente divertente, e anche un po’ inquietante a volte, e soprattutto è una fan base viva, attentissima, che processa tutto quello che noi raccontiamo, fa ipotesi, Si indigna anche per cose molto piccole e ci costringe anche a scrivere con un’attenzione pazzesca ai dettagli, perché notano tutto, collegano tutto, hanno una capacità critica altissima, parlano con un linguaggio tecnico che io alla loro età mi scordavo e che forse ancora oggi non ho: parlano di character development quando il personaggio non è coerente con quello che noi avevamo messo nelle premesse narrative, continuano a dire che la cinematography, la fotografia di SKAM Italia è superiore a quella delle altre, quindi già l’idea a 17 anni di accorgersi che c’è un elemento da scindere rispetto al prodotto che è la fotografia e valutarlo, non è una cosa che io sapevo fare.

FeST 2018 - Federico Cesari e Rocco Fasano - Skam
FeST 2018 – Federico Cesari e Rocco Fasano – Skam

Essendo questa la prima produzione di TIM Vision in Italia non si poteva preventivare quali sarebbero state le reazioni: invece siete diventati un fenomeno che non è soltanto nei numeri ma che è concreto, visto che anche qui fuori vi hanno chiesto 400 foto in 5 minuti. Cosa, a partire dal ComicCon di Napoli, vi ha fatto rendere conto che stava succedendo qualcosa non solo online ma anche per strada?

F: Lì c’è stato il primo impatto concreto con i fan, il primo incontro con i fan che ci ha dato la possibilità di abbracciarli e sentire il loro affetto. Questa è la bellezza di avere dei fan molto attivi che comunque ti supportano sempre ed oltre a supportarti sui social ti dimostrano il loro affetto presentandosi agli eventi, e questa è una delle più grandi gratificazioni per un attore oltre a vedere poi un bel prodotto ed il frutto del suo lavoro.

Federico, come è stato e che responsabilità è quella di essere diventato il protagonista della serie?

F: Una bella responsabilità, sì, sicuramente molto impegnativo e totalizzante perché per tutto il periodo delle riprese ero totalmente immerso nel personaggio sul set e non solo.

L: Faccio una premessa: il protagonista di SKAMche cambia ogni anno è in tutte le scene, perché è suo il punto di vista; quindi il ragazzo si è fatto sei settimane in cui girava dal primo minuto all’ultimo minuto sempre senza mai una pausa, perdendo 4 kg! (risate)

F: 4 kg prima e 4 kg di stress durante le riprese… comunque è stato sicuramente molto totalizzante, ma anche bello perché secondo me la scuola formativa migliore è il set stesso, è lì che impari molte più cose e ti confronti, ei impari anche cose degli altri reparti che possono aiutarli nel loro lavoro, piccole accortezze che può fare ogni attore. C’è stato un bello sviluppo del personaggio, non ho mai avuto la possibilità di sviluppare un personaggio così intensamente e così a lungo, e quindi è stato sicuramente l’esperienza più bella che abbia mai fatto.

SKAM Italia - Federico Cesari
SKAM Italia – Federico Cesari

Rocco, per te che sei una newentry come è stato interpretare Niccolò, che è personaggio centrale di questa nuova stagione?

R: Nonostante le paure un po’ i dubbi che all’inizio c’erano, perché mi sono ritrovato ad entrare in una famiglia già assemblata, completa e molto unita tra l’altro, e comunque dover affrontare un personaggio che non è facile, è un personaggio abbastanza complesso da tanti punti di vista. Però ho avuto un’accoglienza calorosissima da tutti i membri del cast, da Ludovico, da Cruz, tutti sono stati calorosi sin dall’inizio per cui mi hanno fatto sentire a mio agio, e veramente, ci tengo a dirlo, avere Federico Cesari a fianco è stato veramente fantastico, perché le cose che abbiamo dovuto affrontare era facile rovinarle, se non ci fosse stata quella chimica che si è creato tra noi, che è una chimica del tutto professionale e anche umana per cui mi ha dato modo di lavorare liberamente, di sperimentare, di spingermi di fare tante cose, e il risultato spero piaccia.

FeST 2018 - Rocco Fasano - Skam
FeST 2018 – Rocco Fasano – Skam

Ludovico, il cambio del punto di vista dal momento che c’è un nuovo protagonista, cosa vuol dire a livello di scrittura e di messa in scena il fatto di avere una serie che ha lo stesso titolo ma che di colpo cambia radicalmente l’approccio, passando anche dal femminile al maschile?

L: Questa è una delle caratteristiche che ereditavamo dal format e che sono stato ben contento di mantenere. Alla base di SKAM e della sua differenza con tutto quello che è stato fatto fino a oggi nel teendramac’è un metodo di scrittura che in qualche modo i norvegesi ci hanno trasmesso che è basato sulla ricerca, non puoi parlare di una cosa che non conosci. Sembra una sciocchezza, ma se venisse applicata molte serie sarebbero migliori di come sono. Per parlare di un sedicenne/diciassettenne, tu devi stare sei mesi con il target a parlare, confrontarti e a continuare in ogni momento a confrontarti e capire se quello che stai raccontando è abbastanza autentico. Non è sufficiente appoggiarsi allo stereotipo. Io facendolo con piacere ho scoperto che tanti stereotipi che avevo su persone 15 anni più giovani di me erano sbagliati, erano superficiali, erano noiosi, provocavano in prima lettura a loro la stessa reazione che ha oggi un ragazzo quando guarda un film tradizionale, cioè “non siamo così, questo è il modo in cui voi volete che siamo, state cercando di insegnarci qualcosa, noi questa roba non la facciamo, noi questa cosa non la diremo mai”. Alla fine la grande rivoluzione di SKAMè veramente tale perché è semplicemente parlare con i ragazzi prima e fare in modo che i ragazzi che rappresenti parlino come loro: che non significa usare soltanto lo slang, ma vuol dire mettere in scena le loro paure, i loro problemi, le loro abitudini, i loro piccoli dettagli. In questo c’è stata la ricerca, ma c’è stato anche un dialogo continuo con gli attori che, anche se hanno qualche anno in più, ricordano quegli anni molto più facilmente di me, quindi c’è un continuo stimolarli a modificare le battute a farle proprie ad aggiungere dettagli, a scegliere insieme le musiche, il locale in cui ambientiamo questa scena è il locale in cui effettivamente andate?, questa cosa la direste?, quindi nello scambio continuo esce poi una rappresentazione in cui se poi un ragazzo si deve fare una canna se la fa, se deve darsi un bacio in un posto lo fa, se deve parlare di un certo argomento lo fa, se deve fare sesso fa sesso, senza il tentativo di censurare. Non per sensazionalismo, ma perché l’obiettivo è rappresentare un certo target, e noi lo abbiamo rappresentato perché lo abbiamo osservato per come si comporta. Per risponderti, usando questo metodo in realtà, così come prima ho attivato le antenne, la prima stagione era su una ragazza quindi ho in qualche modo sintonizzato i miei cinque sensi sul rubare alle cinque attrici e alla protagonista, in generale l’universo femminile, dettagli, piccole cose, impressioni, gusti musicali, piccole tenerezze, sensibilità, ho fatto adesso uno switch ed è stato bellissimo. In parte mi è stato anche un po’ più facile, indubbiamente, però è vero che raccontavo comunque delle persone in particolare i loro personaggi, diversi da me, e quindi c’è stato un dialogo con loro, con Rocco, con Pietro che è una new entry di questa stagione e che è un membro di Arcigay Roma, una persona che ha un rapporto con la propria omosessualità meravigliosamente risolto e che aiuta ogni giorno le persone con servizio di gay-line a fare coming out senza difficoltà e ho parlato tanto con lui, mi sono fatto raccontare, ho chiesto a lui se alcune cose dette nella serie erano credibili, ho cercato insomma fare quel che andrebbe fatto e che ripeto è alla base di questo prodotto punto cioè fare in modo che tutto quello che si vede abbia un fondamento e non sia frutto di una semplice e banale immaginazione.

Ludovico, la parte seriale è sempre una realtà in evoluzione dal punto di vista del linguaggio anche per registi anche giovanissimi. Volevo capire un attimo il tuo background, cioè se nel lavorare in una serialità come questa ti nutri anche di altri tipi di contaminazione, e quali, e se provengono anche da un certo tipo di cinema del passato o da un cinema più recente.

L: Diciamo che io sono 10 anni che lavoro per CrossProduction, la casa di produzione che con TIM Vision ha realizzato questa serie, e sono un direttore creativo: abbiamo fatto Rocco Schiavone (tra l’altro vengo dalla conferenza stampa), abbiamo fatto Il cacciatore, insomma tutti prodotti di CrossProductionche ho creato io, ti dà l’idea di cose molto diverse. Ho fatto una delle prime webserie italiane, che si chiama Kubrick – Una storia porno, ideata e diretta. Ho fatto Il candidato con Filippo Timi, sempre con CrossProductionIl filo rosso è sempre il tentativo di fare qualcosa di nuovo e di diverso. Portare in RAI prodotti come Rocco  Schiavone Il cacciatore è stato, nel loro piccolo, fare qualcosa di diverso. Tornando a SKAM, anche qui è stata una grande novità lanciarlo con TIM Vision: sono stati un fantastico faro, ci hanno dato molta libertà e sono stati di grande supporto. Io cosa guardo? Penso che alla fine il background di tutta la mia generazione sia simile, nel senso che se guardiamo le nostre playlist sono quelle, ci sono le grandi serie americane degli ultimi anni… insomma, poi io sono uno che a quindici anni prendeva e andava a Venezia a vedere il Festival del Cinema. Bisogna nutrirsi di tutto, non solo di cinema, non ho quella cosa che hanno alcuni miei colleghi di “oddio, hai visto, è uscita questa serie devo sapere tutto”: sì, va bene, le serie mi piacciono, però esiste anche tanto altro, il rischio per alcune persone che hanno un approccio troppo totalizzante è poi l’autoreferenzialità, di vedere e consumare sempre e solo cinema e serie, e invece è importante anche guardare altrove, perché quando poi devi rappresentare la realtà devi essere rimasto fresco insomma, essere capace di interpretarla e leggerla. Prendere ogni tanto la metropolitana, anche se potresti non prenderla, perché almeno guardi che faccia hanno le persone in metropolitana – come abbiamo fatto io e Federico per venire qu insomma. Bisogna continuare a rimanere curiosi.

SKAM Italia - scena
Parte del cast di SKAM Italia 

Una domanda un po’ a tutti, vito che appunto c’è l’originale, ci sono state tanti adattamenti in vari paesi, come vi rapportate? Conoscete gli altri ragazzi, c’è un interscambio, c’è un “universo SKAM”? C’è una chat globale?

F: Per ciò che mi riguarda, per quanto mi piacerebbe che ci fosse una cosa del genere, per il momento non c’è ancora stata da parte mia. Io ho visto la serie originale e ovviamente ho cercato di capire il format, cosa propone la serie, però ho comunque cercato di non rimandare troppo, di non prendere troppo spunto dalla serie originale, per quanto le linee guida fossero quelle. Però per quanto riguarda il resto dei remake no, non per vari motivi ma soltanto per il fatto che non ho tempo per vederli, però mi interesserà vederli in futuro, e conto di vederli.

R: Io confermo ciò che ha detto Federico, nel senso non c’è stato modo di fare quest’interscambio, però sarebbe una cosa molto interessante.

L: So che alcune delle ragazze hanno creato con le loro omologhe degli altri paesi delle relazioni: tipo la Silvia italiana è diventata amica della Silvia francese…

F: Sì, ma su Instagram! (risate)

L: Vabbè, allora è amicizia totale! (risate) Ci sono ogni tanto degli eventi e secondo me ce ne saranno ancora di più. Io personalmente sono andato a Oslo prima di girare, all’università di SKAM, obbligatoria per tutti i registi che dovevano fare i remake, sono stati invitati a Oslo a stare tre giorni a parlare con il genio che ha inventato tutto questo: è una ragazza della mia età, Julie Andem con cui siamo amici, ci sentiamo spesso. Io personalmente con gli altri ho un rapporto meraviglioso, è molto importante per me confrontarmi con loro perché, comunque lo dobbiamo un po’ fare, ma per me è un piacere farlo e quando ho conosciuto gli altri registi e gli altri remakers abbiamo tutti molto legato, perché avevamo gli stessi problemi di adattamento di alcune cose, che sono veramente strane e non riuscivamo a farle coincidere con le nostre realtà, era difficile.

Tipo?

L: Di fatto, l’incidente scatenante di SKAM originale è l’organizzazione di questo Russ Bus, che è questa festa matta che fanno i norvegesi per la maturità, e che viene organizzata tre anni prima, che consiste nel comprare un autobus, riempirlo di carta igienica e di alcolici, e poi con quest’autobus allestito a mo’ di discoteca mobile si va in giro per le strade di Oslo a ubriacarsi e a fare le peggio cose. In qualche modo la società lo tollera perché è una specie di rito iniziatorio: da quel giorno in poi diventiamo persone serie, e questa cosa è veramente un passaggio, perché i ragazzi devono riuscire a trovare degli sponsor e dei soldi, e si devono aggregare in gruppi sociali dal primo giorno del liceo, per non rimanere isolati e per non rimanere (loro hanno proprio una parola) i “senza-russ“, la più grande onta possibile. Tutto nasce, l’amicizia tra le ragazze nasce perché sono le cinque ragazze che, per ragioni diverse, non hanno ancora una loro compagnia per comprare l’autobus, tutto nasce da “dobbiamo trovarci per comprare quest’autobus”, tutta l’amicizia si regge su questo, partendo dal fatto che sono cinque personaggi che non avrebbero niente da dirsi, ma che sono tenuti insieme dal non rimanere senza autobus. Allora tu ti trovi e dici “Che facciamo? Come facciamo a rendere questa cosa qui?”. Insomma, ne abbiamo parlato tanto nei corridoi di NRK e vabbè, la soluzione l’abbiamo trovata ed è stata molto semplice, cioè saltare completamente questa cosa, “ci troviamo a una festa insieme? Dai, sì”.

SKAM Italia - Federico Cesari e Rocco Fasano
Federico Cesari e Rocco Fasano

SKAM ha avuto un grandissimo fandom estero: dal vostro punto di vista, portare in scena la cultura italiana e sapere che si sarà un riscontro anche fuori dall’Italia, come vi fa sentire? Pensate che in qualche modo si possa insegnare di più anche a chi vive fuori dall’Italia?

R: SKAM e la nostra stagione in particolare parla di omosessualità, e parla quindi di una minoranza e parla quindi di tematiche che sono sensibili in Italia, sicuramente, ma anche nel mondo. Sicuramente ci saranno paesi più liberali, paesi più tolleranti, paesi dove le minoranze sono tutelate forse un po’ di più, però l’omofobia è un problema ovunque. Quindi rappresentare con naturalezza una storia d’amore omosessuale, secondo me è importante, e io sono contento di fare parte di ciò, non solo perché è un’esperienza dal punto di vista personale, veramente che ti arricchisce, perché è un bellissimo ruolo, ma anche per il ruolo se vogliamo politico e sociale che ha questa serie.

L: Io parlo a titolo personale, noi facciamo questa serie per TIM Vision, tra l’altro abbiamo ufficialmente il diritto di farla vedere solo in Italia, quindi il mio obiettivo è fare una serie per l’Italia, per gli italiani, per il nostro pubblico, per la nostra stampa. Di fatto, le ricadute sono all’estero: Vice Americaha parlato di SKAMItalia, dicendo del successo che aveva avuto, e del fatto che nella prima puntata, nella prima stagione aveva lasciato il sito nel giorno in cui c’è stato il risultato delle elezioni, ed eravamo trend topic noi e non le elezioni. Chiaro che fa piacere, e come dice Rocco è indubbiamente vero che in questo momento l’Italia è un paese che viene ancora percepito all’estero, giustamente, come un po’ più arretrato, meno liberale e meno avanti, l’idea che noi abbiamo fatto una serie in cui certe cose invece vengono affrontate con naturalezza e tranquillità, se può aiutare (insomma, poi non voglio neanche immaginare che abbiamo più forza di quella che abbiamo, perché poi è comunque una serie e non è chissà che cosa), però se anche soltanto dieci persone possono avere un’immagine diversa di questo paese che non sia il paese pittoresco con le tovaglie a quadri, ma invece è un paese moderno in cui anche Roma – c’è un tentativo di raccontare Roma che non è sempre solo Colosseo, amatriciana eccetera, ma è una Roma normale, con le sue disfunzioni ma anche le sue modernità, dove c’è una rappresentazione di un’Italia al passo con gli altri paesi che hanno fatto questa serie e che appunto può permettersi di raccontare un amore omosessuale con estrema tranquillità. Certamente fa piacere, se gli altri penseranno qualcosa del genere.

Una curiosità per Rocco: anche il tuo personaggio avrà un profilo social?

L: No, per la nostra salvezza! (risate)

R: Niccolò ha un telefono della preistoria!

L: Il fandom sta elaborando centinaia di teorie su questa cosa, quindi io li lascerei remare, che magari ne scegliamo una!

Vi fate influenzare dai fan?

L: Allora… succede. Certo. Ad esempio, una sciocchezza: nella prima stagione, in una scena, si vede – pensa che roba! – abbiamo raccontato una classe in cui c’erano gli zaini appesi alle sedie, e diverse persone hanno detto “ah assurdo, nessuno mette gli zaini in quel modo, li mettiamo tutti per terra”. Provate a vedere uno zaino su una sedia nella seconda stagione! (risate) Tante cose così. Allo stesso tempo sappiamo anche che il pubblico è impulsivo, quindi in quel momento si lamenta per una decisione, ma sappiamo vanno assecondati quando serve, però sul profilo social di Niccolò… in generale, lui è un personaggio che ha dei tratti anticonformisti tra i quali c’è il fatto di non essere uno che usa i social, e tra l’altro una delle attrici di SKAM è esattamente così, quindi esistono queste persone e ci piaceva che in mondo di persone che pubblicano anche lo spazzolino, Niccolò fosse diverso, e i nostri fantastici amici che gestiscono i social di SKAM sono stati molto contenti di saperlo.

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