Ecco la nostra intervista a Serepocaiontas e Gianluca Sibaldi, interprete e autore della colonna sonora de Il sesso degli angeli, nuovo film di Leonardo Pieraccioni
Ecco la nostra intervista a Serepocaiontas e Gianluca Sibaldi, interprete e autore della colonna sonora de Il sesso degli angeli, nuovo film di Leonardo Pieraccioni (qua la recensione dell’ultima commedia del regista toscano). La prima è una giovane cantautrice che ha scelto l’ukulele come il suo strumento principale e ha una community di tutto rispetto sui social. Il secondo è ormai da quasi vent’anni storico collaboratori di Pieraccioni nel realizzare la musica per i suoi film.
Ciao Serena, come è stata l’esperienza di interpretare la colonna sonora dell’ultimo film di Pieraccioni Il sesso degli angeli?
Ciao Spettacolo.eu, è un piacere fare questa intervista per voi! Far parte della colonna sonora dell’ultimo film di Leonardo Pieraccioni è stata una magnifica esperienza che porterò sempre nel cuore. Quando sono stata contattata da Leonardo pensavo quasi di trovarmi in un sogno! Era in cerca di una voce per l’interpretazione del brano ‘Il dubbio’, che sarebbe stato incluso nella colonna sonora del film. Questa collaborazione mi ha dato molta fiducia in me stessa e nel mio progetto musicale, aiutandomi a prendere coscienza del fatto che effettivamente la mia voce possa arrivare ad un pubblico più grande. Lavorare con Gianluca Sibaldi, un grande compositore, è stata una grandissima occasione di imparare e trarre tanta ispirazione. Insieme a me ha partecipato alla registrazione e alla scena nel film anche una bravissima violinista di Firenze, Angela Savi, che ha accompagnato magnificamente il brano con le note del suo violino.
Che consigli ti ha dato sul set?
Lavorare con Leonardo è stato molto piacevole, lui e tutta la troupe sono persone davvero affiatate e alla mano, ci siamo sentite subito a nostro agio. Forse l’unico consiglio che ha dato a me ed Angela, la violinista, è stato di pensare alla nostra parte come quella di due angioletti pronti a ‘cantargliele a Don Simone’ per i dubbi che stava attraversando in quella scena, per il resto ci ha lasciato libere di esprimerci come preferivamo. Ci siamo divertite molto e abbiamo entrambe imparato tanto da questa esperienza!

Hai vissuto per quattro anni a Londra, cosa ti ha trasmesso musicalmente quella città?
Londra è una città variegata, multietnica e un punto di incontro di tante culture. Anche musicalmente, per ciò che ho potuto apprezzare, ha un’anima mista ed è fonte di grande ispirazione. Ho avuto la fortuna di far parte come volontaria di un’organizzazione chiamata Sofar Sound, presente anche in Italia ma purtroppo molto meno attiva nella nostra zona, che si occupava della creazione di concerti in casa e altre location intime e speciali. Sofar sta per ‘songs from a room’, e gli eventi rispecchiano perfettamente questo titolo. Ogni serata a cui ho partecipato era un ritrovo intimo ed accogliente, in luoghi bellissimi e raccolti. Il mio ruolo di volontaria consisteva nella gestione dei social media per le serate a cui prendevo parte: grazie a questo ho potuto ascoltare concerti bellissimi di piccoli artisti emergenti ed entrare un po’ nella scena musicale londinese. L’altra anima della città era quella dei grandi concerti e dei grandi club Jazz, che ho frequentato con grande passione.
Durante il lockdown hai iniziato a collaborare con il tuo attuale produttore DSonthebeat, come vi siete conosciuti e come vi trovate a lavorare insieme?
Grazie per questa domanda, tengo molto alla collaborazione con Daniele, senza il quale non sarei arrivata dove sono ora. Proprio così, ci siamo conosciuti tramite Instagram durante il primo lockdown. In quel momento abitavo ancora a Londra e la nostra collaborazione è iniziata a distanza, per poi diventare più concreta dal momento in cui mi sono trasferita a Milano, lo scorso anno. Insieme abbiamo dato una direzione artistica a Serepocaiontas e fissato un percorso a tappe per la creazione di contenuti dei miei canali social. Instagram è sicuramente il fulcro delle nostre attività attuali, ma abbiamo esplorato anche il mondo di YouTube con un esperimento ASMR, testato TikTok e fatto varie registrazioni in studio alcune delle quali sono state rese disponibili su Spotify. Attualmente siamo in pienissima ricerca artistica e stiamo scrivendo i nostri primi brani da far uscire in estate.
Hai scelto come strumento l’ukulele, perché?
L’ukulele fa ormai parte di me! In tutta sincerità è iniziata un po’ per gioco, quando mi sono innamorata di questo piccolo strumento trovandolo per caso nella vetrina di un negozio di musica a Milano. Ero ancora all’università e, vivendo da sola, avevo molto tempo libero da dedicare alla mia musica. L’ukulele mi era sembrato il compagno perfetto per questa avventura, così ho deciso di testarlo! Mai avrei potuto immaginare che sarebbe finito con me in un film di Pieraccioni. Piccola chicca, il bellissimo ukulele che potete vedere nei miei video su Instagram è uno strumento artigianale costruito da Guido Langè, un liutaio caro amico del mio produttore Daniele, è stato un regalo bellissimo che mi ha fatto per celebrare questo traguardo così importante e l’ho portato perfino sul set. Trovo che l’ukulele sia lo strumento perfetto per chi vuole imparare, si tratta di uno strumento accessibile, facile da trasportare e da suonare.
Sei molto attiva sui social e hai creato una sorta di community attorno alla tua musica e al tuo strumento, che rapporto hai con i social?
Un bellissimo rapporto. Diffido sempre un po’ da chi usa i social per mostrare ‘eccessi’: voglio che il mio progetto venga fuori puro e semplice com’è, senza troppi ‘filtri’ o trucchi. Credo che i social oggi rappresentino una grandissima opportunità per chi ha un messaggio da far sentire, sta tutto nel trovare il formato giusto e appassionare una piccola nicchia, che poi sarà di grande supporto.
Quali sono i tuoi progetti futuri e raccontaci perché chi ci legge dovrebbe andare al cinema a vederti e sentirti?
Beh innanzitutto perché il film di Leonardo e la colonna sonora sono bellissimi! E poi perché regala un po’ di spensieratezza di cui si ha tutti bisogno visto il periodo particolare che stiamo vivendo. Il più grande progetto futuro riguarda la scrittura dei singoli, ma abbiamo anche altre cose in ballo che non vediamo l’ora di condividere con la community non appena saranno disponibili! Vorrei dire una cosa a chi già mi conosce dai social: se andrete a vedere il film, nella scena in cui si sentirà la canzone e mi vedrete spero che proviate la stessa cosa che ho provato io nel rivedermi. Il messaggio più bello di tutta questa avventura è che a volte i sogni possono diventare realtà, basta crederci e impegnarsi al massimo per farli avverare! Un abbraccio, spero che il film vi piaccia!
Ciao Gianluca, sei lo storico musicista dietro alle colonne sonore dei film di Leonardo Pieraccioni. Come vi siete conosciuti e come è nato questo sodalizio artistico?
Ci siamo conosciuti intorno al 1991. Leonardo cercava qualcuno che curasse gli arrangiamenti e la produzione del suo album di canzoni ed il nostro comune amico e agente Fernando Capecchi ci mise in contatto. Nacquero subito un’intesa ed una collaborazione che andarono ben oltre la pubblicazione del disco e che mi portarono poco dopo sul palco insieme a Leonardo come pianista nei suoi spettacoli di cabaret. Abbiamo girato per i teatri e i locali della Toscana, fino ad arrivare, dopo i successi cinematografici di Leonardo, al “Leonardo Pieraccioni Show”, in tour nei teatri di tutta Italia tra il 2000 e il 2003. Dopo la lunga stagione di spettacoli in teatro, ho avuto l’opportunità di comporre le colonne sonore dei suoi film, il primo è stato “Il paradiso all’improvviso” nel 2003.
Quanta libertà ti lascia nella stesura della musica per i suoi film?
Molta, fortunatamente. Non posso che apprezzare la fiducia che Leonardo ripone nel mio lavoro, d’altra parte è comunque una grande responsabilità. Iniziamo a scambiarci idee e a confrontarci fin dalla stesura della sceneggiatura dove in genere sono già previsti alcuni interventi musicali. A volte sono indicazioni precise, altre volte più generiche ma è importante tenerne conto. La musica nei film infatti non è una forma di espressione “pura” ma fa un lavoro di squadra e deve relazionarsi in modo coerente con l’espressività degli altri elementi narrativi. Questo per me non è un limite, anzi è uno stimolo a cercare idee e soluzioni. Che molte volte si sentono libere di andare in una direzione opposta, e magari funzionano proprio per quello. Inoltre, durante la lavorazione un film è una creatura in costante evoluzione. Via via che il montaggio prende forma si capisce che alcune idee che sulla carta sembravano valide invece non funzionano, altre che avevamo scartato si rivelano perfette, altre vanno bene come le avevo pensate, e non ultime ci sono musiche che scrivo direttamente guardando le scene montate. Questa trovo che sia una notevole libertà d’azione.

A quale colonna sonora sei più affezionato e perché?
L’ultima è sempre quella a cui tengo di più. È come un figlio, quello nato da poco ha la precedenza. Ma c’è un episodio che mi lega profondamente alla colonna sonora di “Io e Marilyn” e in particolare al brano “Notturno”. Ricordo un momento in cui gran parte della musica era pronta ma mi mancava un solo tema. Sulla carta doveva essere una melodia di un certo spessore per accompagnare alcune scene particolarmente importanti del film. Mio figlio Giorgio aveva pochi mesi, ed era in quel momento un bimbo molto vispo e attento a tutto ciò che lo circondava. La sera infatti, distratto da mille cose, non si addormentava mai volentieri. Una sera, dopo averlo cullato per un tempo infinito, ero molto stanco e andai nello studio al pianoforte per rilassarmi un po’. Continuavo a pensare all’energia incredibile di questa creaturina così determinata a rimanere sveglio per conquistare il mondo, e improvvisamente mi vennero queste cinque note in fila, la prima cellula melodica di “Notturno”. E così, quasi senza volere, avevo finito di scrivere la colonna sonora, con l’aiuto di Giorgio e di una qualche misteriosa energia dell’universo.
Come è stato il lavoro legato a quella del film Il sesso degli angeli?
È stato un lavoro stimolante e divertente, anche per la storia particolare che racconta il film. Ed è venuta fuori una colonna sonora estremamente variegata. C’è la canzone “Il dubbio” scritta da Leonardo, da me orchestrata, cantata da Serena e con Il violino di Angela Savi, che non a caso è il primo violino di Original Soundtrack Ensemble, il gruppo di musicisti con cui lavoro per i film e dal vivo. La canzone mi ha dato l’occasione e il piacere di conoscere Serena e il suo produttore DSonthebeat, due persone carinissime e due artisti di valore con cui spero possa continuare una collaborazione. Per questo film ho scritto brani di pianoforte solo, brani in cui mi sono divertito a fare qualche parodia musicale di genere, il brano “I percorsi dell’amore” che ho affidato al magico canto vocalizzato di Silvia Benesperi. Ci sono poi due “record” personali: è stata la prima volta in cui nel trailer sono stati utilizzati solo brani musicali tratti dal film, e l’album della colonna sonora, pubblicato da Warner in distribuzione digitale, è il mio primo album con ben 19 brani nella tracklist.
Raccontaci perché chi legge dovrebbe andare al cinema a vedere questo film
Perché è un film divertente, ma che fa fare anche qualche riflessione. Tra l’altro il tema è “pericoloso”: la storia di un prete che eredita un bordello e che vi si ritrova coinvolto suo malgrado potrebbe facilmente tracimare in una comicità sopra le righe, basta un niente. Invece Leonardo, coadiuvato da uno strepitoso Marcello Fonte, da una Sabrina Ferrilli perfetta e da Massimo Ceccherini in una veste inedita, ha saputo muoversi con maestria ed eleganza in quel contesto. E ci ha fatto ridere, sorridere ed emozionare, anche più del solito.