La nostra video intervista ai protagonisti di Romulus II, la serie Sky sulla nascita di Roma: ecco cosa ci hanno raccontato Andrea Arcangeli, Francesco Di Napoli, Marianna Fontana, Sergio Romano e Emanuele Maria Di Stefano
Vi presentiamo la nostra video intervista ai protagonisti di Romulus II, seconda stagione della serie Sky sulla nascita di Roma. A raccontarcela Andrea Arcangeli (Yemos), Francesco Di Napoli (Wiros), Marianna Fontana (Ilia), Sergio Romano (Amulius) e la new entry Emanuele Maria Di Stefano (Tito Tazio).

La storia
La nascita di Roma come non è mai stata raccontata in otto nuovi episodi – girati come i precedenti interamente in protolatino – arriveranno al cuore del mito fondativo di Roma, con i protagonisti della prima stagione, Andrea Arcangeli (Yemos), Marianna Fontana (Ilia) e Francesco Di Napoli (Wiros), cui nei nuovi episodi si aggiungono Valentina Bellè (Volevo fare la rockstar, L’uomo del labirinto, Catch-22) nei panni di Ersilia, a capo delle sacerdotesse Sabine;

Emanuele Maria Di Stefano (La scuola cattolica, Siccità) che interpreta il re dei Sabini Tito Tazio, figlio del Dio Sancos, il più potente nemico di Roma; Max Malatesta (Favolacce, Il primo Re) è Sabos, consigliere e braccio destro del re dei Sabini; Ludovica Nasti (L’amica geniale) veste i panni di Vibia, la più giovane fra le sacerdotesse Sabine; mentre Giancarlo Commare (Skam Italia, Maschile singolare, La Belva) è Atys, il giovane re di Satricum. Tornano anche Vanessa Scalera (Silvia), Sergio Romano (Amulius) e Demetra Avincola (Deftri).

Nei primi due dei nuovi episodi, girati rispettivamente da Matteo Rovere e Enrico Maria Artale, Yemos e Wiros, figli della Lupa e fratelli per scelta e per destino, fondano Roma insieme a Ilia, Deftri, all’intero popolo dei Ruminales e a un gran numero di latini in cerca di un nuovo inizio e di una nuova patria. I due sono proclamati re della città che sorge al posto della vecchia Velia. Roma è una città fondata non sul sangue e sulla vendetta, ma sulla giustizia e sulla pace, una promessa di fratellanza e riscatto sociale per tutti. In tutti i territori si parla solo delle loro gesta, tanto che la voce giunge fino al crudele re di Cures, Tito Tazio, che invita i due fratelli nella terra dei Sabini.

L’invito si dimostra un agguato che porta al rapimento delle sacerdotesse sabine. Wiros accoglie i quattro re dei popoli adiacenti per chiedere loro sostegno contro Tito Tazio, ma l’incontro non va come sperato. Quest’ultimo, accampato insieme ai suoi soldati ai confini di Alba, in cambio della pace, chiede di riavere indietro le sue sacerdotesse, fatte prigioniere da Yemos e Wiros durante l’agguato, ma senza successo. Nonostante Silvia implori i Sabini di non attaccare suo figlio, l’avanzata di Tito non si ferma.