Ore 15:17 – Attacco al treno, recensione: clamoroso tonfo di Clint Eastwood!

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Ore 15:17 – Attacco al treno rappresenta un incredibile passaggio a vuoto per il grande Clint Eastwood, che sforna un film noioso e scritto male, con una storia adatta al massimo per un cortometraggio.

Eroi per caso

C’era una volta Clint Eastwood. La prima impressione uscendo dall’anteprima di Ore 15:17 – Attacco al treno è che non si debba fare per forza un film su tutto, nel senso che ci sono argomenti o storie non adatte ad essere raccontate al cinema o che, al massimo, possono interessare per la durata di un cortometraggio. Non la pensa così il vecchio Clint che, dopo l’ottimo American Sniper e il discreto Sully, continua a raccontare storie di eroi americani non convenzionali, diventati tali per puro caso. Stavolta lo spunto è quello della storia vera di tre 23enni americani (due militari e uno studente) in vacanza in Europa che, durante un viaggio in treno verso Parigi, hanno sventato un attacco terroristico che poteva causare decine e decine di morti, ricevendo addirittura la Legion d’onore dal presidente francese Hollande.

Tutto fumo e niente arrosto

Raccontata così, la vicenda (che ha fatto il giro del mondo) potrebbe anche destare interesse; peccato però che tutto ciò sullo schermo si esaurisca in appena una decina di minuti, mentre il resto è praticamente inutile fuffa. Infatti l’attacco terroristico ad opera di un 26enne marocchino, salito sul treno armato di kalashnikov, pistola e quasi 300 munizioni, è stato sventato praticamente subito dal trio americano, esaurendo quindi in brevissimo tempo tutta la parte interessante della storia. Come riempire, quindi, un’ora e mezza di film? Clint Eastwood affida la stesura della sceneggiatura all’esordiente Dorothy Blyskal, che la trae dall’omonimo romanzo The 15:17 to Paris: The True Story of a Terrorist, a Train, and Three American Heroes, scritto dai tre ragazzi e uscito in libreria lo scorso 30 gennaio: un binomio che si rivelerà catastrofico.

Ore 15.17 - Attacco al treno - I tre protagonisti giovanissimi
I tre protagonisti giovanissimi

La noiosa vita dell’eroico trio

Infatti per metà film si assiste al noiosissimo coming of age dei giovanissimi e problematici Spencer e Alek che, dopo aver conosciuto lo smaliziato Anthony alle scuole medie e aver affrontato un’adolescenza difficile tra fede e madri single, diventati maggiorenni decidono di arruolarsi (segue quindi relativo addestramento e disavventure correlate). Nella seconda metà del film eccoli ritrovarsi in un’interminabile vacanza europea che li porterà a visitare Roma, Venezia, Berlino, Amsterdam, fino a culminare con il viaggio in treno verso Parigi. Il tutto tra dialoghi imbarazzanti, soporifere “cartoline” delle varie città, decine e decine di selfie, e il disinteresse totale dello spettatore verso questo trio di californiani di provincia che, da Sacramento, si ritrovano per caso a diventare eroi. L’intento di tutto questo “allungare il brodo”, inframezzato qua e là da rapidi flash-forward sul treno, vorrebbe essere quello di creare una sorta di tensione in vista dello scontro con l’attentatore, ottenendo però il risultato opposto e annoiando mortalmente.

Predestinati o furbacchioni?

In Ore 15:17 – Attacco al treno anche i temi cari a Eastwood, come il patriottismo, la fede e la spasmodica ricerca del dare un senso alla propria esistenza, vengono esasperati a tal punto da generare un effetto boomerang, che trova il suo apice nel presunto dialogo fra due dei ragazzi «Non pensi mai che la vita ti stia spingendo verso qualcosa di più elevato?» qualche giorno prima dell’attentato sventato. Il che suona davvero pretestuoso (se non addirittura totalmente inventato ad hoc, ma non lo sapremo mai..) se associato all’indecisione fino all’ultimo sul partire o meno per la capitale francese, volendo suggerire malamente una presunta predestinazione nel trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Nulla da dire, invece, su quella manciata di minuti che ruotano attorno all’attentato sventato, e in cui la mano del Clint che amiamo riesce ancora a distinguersi, arricchiti anche da una minuziosa ricostruzione curata nei minimi dettagli. Ma è troppo poco. Come detto, poteva andar bene per un corto, non certo per un film da 94 minuti, che tra l’altro termina con retorica a secchiate.

Ore 15.17 - Attacco al treno - Alek Skarlatos, Anthony Sadler e Spencer Stone
I protagonisti (veri) Alek Skarlatos, Anthony Sadler e Spencer Stone

I veri eroi recitano nel film

E i protagonisti? Lo slogan recita “Una storia vera, i suoi veri eroi“. Infatti, nonostante i talentuosi attori propostisi per i ruoli, Eastwood ha pensato bene di far interpretare se stessi ai veri ragazzi protagonisti della vicenda, in una sorta di neorealismo metacinematografico potenzialmente interessante, dai risultati tutto sommato dignitosi (anche se avendo visto il film doppiato, non possiamo dare un giudizio univoco sulle reali capacità attoriali del trio di amici). Parlando di attori veri, ci sono Judy Greer e Jenna Fischer nei ruoli delle mamme single di Spencer e Alek, mentre nella particina del loro professore delle medie c’è Jaleel White, indimenticato Steve Urkel della sitcom Otto sotto un tetto. Concludendo, forse qualche patriottico e devoto spettatore a stelle e strisce riuscirà ad apprezzarlo, ma noi ci auguriamo che questo non sia l’ultimo film del 4 volte premio Oscar e ormai quasi 88enne Clint Eastwood, perché sarebbe una chiusura indegna per la carriera di uno dei più apprezzati cineasti americani.

Ore 15:17 – Attacco al treno, diretto da Clint Eastwood, con Anthony Sadler, Alek Skarlatos, Spencer Stone, Jenna Fischer, Judy Greer, Ray Corasani, Shaaheen Karabi, William Jennings, Thomas Lennon, Jaleel White, Tony Hale, Sinqua Walls, P.J. Byrne, Helene Cardona, uscirà l’8 febbraio 2018, distribuito da Warner Bros.

VOTO:

 

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