Lasciami andare, recensione: frenata la ghost story con Accorsi, Golino e Sansa

Lasciami andare - Stefano Accorsi (foto Andrea Pirrello)
Lasciami andare - Stefano Accorsi (foto Andrea Pirrello)

La recensione di Lasciami andare, la ghost story presentata Fuori concorso a Venezia77: diretto da Stefano Mordini, il film vanta un buon cast formato da Stefano Accorsi, Valeria Golino, Maya Sansa e Serena Rossi

Un trauma del passato… che ritorna

Marco (Stefano Accorsi) e Anita (Serena Rossi) stanno per avere un bambino. L’uomo non si è però ancora ripreso dalla drammatica morte di Leo, il suo primogenito avuto dall’ex-moglie Clara (Maya Sansa). Tran l’altro un giorno quel doloroso passato sembra tornare improvvisamente. Una donna, Perla (Valeria Golino), che è andata ad abitare nella casa dove è avvenuta la tragedia, lo cerca insistentemente. Il motivo ha dell’incredibile: Perla sostiene infatti di sentire la voce di un misterioso bambino che sta tormentando il figlio e pensa che si tratti proprio di Leo.

Dal romanzo al grande schermo

Tratta dal romanzo You Came Back di Christopher Coake, il film diretto da Stefano Mordini cerca di dare voce a tutte quelle persone indebolite da un trauma o da un dolore del passato. In questo caso si tratta della perdita di un figlio, sopraggiunta a causa di un drammatico incidente in età infantile. Difficile farsene una ragione per i genitori interpretati da Stefano Accorsi e Maya Sansa, che reagiscono alla sofferenza in modo diverso. Buona la prestazione di Accorsi, il quale riesce a mostrare la ferita del suo personaggio aggiungendovi anche quella punta di lucidità che gli dà la forza di ricostruirsi una vita. La Sansa, invece, presta il suo volto ad una mamma annientata, indebolita e pronta a credere a qualsiasi cosa che possa alleviare per qualche minuto la sua sofferenza.

Lasciami andare - Stefano Accorsi e Maya Sansa (foto Andrea Pirrello)
Lasciami andare – Stefano Accorsi e Maya Sansa (foto Andrea Pirrello)

Inganno o anime che sopravvivono al corpo

Ancorati al dolore passato, questi genitori diventano le vittime perfette per la truffatrice interpretata da Valeria Golino. Ma sarà davvero una truffatrice? Affabile ma anche impostata, nella sua ambiguità il personaggio rappresenta una piaga della moderna società: individui pronti a tutto per il proprio tornaconto personale, disposti ad insinuarsi nella vita delle persone alla ricerca di un punto debole. A questa trama in fondo lineare, si aggiunge il sensitivo di Lino Musella, il quale lascia aperta una possibilità: si tratta davvero di un mero inganno, oppure c’è qualcosa di vero? È così che la ghost story prende forma, lasciando aperti alcuni interrogativi cui lo spettatore potrà dare la risposta che preferisce.

Una ghost story trattenuta

Mordini riesce ad immortalare una Venezia spettrale e onirica, genere al quale la pellicola vuole attingere. Il cineasta tuttavia non si fida fino in fondo di questa strada e disperde il proprio potenziale appesantendosi di troppa carne al fuoco: tra gruppi di sostegno, analisi della crisi di coppia, medium, ricerche su Google e flash back del passato (i quali rappresentano una delle componenti più riuscite della sceneggiatura), questa ghost-story dimostra di non avere il coraggio di lasciarsi andare fino in fondo. Il pubblico poteva essere lasciato più in balia di se stesso, libero di galleggiare nelle atmosfere thriller che a tratti riescono ad affascinare sul serio. Più astrazione e meno spiegazioni, questo probabilmente il dosaggio che sarebbe stato opportuno seguire con fiducia.

Lasciami andare, film di chiusura del Festival del Cinema di Venezia 2020, è distribuito da Warner Bros. Italia ed è disponibile sulle principali piattaforme Vod.

VOTO:
3 stelle

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