Recensione de La Mélodie: a metà strada tra Sister Act e Les Choristes

La Mélodie è il terzo film diretto dal giovane regista Rachid Ami presentato alla 74° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Mai pensato di fare l’insegnante

La Mélodie narra di illusioni, promesse, speranze e progetti che sono al centro della relazione tra un insegnante di musica e la classe di una scuola composta da individui molto particolari. Kad Merad è chiamato ad interpretare Simon, un musicista in preda ad una depressione permanente dovuta ad una mancanza di piacere nell’attività strumentale di violinista cui era abituato. Animato dalla ricerca di una riscossa personale accetta di intraprendere la strada dell’insegnamento per puro egoismo. Da tale esperienza sarà poi chiamato a subire ritorni sentimentali che si innestano nel binomio docente-allievo.

Imparare a fare musica

La situazione della classe in cui viene inserito Simon non è assolutamente semplice: questo aspetto sembra riprendere, come di fatto è, la trama alquanto scontata in cui la figura di riferimento, come può essere quella di un insegnante, deve guadagnarsi fiducia e rispetto da parte dell’uditorio scolastico. Le difficoltà presentate dai ragazzi che interpretano gli allievi vanno ben oltre la mancata scolarizzazione o il linguaggio non propriamente consono per la fascia di età non superiore ai 14/15 anni. Il problema non sono i ragazzi ma è Simon. L’incapacità di rispondere alla domanda sul come imparare a fare musica sarà la chiave attraverso la quale avverrà contemporaneamente lo sblocco della narrazione ma anche del personaggio che smetterà di vestire i panni del concertista per indossare quelli dell’insegnante.

Che musica ascoltate o quali compositori conoscete?

La difficoltà di chi si cimenta per la prima volta nell’insegnamento delle discipline musicali in una scuola può essere sintetizzata nell’interrogativo posto come titolo del corrente paragrafo. Chiedendo tali informazioni Simon viene sommerso da informazioni, naturalmente errate, ma figlie del tempo in cui vivono i membri della classe. Da una “con-fusione” di Mozart e Beethoven la classe si diletta a mimare sonoramente e in modo quasi epilettico il primo movimento della quinta sinfonia di quest’ultimo. Citando un altro film dal medesimo contenuto, Les Coristes, “ad una azione dei ragazzi corrisponde una reazione“, la risposta di Simon non si fa attendere e la sua seriosità sfocia in una dimostrazione sulla postura del violinista con l’esecuzione delle battute iniziali del primo movimento del concerto in mi minore di Felix Mendelssohn. Questa citazione musicale accompagna un passaggio significativo del film: la macchina da presa mostra una rassegna di alcuni alunni in primo piano e fornisce lo spunto per la storia parallela a quella di Simon; quella dell’allievo talentuoso interpretato dal giovane Alfred Renely. I lunghi ma significativi silenzi che accompagnano l’avvicinamento del ragazzo allo strumento sono un insieme di emozioni nascenti che abitua lo spettatore a presagire una sincronia nascente tra il professore di violino e l’allievo.

Non è tutto oro quello che luccica

Tra alunni provocatori difesi dai genitori e continui sbalzi dello stato d’animo di Simon, in La Mélodie il gruppo classe riesce a divenire tale e affronta lo studio dello strumento con serietà e una consapevolezza di dover adempiere un arduo compito. Arriva il giorno in cui più che una prova sembra un esame di sbarramento. Quell’empatia che Simon era riuscito a creare un po’ per caso e un po’ per ritrovare se stesso viene a mancare. La prova con il giovane direttore della Filarmonica di Parigi mette in luce le lacune che gli alunni della classe possiedono riguardo il montaggio di uno dei brani più difficili del repertorio: la Sherazade di Rimskij-Korsakov. Per quanto ora sia trasportato da un differente entusiasmo e una diverso approccio all’insegnamento, Simon è ancora fortemente ancorato ad una rigida metodicità che se da un lato potrebbe garantire la nascita di studenti e musicisti modello dall’altro rischia di allontanare e di rompere quell’empatia creata con il gruppo classe.

Orchestra
Una scena de La Mélodie in cui il protagonista Simon dirige una prova del gruppo classe

Importanza e rispetto dei propri ruoli

In un qualsiasi organico in cui “si faccia” musica è importante che ogni membro rispetti il proprio ruolo. Questo è quello che il film La melodie intende portare avanti come idea: che una volta preso, un impegno deve essere condotto nel miglior modo possibile fino alla fine. Simon compie un gesto che, stando alle prime sequenze narrative, nessuno si sarebbe aspettato che compisse, i genitori dei ragazzi della classe si organizzano per offrire un miglior posto dove i loro figli possano cimentarsi nello studio del violino e dei brani da eseguire mentre i piccoli protagonisti si ritrovano a provare in un “locus amoenus” metropolitano. La Mélodie esalta il potere catartico della musica ed evidenzia che, pur discostandosi dall’idea assolutistica che la essa possa salvare il mondo e renderci persone migliori, tutte le cose viste dalla giusta prospettiva possono assumere dei connotati positivi.

La Mélodie è il nuovo film di Rachid Hami presente nelle sale italiane dal 25 di aprile. Nel cast Kad Merad, Samir Guesmi e Alfred Ranely. La pellicola è distribuita da Officine Ubu.

VOTO:

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci qui il tuo nome