Il Clandestino, recensione delle prime 2 puntate della serie di Rai 1 con Edoardo Leo

La recensione delle prime 2 puntate de Il Clandestino, la serie tv di Rai 1 diretta da Rolando Ravello con Edoardo Leo, Hassani Shapi, Fausto Maria Sciarappa, Lavinia Longhi e Alice Arcuri

Da Roma a Milano

Luca Travaglia (Edoardo Leo) è ex ispettore capo dell’antiterrorismo che ha lasciato la polizia in seguito a un violento attentato costato la vita alla sua compagna Khadija (Lavinia Longhi) e l’uso delle gambe a Sergio Bonetti (Mattia Mele), il più giovane dei suoi agenti. Decide così di trasferirsi da Roma a Milano, dove lavora come buttafuori nelle discoteche cercando di anestetizzare il dolore con l’alcol. Il muro che ha alzato tra se stesso e la vita comincia però a sgretolarsi quando si imbatte in Palitha (Hassani Shapi), un cingalese intraprendente e sopra le righe che lo trascinerà nell’idea di mettere in piedi un’improbabile agenzia investigativa.

E così, in una Milano dai mille volti, dalle mille anime, dalle mille lingue e dialetti, Travaglia ritroverà a poco a poco il suo posto nel mondo, mettendosi al servizio degli “ultimi”, che la società non vuole vedere, e dei “primi”, che a causa della loro posizione non possono rischiare di essere visti. Un uomo che tutti a Milano, italiani e stranieri, chiamano “Il Clandestino”.

Guarda qui anche la nostra intervista a Edoardo Leo (Luca Travaglia) e il regista Rolando Ravello

Protagonista sfuggente e scontroso

Edoardo Leo è questo Clandestino che dà il titolo alla serie creata da Ugo Ripamonti e Renato Sannio, i quali hanno anche firmato la sceneggiatura insieme a Michele Pellegrini, per la regia di Rolando Ravello. Si tratta di una produzione Rai Fiction in collaborazione con Italian International Film, per un totale di 12 episodi da circa 50 minuti l’uno destinati a 6 prime serate di Rai 1. Il Clandestino in realtà non spicca per novità, visto che tanto le ambientazioni quanto il genere ricordano tanti altri titoli proposti dalla tv – italiana e non – negli ultimi anni. Nonostante ciò, la visione beneficia del buon cast capitanato proprio da Edoardo Leo, sfuggente e scontroso proprio come impone il suo personaggio.

Luca Travaglia: “Il Clandestino”

Luca Travaglia è infatti un uomo che ha abbandonato la sua comfort zone a Roma per buttarsi in un ambiente assai diverso: quello di Milano. Sfiduciato dalla vita, divorato dai sensi di colpa e divenuto allergico a qualsiasi rapporto umano, si lascia coinvolgere dai bonari modi di fare di Palitha, interpretato da Hassani Shapi. La bizzarra coppia funziona, grazie anche alla mediazione della moglie di quest’ultimo, Gedara (Tia Architto). La mission della serie viene espressa egregiamente dal brano principale della colonna sonora – realizzata da Maurizio Filardo – tratta dall’omonimo brano scritto e cantato da Simone Cristicchi: riportare l’esperienza di chi vive ai margini, costretto a camuffare in un modo o nell’altro la propria identità come meccanismo di sopravvivenza.

Osservare con occhi mai giudicanti

“Per la prima volta si parla di clandestini senza schierarsi da nessuna parte. Si fa vedere il perché succedono delle cose e il perché le persone si trovano in certe situazioni”, ha dichiarato Edoardo Leo. In effetti questo rappresenta uno degli elementi più interessanti della serie, per la sua capacità di osservare con occhi mai giudicanti. Se nel primo episodio si mostra l’antefatto principale – ovvero l’attentato che ha sconvolto la vita di Luca Travaglia – le successive sono ricche di flash back volte a ricostruire i 5 anni che hanno preceduto quel momento: l’incontro con Khadija, l’inizio della relazione, le amicizie di Luca (soprattutto quella col Vicequestore Claudio Maganza, interpretato da Fausto Maria Sciarappa), la dedizione al lavoro.

Guarda qui anche la nostra intervista a Lavinia Longhi (Khadija) e Alice Arcuri (Carolina Vernoni)

Storie autoconclusive, ma non solo

Insomma, oltre alle trame verticali autoconclusive in ogni episodio, il regista Rolando Ravello inserisce una ricca sotto-trama orizzontale destinata a tenere lo spettatore col fiato sospeso fino alla fine. I sensi di colpa del protagonista sono giustificati? Davvero Khadija voleva solo ingannarlo e ha pianificato tutto per 5 lunghi anni? Lui avrebbe potuto e dovuto accorgersene? E, nel presente, saprà essere più obiettivo nel confronto della giornalista Carolina Vernoni (interpretata da Alice Arcuri), che è incaricato di proteggere da un presunto stalker? La somma di tutti questi elementi, ben bilanciati e strutturati con mestiere, dalle prime 2 puntate sembra interessante e dà il suo “perché” ad una serie appunto non del tutto originale ma comunque decisamente appetibile.

3 stelle e mezza