Hatching – La forma del male, recensione del body horror che ha sconvolto il Sundance Film Festival

La forma del male - Siiri Solalinna (Adler Entertainment)
La forma del male - Siiri Solalinna (Adler Entertainment)

La nostra recensione di Hatching – La forma del male, horror finlandese presentato in anteprima al Sundance Film Festival di quest’anno, vincitore del Grand Prix e del Prix du Jury Jeunes al Festival di Gérardmer

Dopo Cronenberg arriva in sala il secondo body horror puro di quest’anno, ma questa volta parla finlandese e ha quasi i contorni di una storia per bambini. Hatching – La forma del male, opera prima della regista Hanna Bergholm, è un film denso e dalla forma mostruosa, come la creatura che sconvolge la vita fin lì apparentemente perfetta della famiglia protagonista.

Cosa nasconde quell’uovo?

Tinja (Siiri Solalinna) è una ragazzina di 12 anni come tante altre che pratica la ginnastica artistica per volontà della Madre (Sophia Heikkilä), influencer e curatrice di un blog di successo in cui racconta la vita della sua famiglia, la quale conta anche il fratello più piccolo Matias (Oiva Ollila) e il Padre (Jani Volanen). Un giornata, durante una diretta del blog un corvo si intrufola in casa da una finestra e mette tutto a soqquadro. Quando Tinja riesce a catturarlo per liberarlo una volta fuori casa, la madre la convince a consegnarglielo per poi ucciderlo e la povera Tinja è costretta a sbarazzarsi del cadavere dell’animale senza però accorgersi che è ancora vivo. Nel frattempo Tinja conosce anche una bambina di nome Reetta (Ida Määttänen), figlia dei nuovi vicini, e sua futura compagna di allenamenti. La sera stessa Tinja si reca nel bosco dopo aver sentito il corvo gracchiare e lo scopre lì tra gli alberi, malridotto ma ancora vivo. Con un gesto di pietà Tinja lo uccide definitivamente, ma non appena questo accade un uovo misterioso si materializza sotto la sua ala. Passa pochissimo tempo prima che l’uovo si schiuda, liberando una strana e spaventosa creatura a forma di uccello; qualcosa di malvagio è nato da quell’uovo, qualcosa che ha un piano ben preciso e che forse nasce proprio dalla rabbia covata da Tinja.

La forma del male - Siiri Solalinna (Adler Entertainment)
La forma del male – Siiri Solalinna (Adler Entertainment)

Nessun’azione resta impunita

Eh, la perfezione. Qualcosa di oscuro che attanaglia le nostre vite, che ci spinge a mutare in creature che non avremmo mai pensato di poter diventare. La realtà adamantina che costruiamo intorno alle nostre vite è la nostra coperta di Linus, ma che succede quando questa bugia viene smascherata? Che succede quando irrompe qualcuno o qualcosa a ricordarci che i sentimenti non vanno repressi, che i fallimenti sono parte delle nostre vite e che ciò che ci definisce non corrisponde a quello che vogliamo che gli altri vedano? A queste domande, ma non solo, tenta di rispondere con ciglio orrorifico e incantato assieme La forma del male. La parabola discendente della famiglia protagonista non è che infatti lo specchio di un equilibrio che viene incrinato già all’inizio del film dalla morte, ma che nel corso della pellicola sarà destinato a frantumarsi del tutto. La creatura che nasce dall’uovo di Tinja, da lei chiamata affettuosamente Alli, non è altro che una sorta di doppelgänger, una proiezione o una replica tanto somigliante nell’aspetto quanto diversa nel modo di comportarsi, nelle emozioni che prova e nel modo in cui le esprime. Un mostro nato direttamente da lei, dal suo dolore, dalla sua frustrazione, dalla sua impossibilità a lasciar uscire fuori la paura di non essere all’altezza di standard impossibili. E forse in questo c’è anche una critica velata alla stessa società finlandese, che anche di fronte ad un tradimento si dimostra anemica, incapace di reagire.

La forma del male - Siiri Solalinna e Sophia Heikkilä (Adler Entertainment)
La forma del male – Siiri Solalinna e Sophia Heikkilä (Adler Entertainment)

Una storia di madri

Quella de La forma del male è anche una storia che parla di maternità e di come le scelte di una madre possano in qualche modo plasmare i propri figli. Da una parte c’è la Madre di Tinja, una donna molto algida anche nei confronti del figlio Matias e del marito ma che si trasforma improvvisamente quando deve entrare in scena, davanti alla telecamera che riprende ogni singolo secondo della facade destinata al suo blog. La Madre però è anche una donna che tenta di tenere vivo un vecchio sogno di gioventù attraverso la figlia, che la spinge alla competizione, che la mortifica e che non riesce in nessun modo a vedere quanto invece la figlia odi tutto ciò che fa. Una donna che non riesce a tenere in piedi neanche la facciata del suo matrimonio, avendo ormai già instaurato una relazione neanche troppo clandestina con il giovane Tero (Reino Nordin), e a cui non sembra minimamente importare della sofferenza dei membri della sua stessa famiglia. Un essere maligno, non dotato di artigli e bellissimo, ma ugualmente e anzi forse ben più spaventoso. Dall’altra parte c’è Tinja, la quale si ritroverà a far nascere e ad accudire Alli e a scoprire man mano che quell’uovo potrebbe aver dato vita al suo lato più animalesco ed oscuro. Una madre mostro e una che genera mostri, destinate ad un certo punto a scontrarsi per divorarsi a vicenda.

La forma del male - Siiri Solalinna, Sophia Heikkilä, Jani Volanen e Oiva Ollila (Adler Entertainment)
La forma del male – Siiri Solalinna, Sophia Heikkilä, Jani Volanen e Oiva Ollila (Adler Entertainment)

Una famiglia perfetta

In una casa che non smette di produrre il male nessun membro di quella famiglia ne è immune. Né Matias, viziato  e costantemente preso a bullizzare Tinja, e né tantomeno il Padre, un uomo inetto e incapace di reagire anche quando rivela di sapere che la moglie lo sta tradendo sperando che possa ancora tornare da lui. Ed è forse proprio quest’ultimo il peggior colpevole ne La forma del male. Con la sua indolenza e la sua incapacità di prendere le difese dei figli ha contribuito ad accrescere in Tinja quel senso di impotenza che non le permette di reagire, e mentre la sua famiglia cade a pezzi lui resta lì fermo a guardare, sperando che le cose si aggiustino da sole. Come lo spettatore di una diretta social o del blog di sua moglie, resta completamente cannibalizzato da quel desiderio di mantenere quell’aura di perfezione intatta e noi spettatori con lui. Ed è questo l’elemento più terrificante del film: non i (pochi) jumpscare, non le trasformazioni orripilanti che lacerano la carne, non il sangue, non la violenza ma la sensazione costante di non poter distogliere lo sguardo e di non poter scappare da quella bolla, dai nostri doppelgänger, dai nostri errori. Di essere, anche noi, parte di quella famiglia perfetta.

La forma del male. Regia di Hanna Bergholm con Siiri Solannina, Sophia Heikkilä, Jani Volanen, Oiva Ollila e Reino Nordin, uscito al cinema il 6 ottobre distribuito da Adler Entertainment.

VOTO:

Tre stelle

 

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