Il flauto magico di piazza Vittorio, recensione: una magica fiaba sociale e multietnica

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Il flauto magico di piazza Vittorio è un ottimo prodotto che attraverso la musica e l’immagine sfrutta l’equilibrio narrativo e visivo per creare un contesto multietnico e visivamente accattivante.

Un simposio di suoni e immagini

Il flauto magico di piazza Vittorio è un film musicale che rivisita e re-interpreta, arricchendola e adattandola ai nostri giorni, l’opera di Mozart, interpretato in 8 lingue dai musicisti-attori della multietnica Orchestra di piazza Vittorio, ognuno secondo le proprie tradizioni e culture musicali. Tutto avviene nei giardini di piazza Vittorio, che si animano per magia durante la notte, e contrariamente a quanto accade nell’opera di Mozart, i personaggi femminili possono cambiare il corso degli eventi e assumere il ruolo decisivo.

Scambio e comunicazione

In una società che tende a ridurre l’individuo un involucro vuoto privo di empatia e sensibilità lo scambio e la comunicazione fra gruppi sociali di differente matrice e comunità divengono necessari, oltre che inevitabili e Il flauto magico di Piazza Vittorio riscopre la bellezza nelle diversità, che non possono far dimenticare la connessione naturale e intima fra gli individui, con la necessità di assecondare lo spontaneo flusso cosmopolita delle etnie per evitare l’isolamento e la regressione culturale.

Il flauto magico di piazza Vittorio - Fabrizio Bentivoglio
Il flauto magico di piazza Vittorio – Fabrizio Bentivoglio

Omar, il cantastorie

Centrale nel racconto è la figura del narratore che ha appena chiuso col lucchetto l’ultimo cancello dei giardini, ma non si è accorto, o forse non si è voluto accorgere, che nei giardini è rimasto un ragazzo addormentato su una panchina. Omar si gira verso la camera e comincia a raccontare. I giardini di Piazza Vittorio si sono trasformati: una luna enorme rischiara le palme e il ragazzo chiuso nei giardini diventa il principe Tamino, in fuga da un mostro minaccioso. Il narratore assume un ruolo fondamentale perché come in un’epopea dantesca tiene per mano il protagonista in un viaggio bizzarro e surreale, fiabesco ma allo stesso tempo estremamente reale.

Uno spazio onirico e surreale

il film si rende innanzitutto una proposta coraggiosa che cerca di prendere in maniera ludica una problematica sociale e politica, allontanandosi dall’approccio documentaristico di film come Piazza Vittorio di Abel Ferrara. Il flauto magico di Piazza Vittorio si presenta come un’illusione, un gioco, una fantasia convinta di essere parte del sogno di tutti, o almeno di qualcuno che dorme ogni notte su una panchina a Piazza Vittorio che può diventare sollievo, una luce lampeggiante in un mare di tempesta ad un viaggiatore stanco che in qualche modo non rinuncia alla possibilità di sognare ad occhi aperti un mondo migliore anche se solo intravisto tra le pieghe del tempo, in uno spazio onirico e surreale.

Il flauto magico di piazza Vittorio è stato presentato come Evento Speciale alla 13° edizione della Festa del Cinema di Roma. In uscita nelle sale il 20 giugno, una co-produzione Italo-Francese PACO CINEMATOGRAFICA, DENIS FRIEDMAN PRODUCTIONS, in collaborazione con RAI CINEMA. Diretto da Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu con Ernesto Lopez Maturell, Violetta Zironi, El Hadji Yeri Samb e Petra Magoni.

VOTO:

 

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