Fiorella Mannoia: conferenza Padroni di niente: «Il lockdown ci ha insegnato a mettere al centro la nostra umanità»

Fiorella Mannoia ha pubblicato il nuovo disco Padroni di niente e nella conferenza stampa di presentazione ha raccontato la sua genesi durante il lockdown, delle collaborazioni al suo interno tra le quali spicca quella con Ultimo, del suo punto di vista sulla crisi del settore dello spettacolo e sulla necessità di rimettere al centro l’uomo

Padroni di niente (http://smi.lnk.to/PadroniDiNiente) è il nuovo album di inediti di Fiorella Mannoia disponibile in formato Cd, in digitale e in Vinile (quest’ultimo disponibile da venerdì 20 novembre). Questa la tracklist di “Padroni di niente”: “Padroni di Niente” (Amara), “Chissà Da Dove Arriva Una Canzone” (Ultimo), “Si È Rotto” (Enrico Lotterini, Fabio Capezzone, Fiorella Mannoia), “La Gente Parla” (Amara, Simone Cristicchi), “Sogna” (Edoardo Galletti, Fiorella Mannoia), “Olà” (Bungaro, Cesare Chiodo, Fiorella Mannoia), “Eccomi Qui” (Bungaro, Cesare Chiodo, Carlo Di Francesco) e “Solo Una Figlia (con Olivia XX)” (Arianna Silveri).

Fiorella in apertura della conferenza stampa di presentazione del suo nuovo progetto discografico ha raccontato la sua genesi: «Questo album è stato concepito durante il primo lockdown quando i nostri pensieri volavano alti. Ci interrogavamo tutti sul senso di nostra vita e si parlava addirittura di un nuovo umanesimo per la necessità di mettere di nuovo al centro l’uomo a discapito del profitto che è il protagonista della realtà di oggi. Siamo rimasti tutti estasiati dalla natura e dagli animali che si riprendevano il proprio spazio, dei canali di Venezia che tornavano limpidi. Avevamo risentito di questa coesione di popolo, del bisogno di abbracciarci tutti anche perché questo momento ci ha preso tutti a sprovvista e allora nelle chiacchierate con Amara con cui mi intrattengo spesso indipendentemente dalla musica siamo arrivati alla seguente conclusione: Noi occidentali ci siamo sempre creduti invincibili e padroni di tutto, abbiamo ritenuto che la scienza avrebbe potuto risolvere tutti i problemi ma è bastata una minuscola entità cellulare per metterci in ginocchio e farci riflettere che in realtà non siamo padroni di niente».

La copertina si inserisce in questo concetto di nuovo umanesimo: «Ho scelto il dipinto Viandante sul mare di nebbia di Friedrich in pieno spirito romantico, poi è stata tolta la nebbia sullo sfondo per costringere l’osservatore a guardare nella stessa direzione del soggetto, cioè su tutto ciò che l’uomo ha costruito ma ha distrutto con palazzi modernissimi e sotto una baraccopoli».

Un disco dove la rabbia lascia spazio all’essenzialità e alla riflessione: «Quando twitto i miei collaboratori vanno in ansia perché prendo sempre posizioni nette. Questo album, concepito in quel momento di lockdown in cui eravamo tutti sospesi, risente di quei pensieri. Non eravamo in un periodo di rabbia per problemi economici. I nostri animi erano connessi. Ora siamo in un’altra fase, siamo preoccupati per il nostro futuro e costretti a scegliere tra salute e lavoro con il rischio di morire di fame. La scelta di inserire meno brani è stata ponderata, non c’è elettronica ma è tutto molto scarno. Risente in tutto e per tutto del periodo di chiusura di questa primavera. Si parla di concetti universali come il rapporto tra madre e figlia, come l’incitamento a prendere in mano la nostra vita».

Un disco che vede molte collaborazioni tra cui spiccano quelle con l’amico Simone Cristicchi e con Ultimo: «Le collaborazioni nascono in seguito a un legame di amicizia, una visione comune del mondo perché altrimenti è difficile interpretare un pezzo che non rispecchia le tue idee. Con Niccolò ci siamo conosciuti a cena di un amico in comune, è un ragazzo molto introverso ma molto sensibile e curioso, caratteristiche molto importanti per chi fa il nostro mestiere. La canzone me l’ha offerta, mi è piaciuta e l’ho cantata».

Padroni di niente_Cover_Fiorella Mannoia

Sono state analizzate alcune delle tracce del disco, a partire da La gente parla: «Siamo capaci di realizzare cose meravigliose ma anche baratri in cui scendiamo. Dobbiamo metterci sempre in discussione senza la presunzione di dover cambiare perché c’è sempre un insegnamento che ti rimette con i piedi per terra. Ci sono dimostrazioni di grande umanità che invece ti salvano, il mondo non si cambia ma si può cambiare ciò che è intorno a noi e se ognuno facesse la sua parte riusciremmo ad ottenere dei risultati. La gente parla è una canzone ironica sull’attualità ma lascia uno spazio di riflessione. Le parole sono fondamentali, l’arma più potente di tutte e nei social viaggiano senza nessun ritegno e ognuno si permette di giudicare a prescindere. Si è rotta una diga di pudore, non si cerca più il confronto ma è un’enorme melassa dove spesso viene a galla il peggio. Dietro l’anonimato e una tastiera la gente tira fuori tutte le proprie frustrazioni».

In Sogna Fiorella parla della propria storia personale e dell’importanza di difendere la propria passione: «Guai se non ci fossero difficoltà perché ti fanno crescere, ti consentono di rialzarti. Ho avuto una carriera molto lunga con un successo progressivo e costruito pian piano al contrario di ciò che spesso capita ad artisti della nuova generazione. Ho inseguito con caparbietà quello in cui credevo e non rimpiango niente del mio percorso».

Solo una figlia, la canzone finale del disco, testimonia ulteriormente il tuo impegno nei confronti del mondo delle donne e dei loro diritti perché si parla di spose bambine e un report di Save the Children mostra un aumento di matrimoni forzati: «Il testo racconta la storia di due ragazze adolescenti con destini diversi ma con la stessa sofferenza dovuta rispettivamente dalla violenza del padre e dal fatto di essere stata data in sposa quando era troppo giovane per volere un figlio. La canzone non ha un lieto fine anche se nelle mie canzoni preferisco lasciare uno spiraglio di speranza perché cerco di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. In questo caso l’autrice Olivia XX ha optato per il finale tragico perché non sempre nella vita si vince. Bisogna raccontarla fino in fondo la verità anche quando non ci piace».

In chiusura Fiorella Mannoia ha detto la sua sulla crisi del settore dello spettacolo, partendo dal presupposto di una ripartenza della musica dal vivo con il tour programmato per maggio 2021: «Abbiamo ragionato se rimandare o meno il disco ma ci siamo rifiutato e questa è una forma di resistenza, anche se gli spazi televisivi per promuoverlo sono minori e siamo tutti in collegamento online. A maggio abbiamo programmato le date del tour e dobbiamo ripartire perché è il modo per aiutare davvero i lavoratori dello spettacolo, anche se non ci danno gli spazi adeguati ai quali siamo abituati. Per il resto ci sono dei fondi, nessuno ci vieta di poter contribuire di tasca propria ma certo è che noi dobbiamo chiedere la tutela della categoria da parte dello Stato. Il governo deve preoccuparsi di questi lavoratori».

La musica merita dignità e rispetto e la Mannoia sottolinea quest’aspetto: «Purtroppo impera ancora l’idea che con la cultura non si mangia. Si perde di vista il fatto che la musica, che erroneamente chiamano leggera, ha segnato generazioni intere e anche io ho aiutato qualcuno a crescere, a sviluppare un pensiero critico. Ci siamo arrabbiati perché siamo stati i primi a chiudere ma adesso la situazione sta scappando di mano per cui è giusto che ci siano chiusure. Ci siamo comportati con responsabilità con solo un contagio in tutti questi mesi, la manifestazione Bauli in piazza è stata realizzata senza disordini ma con rispetto e dignità».

Fiorella Mannoia

 

 

 

 

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