Estate 1993: recensione del film biografico di Carla Simón

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Estate 1993 è il film diretto dalla regista Carla Simón, premiato al Festival di Berlino 2017 come miglior opera prima. Il film è al cinema dal 5 luglio distribuito dalla Wanted Cinema.

Biografia

Estate 1993 si presenta come un film in cui la regista racconta il proprio dramma vissuto da bambina. La morte prematura della madre muove una serie di eventi con i quali la piccola Frida, questo il nome della protagonista del film, dovrà fare i conti all’interno della sua nuova famiglia. Frida (Laia Artigas) vive quell’estate del 1993 con molta fatica perché chiamata a dividere l’affetto dei suoi nuovi genitori con la “sorellastra” Anna, di qualche anno più piccola. Il bisogno di affetto, innocente e perennemente ingenuo, di quest’ultima, si scontra con la condizione di orfana di cui Frida è pienamente consapevole. Sarà il fattore della quotidianità a creare, man mano, gli equilibri del nucleo familiare scombussolati da un nuovo arrivo.

Gioco di sensazioni

Il personaggio di Frida è isolato per l’intera durata del film, come se la sua storia potesse subire un processo di astrazione da tutto il contesto narrativo. La storia principale del film è quella di Frida, una bambina rimasta orfana. L’essere orfana è un elemento importante nella narrazione perché stabilisce una linea di separazione del personaggio da qualsiasi altro elemento narrativo presente nel film. Il senso infantile del gioco, l’interazione con Anna e gli zii-genitori, i momenti in cui viene isolata dagli altri bambini durante le prove di una festa di paese, sono elementi faticosi da gestire. Così la regista torna, per così dire, bambina. Questo processo si verifica tecnicamente con un abbassamento generale dalla componente sonora sui discorsi tenuti dagli adulti, visti quasi sempre da lontano, per conferire al personaggio di Frida il ruolo di protagonista assoluto della vicenda.

Estate 1993 - Frida
Laia Artigas interpreta Frida nel film Estate 1993

Non è un film per bambini

Benché Carla Simón racconti una storia di bambini, di come questi elaborino il lutto, il film Estate 1993 non è assolutamente un film per bambini. Il racconto non è intriso di sentimentalismi o di momenti che possono destare un momento di commozione nello spettatore, anzi. La narrazione è stabilmente cruda e priva di qualsiasi impulso emotivo che non vada oltre la semplice accettazione, man mano che il film procede, che Frida, volente o nolente, dovrà abituarsi a qualcosa di nuovo. Alla fine del film lo spettatore è maggiormente consapevole che i cambiamenti, soprattutto quelli positivi, passano sempre da uno o più momenti in cui tristezza e sofferenza creano un climax da cui poi si riparte.

Gli sguardi

L’abile uso che la regista fa della macchina da presa conduce lo spettatore ad essere partecipe maggiormente della vicenda narrativa. In questo si avverte la possibilità di vivere la visione di un film non soltanto come un momento di pubblica condivisione di una storia o, in senso più effimero, di un prodotto di cui apprezza o disprezzare i contenuti, bensì come un’esperienza anche privata per cui i contenuti della vicenda possono essere metabolizzati privatamente senza che si necessiti di una obbligata condivisione. La regola delle inquadratura è la medesima della sceneggiatura: ovvero l’alternanza di un “solo” con tutto il resto. Frida è quasi sempre in primo piano, specialmente quando il personaggio viene ripreso in sequenze di ampio respiro come la panoramica dell’ambientazione rustica.

Estate 1993 - Verdaguer&Cusì
David Verdaguer e Bruna Cusí interpretano i genitori adottivi di Frida nel film Estate 1993.

Epilogo che segna un nuovo inizio

Il film Estate 1993 è girato con l’intento di guidare lo spettatore ad incamerare e dare una propria interpretazione degli elementi caratterizzanti il personaggio di Frida: uno è, naturalmente, lo stato di salute della bambina, sottoposta a diversi test clinici che dichiarano una stabilità fisica e soprattutto psicologica, poi la considerazione della zia Marga come una nuova madre, quindi l’intero processo per cercare di conquistarne l’affetto, e infine l’attesa di un momento di sfogo che, nel finale, sembra quasi non serva che soggiunga. Invece proprio quando non si aspetta un simile momento di sfogo, allora la regista sorprende nuovamente gli spettatori che, finalmente, possono anche loro apprezzare il personaggio di Frida nei panni di ciò che realmente è, ovvero una bambina rimasta orfana.

Estate 1993 è il film con cui ha debuttato alla regia Carla Simón. Vincitore del premio come miglior opera prima al Berlinale 2017, il film è al cinema dal 5 luglio, distribuito da Wanted Cinema. Nel cast Laia Artigas, David Verdaguer e Bruna Cusí.

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