Ermal Meta, incontro stampa Buona fortuna: «Dedicato a mia figlia Fortuna»

Ermal Meta - foto di Nicolò De March
Ermal Meta - foto di Nicolò De March

Ecco cosa ha raccontato Ermal Meta nell’incontro con la stampa in occasione dell’uscita del nuovo disco dal titolo Buona fortuna, dedicato a sua figlia, la cui nascita è prevista per giugno

Venerdì 3 maggio uscirà Buona fortuna, il nuovo lavoro discografico di Ermal Meta, che nell’incontro di presentazione con la stampa rivela che Fortuna sarà il nome di sua figlia: «Questo album ha una forma d’ispirazione diversa, di memorie che tenderò a perdere una volta che a giugno sarò diventato papà, vorrei far ascoltare un giorno a mia figlia per farle capire cosa pensavo quando l’aspettavo, è un disco di ricordo per il futuro, sono fotografie musicali. Non avevo mai fatto un viaggio così importante dentro me stesso

Diventare padre è una nuova esperienza nella vita del cantautore: «All’inizio ero bloccato nella scrittura, mi sentivo inadatto ad esprimere con le parole questa nuova emozione, poi ho capito che dovevo descrivermi senza maschere. Scrivere un intero disco di getto è difficile, ci sono episodi così e altri richiedono un lavoro più di fino. La fortuna secondo me dipende dalla tua volontà, cammina. Bisogna lottare per assecondarla, si dice che va costruita la propria, come un artigiano giorno dopo giorno». 

Pezzi autobiografici in cui non manca anche l’osservazione dell’attualità: «Ho scoperto di avere costanti attacchi di panico nel 2018 e 2019, anche dopo che salivo sul palco, ovvio che non si percepisce dall’esterno. Nel disco racconta anche la furia dei vent’anni, sei un vulcano di energie, a volte ti offusca la mente, non ti fa vedere bene la strada che stai percorrendo. In un brano parlo del nostro Mediterraneo, un luogo non luogo fatto d’acqua sul quale si incontrano e si scontrano vite e storie, più di quante ci possiamo immaginare, nei secoli passati era più facile comprendere questo perché era il centro del mondo».

Ermal Meta - Buona fortuna cover
Ermal Meta – Buona fortuna cover

Un nuovo modo anche di concepire la scrittura per Ermal: «Sono innanzitutto un musicista prima che un cantante, ho ritrovato una certa semplicità che avevo quando scrivevo per altri, mi veniva richiesta. Ho pensato a questo giro che dovevo perseguirla di più. Non mi sento di aver mai fatto parte di un filone, le grandi canzoni sono un distillato, quando cerchi ispirazione nella musica lo faccio in qualcosa che ritengo incompiuto o che non ho compreso a pieno».

La passione per la musica ha sempre prevalso: «Mi hanno sempre scoraggiato a fare questo mestiere da quando sono arrivato in Italia ma l’ho sempre vista come un’ancora di salvezza, ha consentito di esprimere la mia emotività. La scrittura delle canzoni era un modo per respirare più facilmente, durante l’adolescenza mi ha dato uno scopo da perseguire, con La Fame di Camilla mi ha consentito di sopravvivere, eravamo felici, poi ho iniziato a scrivere per altri, ascoltarle alla radio mi riempiva di orgoglio, potevo aiutare la mia famiglia e dire a me stesso che ce l’avevo fatta».

Parla anche del tour estivo: «Le scommesse più importanti le facciamo con noi stessi perché non possiamo mentirci. Nelle canzoni non sono mai triste, al massimo malinconico con il sapore delle cose belle che non lo sono state o che non lo sono più, con una dolcezza non feroce per gli addii. Amo l’idea del disco, di raccontare qualcosa, anche in questo periodo di musica liquida in cui domina il concetto di singolo. Il tour inizia a luglio con dieci date ma se ne aggiungeranno altre. Prima di diventare padre non mi schiodo. Abbiamo fatto le prove per il Primo Maggio e ci siamo divertiti da pazzi».

Ultimo accenno su un suo eventuale ritorno al Festival e il suo pensiero sulle scelte artistiche delle scorse edizioni targate Amadeus: «Tornerei mille volte a Sanremo, pensavo da ragazzino che il Premio principale fosse quello della critica. A cantare ci andrei sempre, con l’orchestra è tutto magico così come il clima che si respira. Ci sono sempre state tendenze musicali, il problema è che l’industria è diventato uno stagno, è una lotta per la sopravvivenza e ci si concentra sui numeri perché sono più capiti dalla persona. Da un punto di vista economico ha senso, il valore musicale è soggettivo, il pubblico è sovrano»

Ermal Meta - credito Nicole De Angelis
Ermal Meta – ph Nicole De Angelis

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