Coronavirus, 26 marzo: superati gli 8000 decessi. La Protezione Civile risponde su tamponi e mascherine

Coronavirus, nonostante le polemiche arriva il bollettino della Protezione Civile del 26 marzo con il numero dei morti in Italia, i nuovi contagi e i guariti delle ultime 24 ore. Gli aggiornamenti forniti da Agostino Miozzo e Luigi D’Angelo, accanto al prof. Ranieri Guerra dell’Oms.

Nella giornata del 25 marzo il capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli aveva manifestato qualche linea di febbre ma i risultati del tampone hanno permesso di scongiurare l’ipotesi contagio: Borrelli è risultato negativo al Covid-19. Nonostante ciò, per permettere il suo pieno recupero, la quotidiana conferenza stampa delle 18:00 è stata tenuta da Agostino Miozzo – Direttore del dipartimento della Protezione Civile e coordinatore del Comitato tecnico-scientifico – e Luigi D’Angelo – Direttore Operativo emergenze del Dipartimento della Protezione Civile. Accanto a loro anche il prof. Ranieri Guerra dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Nel corso dell’ultima giornata i dimessi guariti sono stati 999, per un totale di 10.361. Il numero di contagi aumenta di 4.492 unità, arrivando così a 62.013 casi attualmente attivi (80.539 in tutto). Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 20.591 in Lombardia, 8.256 in Emilia-Romagna, 5.745 in Veneto, 5.556 in Piemonte, 2.639 nelle Marche, 2.776 in Toscana, 1.826 in Liguria, 1.675 nel Lazio, 1.072 in Campania, 1.058 nella Provincia autonoma di Trento, 1.023 in Puglia, 911 in Friuli Venezia Giulia, 748 nella Provincia autonoma di Bolzano, 936 in Sicilia, 738 in Abruzzo, 686 in Umbria, 375 in Valle d’Aosta, 412 in Sardegna, 333 in Calabria, 112 in Basilicata e 53 in Molise.

Tra i pazienti risultati positivi, 33.648 si trovano in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi, 3.612 sono in terapia intensiva e sub-intensiva mentre 24.753 sono ricoverati con sintomi. Si registrano infine 662 decessi, per un totale di 8.165. Messi in campo dalla Protezione Civile ben 11.200 volontari, cui spetta il compito di assistere la popolazione e adottare procedure quale la misurazione della  febbre nei pressi di treni, aerei, etc. (misure volte al contenimento del contagio)

Coronavirus, la mascherina Ffp3 è un dispositivo usa e getta da riservare al personale sanitario
Mascherina Ffp3: un dispositivo usa e getta da riservare al personale sanitario

Considerazioni dell’Oms

Il prof. Guerra ha esposto alcune considerazioni in merito al momento che sta vivendo l’Italia. Prima di tutto ha sottolineato l’importanza dell’isolamento domiciliare, con il ricorso alle strutture ospedaliere solamente per le casistiche più gravi. L’assistant director general dell’Oms a questo proposito ha sottolineato la necessità di offrire supporto ai cittadini: occorre pensare soprattuttoall’assistenza domiciliare psicologica e al monitoraggio dei parametri vitali per i pazienti positivi. Si deve puntare alla valorizzazione del territorio integrando il monitoraggio nelle procedure di distanziamento sociale.

Per quanto riguarda l’argomento più “caldo”, ovvero quello dei tamponi, l’apertura sembra vicina: Guerra ritiene si tratti di una importante componente diagnostica. Per questo l’Oms sta pre-qualificando (ovvero si cerca di evidenziarne il funzionamento) circa 200 test rapidi messi a disposizione degli Stati affinché possano essere utilizzati il prima possibile. Resta il fatto che i tamponi vanno eseguiti solamente nei casi sospetti. Una considerazione è stata poi rivolta alla protTezione del personale sanitario. Purtroppo il livello di contagio è elevato in questa categoria: il personale si è esposto in prima persona, anche a rischio della propria salute. Tali professionisti vanno tutelati, non solo con i dpi. Piuttosto, devono essere garantite delle strumentazioni diagnostiche per monitorare l’eventuale contagio (anche per evitare di contagiare i pazienti, affinché gli ospedali smettano di veicolare così fortemente la malattia).

Si continua ad attendere il caldo della curva di contagio nei prossimi giorni e soprattutto, ci si augura, una diminuzione delle casistiche gravi. I decessi dovrebbero poi ridursi con circa 2-3 giorni di ritardo. Un plauso è andato infine alla disponibilità data dall’ordine degli psicologici nel fornire assistenza anche a distanza. Il burnout (ovvero, da definizione, una condizione di stress lavorativo protratto e intenso che determina un logorio psicofisico, associato a demotivazione e disinteresse) va affrontato, soprattutto per i membri del servizio sanitario.

Mascherine: necessarie sì o no?

Miozzo ha speso parole chiare per rispondere ad una domanda che rimbalza sui media da settimane: le mascherine servono alla popolazione oppure vanno riservate al personale sanitario? Se sì, quali vanno utilizzate? Un esempio pratico ha spiegato il concetto: un ciclista che indossa una mascherina Ffp3 non ha capito il discorso fondamentale. Quel tipo di dispositivo va riservato al personale medico, soprattutto in questo momento di emergenza in cui tali dpi scarseggiano. Inoltre continuare ad indossare la stessa mascherina per 1-2 settimane significa non aver chiaro il meccanismo della Ffp3 (sostanzialmente usa e getta) nonché farne un uso superfluo e persino dannoso.

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