Chien de la casse, recensione: l’esordio convincente di Jean-Baptiste Durand tra amicizia e riscatto

Chien de la casse - Anthony Bajon, Galatea Bellugi e Raphël Quenard
Chien de la casse - Anthony Bajon, Galatea Bellugi e Raphël Quenard

La nostra recensione di Chien de la casse, l’esordio  di Jean-Baptiste Durand vincitore di 2 César (su 8 nomination) con Anthony Bajon e Raphaël Quenard: un film di tante anime diverse, sincero e di discreto impatto dal secondo atto in poi, ma un po’ troppo dilatato

Chien de la casse è stato il film evento francese dello scorso anno, vincitore di 2 premi César (su ben 8 nomination) andati alla miglior opera prima per il regista Jean-Baptiste Durand e al miglior attore protagonista per Raphaël Quenard. Presentato il mese scorso al Rendez-Vous Film Festival, arriva nelle sale solo in versione originale sottotitolata; una storia di amicizia che mescola tanti volti e tanti generi tutti assieme, dal bromance drama al revenge thriller, passando per il più classico dei racconti di formazione per un film che segue le traiettorie convergenti e poi divergenti di due anime allo sbando. Peccato che però ci siano forse troppe cose dentro, e che il film fatichi un po’ a gestirle come dovrebbe.

Chien de la casse - Raphël Quenard
Chien de la casse – Raphël Quenard

Dog e Mirales, nemici amici

Dog (Anthony Bajon) e Mirales (Raphaël Quenard), due inseparabili amici d’infanzia, vivono in un piccolo villaggio del Sud della Francia dove trascorrono la maggior parte del tempo a girovagare per le vie del borgo. Mirales, per ammazzare il tempo, prende spesso in giro Dog, a causa del suo temperamento sottomesso e mite. Quello stesso autunno Dog incontra Elsa (Galatéa Bellugi), con la quale comincia a vivere un’intensa storia d’amore. La distanza che si instaura tra i due ragazzi permetterà loro di crescere e finalmente trovare il loro posto, almeno finché un brutto scherzo non rischierà di mandare all’aria il loro futuro.

Chien de la casse - Anthony Bajon
Chien de la casse – Anthony Bajon

Non una semplice amicizia

È il rapporto complesso e all’apparenza contraddittorio tra Antoine (Mirales) e Damien (Dog) a rappresentare il cuore tematico, diegetico ed emotivo di Chien de la casse. Un titolo curioso quello scelto da Jean-Baptiste Durand per il suo pluripremiato esordio, un titolo che in italiano potremmo grossomodo tradurre con “cane dello sfascio” e che indica una persona che fa tutto da sé e per sé, incurante dei propri amici/cari e dei loro bisogni. Un’espressione che calza a pennello – almeno al principio – sul personaggio di Antoine, un uomo profondamente manipolatore ed egoista, che maltratta Damien appellandolo come Dog (cane) per via della sua personalità remissiva e mite.

Antoine poi si svelerà lentamente con strati più complessi, con tutte le sue ombre ma anche le sue luci e anche Damien farà lo stesso, perché il loro rapporto di amicizia sembra essere un qualcosa di molto più simile ad una storia d’amore. Un amore depurato dalla componente omoerotica, di natura platonica e affettiva, costruito su una tossicità di fondo che vede nell’impeto violento maschile l’unico modo possibile di stare al mondo; tutto questo cambia quando è una donna ad entrare nel cerchio sacro dei due nemici/amici, tanto più che Dog per la prima volta si rende conto che il suo valore non è in relazione a quello di Mirales, che la sua vita è solo sua e di nessun altro.

Come già anticipato Chien de la casse è costruito tutto intorno al loro rapporto, sia a livello tematico (è in fondo un film che s’interroga sui rapporti di potere e sulla manipolazione emotiva, e quindi sulla capacità di rompere questi legami) e sia a livello diegetico perché le poche cose che succedono succedono perché l’uno o l’altro devono riparare ad un errore reciproco. Per il resto Durand si affida completamente al racconto della provincia sonnacchiosa e incapace di generare futuro, una specie di limbo dantesco dal cui utero vengono partorite intolleranza, violenza, apatia.

Chien de la casse - Anthony Bajon, Galatea Bellugi e Raphël Quenard

Chien de la casse – Anthony Bajon, Galatea Bellugi e Raphël Quenard

Un film sincero ma troppo trattenuto

Se a Chien de la casse non mancano certo l’onestà dello sguardo e la capacità di lavorare su tutti i suoi personaggi tratteggiandoli con la giusta sensibilità, è la capacità di portare avanti il filo della narrazione con una costante drammaturgica che sembra mancargli. Per la prima mezzora e più, infatti, l’esordio di Durand gira un po’ troppo su sé stesso, non fa esplodere mai nessun tipo di conflitto rimanendo fin troppo trattenuto nonostante le grandi prove attoriali di Anthony Bajon e Raphaël Quenard, perfetti nel rappresentare la polarità caratteriale di Dog e Mirales che mano a mano la sceneggiatura procede a ribaltare.

Certo, è vero che tutta l’opera si esprime sul concetto di un intrappolamento perenne del corpo e dell’anima, su un luogo fisico che come scrivevamo sopra è costruito sulla routine, sull’oppressione dei sogni e delle speranze, sulla negazione delle velleità e delle ambizioni; soltanto che l’emancipazione dei due protagonisti (ma anche di Elsa) avviene forse con un passo prima troppo lento e poi con uno scarto troppo veloce nel finale, senza il passo costante che un cambiamento così decisivo richiederebbe. Nulla per cui gridare allo scandalo, ci mancherebbe, ma con una gestione migliore del ritmo anche l’ottima scrittura ne avrebbe giovato.

 

TITOLO Chien de la casse
REGIA Jean-Baptiste Durand
ATTORI Anthony Bajon, Raphaël Quenard, Galatéa Bellugi, Dominique Reymond, Marysole Fertard, Bernard Blancan, Nathan Le Graciet, Evelina Pitti
USCITA 23 maggio 2024
DISTRIBUZIONE No.Mad Entertainment 

 

VOTO:

Tre stelle

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci qui il tuo nome