Ken Loach e Guadagnino arrivano a Cannes: tra dramma sociale e moda

The Staggering Girl

La classicità di Ken Loach e l’innovazione di Luca Guadagnino sbarcano a Cannes. Il primo con il film in concorso Sorry We Missed You ed il secondo con il mediometraggio, fuori concorso, The Staggering Girl.

Sorry We Missed You, il “nuovo” film di Ken Loach

Dopo aver vinto due Palme d’oro torna di nuovo in concorso a Cannes il regista britannico Ken Loach. Lo fa con un film perfettamente nel suo stile, potrebbe anche risultare monotono, ma alla fine nessun altro, nel mondo del cinema, ha raccontato con la sua caparbietà la condizione operaia e le conseguenze dello sfruttamento sul lavoro.

Sorry We Missed You è ambientato a Newcastle, una piccola città operaia, nel Nord-Est dell’Inghilterra (luogo dove è stato girato anche I Daniel Black). I protagonisti Ricky (Kris Hitchen) e Abby (Debbie Honeywood) sono due lavoratori che si sono sempre dati da fare, il primo impiegato in diversi mestieri e la moglie facendo assistenza domiciliare a persone anziane. Nonostante il duro lavoro si rendono conto che non potranno mai comprarsi una casa propria. Giunge, però, quella che per Ricky è l’occasione della vita: vendere l’auto di famiglia, con la quale Abby era solita recarsi al lavoro, e acquistare un van che gli permetterà di diventare un trasportatore freelance.

L’illusione di mettersi in proprio e quindi incrementare i guadagni si rivelerà solo motivo di precarietà e sopportazione di condizioni proibitive (turni di lavoro estenuanti, nessun giorno di ferie retribuito e tempistiche da rispettare).

Il cinema come mezzo di riflessione

Loach è credibile in ogni sua opera, soprattutto grazie alla sua abilità di leggere nella psicologia dei personaggi. Personaggi che non rimangono mai tali ma diventano persone in carne e ossa (questo favorito anche dalla tecnica del regista di consegnare agli attori poche pagine di copione al giorno per facilitare la loro immedesimazione in personaggi e situazioni). Anche questa volta gli “ultimi” di Ken Loach, con il loro essere così veri, generano forte partecipazione nel pubblico.

“Il cinema non può cambiare le cose ma aiuta ad aumentare la consapevolezza e soprattutto a fare domande”. Questo è ciò che afferma il regista in un’intervista rilasciata in occasione del Festival di Cannes.

Potranno, quindi, anche sembrare ripetitivi questi drammi sociali che continua a sfornare il regista britannico, ma se alla fine il cinema può essere un mezzo per far riflettere sicuramente Ken Loach non poteva utilizzarlo in modo migliore.

Lo stile di Guadagnino

The Staggering Girl

Per la prima volta Luca Guadagnino arriva a Cannes, dove ha presentato nella sezione Quinzaine des Réalisateurs The Staggering Girl, un nuovo progetto a cavallo tra corto e mediometraggio (dura 37 minuti) che nasce dall’ammirazione del regista per il lavoro di Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino.

“Guardando i lavori di Pierpaolo”, afferma Guadagnino, “mi sono trovato a confermare una teoria che nutro da sempre, ovvero che la moda abbia una sua narrazione e alcuni stilisti, come Piccioli, lo dimostrano palesemente. In tal senso ogni sua collezione è traducibile in un altro medium, in questo caso il cinema”. Non per niente il regista di Call Me by Your Name è uno dei registi più attenti allo stile e alla creatività che abbiamo in Italia. Possiamo quindi dedurre che la collaborazione sia sicuramente riuscita.

Tra cinema e moda

Il mondo del cinema e quello della moda si uniscono attraverso il racconto di un rapporto tra due donne: Francesca, interpretata da Julianne Moore, una scrittrice italo-americana impegnata nella stesura della propria autobiografia, e la madre Sofia, interpretata da Marthe Keller, ex pittrice.

La donna farà ritorno a Roma per prendersi cura dell’anziana madre e grazie a questo viaggio ricostruirà l’identità propria e della sua famiglia, in parallelo a una riflessione sul processo creativo e sulla definizione dell’artista.

Il film è però soprattutto un’ode alla bellezza, un flusso di coscienza attraverso immagini ed emozioni che hanno come filo conduttore le creazioni della Maison Valentino.

Una piccola perla che speriamo non rimanga confinata tra le “mura” di Cannes, ma che abbia ampia diffusione, magari in qualche piattaforma di streaming, cosa che al momento il regista non esclude.

 

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