Burraco fatale, recensione: gioco, amore e cliché in una commedia poco riuscita

Burraco fatale: recensione

La recensione di Burraco fatale, la commedia con Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Caterina Guzzanti e Paola Minaccioni, diretta da Giuliana Gamba: un’amicizia tra donne, la passione per le carte e un amore esotico non salvano una commedia poco riuscita

Burraco fatale

Irma (Claudia Gerini), Eugenia (Angela Finocchiaro), Miranda (Caterina Guzzanti) e Rina (Paola Minaccioni) sono quattro donne diverse, ognuna con il proprio carattere, le proprie debolezze e le proprie eccentricità. A legarle è un’amicizia duratura, unita e scandita dalle loro irrinunciabili partite a carte. Un giorno decidono di partecipare al torneo nazionale di burraco e di uscire così dalla loro quotidianità. Irma in particolar modo dovrà fare i conti con le proprie scelte di vita: fresca di divorzio dopo anni passati a perdonare i tradimenti del marito, è giusto seguire l’amore con il pescatore-principe marocchino Kalid (Mohamed Zouaoui), visto che lui ha già due mogli? E come sapranno aiutarla le sue amiche di sempre, nonché compagne di gioco?

Personaggi effimeri

Sebbene il cast di Burraco fatale conti alcuni tra i nomi più accreditati del cinema italiano, il prodotto offerto al pubblico risulta davvero insoddisfacente. Colpa prima di tutto di una storia che fa acqua da tutte le parti. Le quattro protagoniste sono sciocche e vanesie, ben lontane dall’ideale della donna moderna e indipendente. Una è completamente succube del marito, l’altra è cleptomane e ludopatica, l’altra vive alle spalle della suocera e la protagonista è completamente irrealizzata (tanto nella musica quanto nella vita reale). Un passo falso per Giuliana Gamba, qui regista e sceneggiatrice, tornata al cinema dopo oltre trent’anni dal suo ultimo film (il dramma-erotico La cintura, tratto da un testo teatrale di Alberto Moravia).

Burraco fatale - Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Paola Minaccioni e Caterina Guzzanti
Burraco fatale – Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Paola Minaccioni e Caterina Guzzanti

Marocco offeso dai cliché

Non va meglio agli uomini: c’è chi cade nel cliché del marito che tradisce la moglie con una ragazza più giovane approfittando della scusa del tennis e non manca nemmeno il marito-padrone del tutto irrilevante ai fini della storia. Per non parlare di Kalid, che racchiude in sé tutti gli stereotipi dell’immigrato. Prima di tutto, in maniera assai poco verisimile, è un principe ricchissimo che decide di venire in Italia sotto le mentite spoglie del povero immigrato arabo. Il suo castello si trova poi in un versione del Marocco completamente anacronistica: alle metropoli che effettivamente esistono oggi nel Paese, vengono preferiti degli ambienti fatti perlopiù da tappeti, deserti e cammelli.

Recitazione flop

Se la storia tra Irma e Kalid suscita un filo di tenerezza (lei vuole uscire da un matrimonio insoddisfacente, lui vuole finalmente scegliere da solo quale donna amare), il resto non può essere salvato. Il gioco del burraco non ha alcun ruolo all’interno della storia, nonostante il titolo possa far pensare il contrario. Quanto alla solidarietà tra donne, la sfida risulta fallita visto che Irma non viene capita né confortata dalle sue presunte migliori amiche. Insoddisfacente anche l’aspetto ironico: tra banali cliché e una recitazione che non fa onore alle consolidate carriere di tutti i membri del cast, non c’è davvero niente da ridere.

Burraco fatale, presentato in anteprima al Bif&st di Bari, arriva nelle sale il 1º ottobre distribuito da Fenix Entertainment. Nel cast anche Loretta Goggi, Michela Quattrocioche, Pino Quartullo e Antonello Fassari.

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