La recensione di Black Widow, il blockbuster del Marvel Cinematic Universe interamente dedicato all’affascinante spia Natasha Romanoff: un film coinvolgente, in cui Scarlett Johansson lascia (forse) il testimone a Florence Pugh
Natasha Romanoff prima di “Vedova Nera”
Black Widow, da un punto di vista temporale, si posiziona tra Civil War e Infinity War. Protagonista è Natasha Romanoff, che racconta il proprio passato tornato all’improvviso a tormentarla. È così che Vedova Nera, momentaneamente lontana dagli Avengers, torna nel luogo in cui tutto è cominciato e raggiunge la sua vecchia famiglia formata dalla sorella Yelena (Florence Pugh), la madre Melina (Rachel Weisz) e il padre Alexei (David Harbour). Si scopre così come l’ex spia del KGB – abbandonato poi in favore dello SHIELD – negli anni ’80 è stata addestrata proprio dall’agenzia di sicurezza sovietica per diventare un’assassina senza scrupoli. Come lei molte altre ragazze, azzerate nella volontà e sfruttate per i loschi obiettivi dell’organizzazione tenuta in piedi da Dreykov (Ray Winstone). Proprio lui, e il suo letale condizionamento psicologico, sono i nemici che Vedova Nera ha intenzione di affrontare una volta per tutte.
Marvel Cinematic Universe: Phase 4
Black Widow, progetto caldeggiato e tenuto in grande considerazione per anni prima di vedere la luce, è il primo film della Phase 4 del Marvel Cinematic Universe. A volerne fortemente la realizzazione è stata la stessa Scarlett Johansson, che torna a vestire i panni di Vedova Nera a 11 anni di distanza dalla sua prima apparizione nel 2010 con Iron Man 2. Dopo aver vagliato diverse ipotesi, la regia è stata affidata a Cate Shortland. La scelta è ricaduta appositamente su una donna – proveniente, per di più, dal cinema indipendente – e la decisione appare vincente. La pellicola risulta infatti accattivante e ben bilanciata in ogni suo aspetto: azione, valori, coerenza con la narrazione Marvel, flashback e fascino dei personaggi.
Coerenza e buone idee
In un film in cui abbondano combattimenti corpo a corpo, esplosioni, inseguimenti e battaglie all’ultimo sangue, va davvero apprezzata la coerenza del personaggio con quanto visto nelle pellicole precedenti. La sceneggiatura scritta da Eric Pearson è brillante e ricca di idee. Natasha Romanoff viene mostrata per la prima volta durante l’infanzia e in giovanissima età, prima di diventare un Avenger. Ciò che l’ha segnata e ciò che invece ha sempre fatto parte del suo carattere vengono raccontati in modo diretto, così il pubblico ha modo di assistere alla sua evoluzione e perché no, di accettarla proprio in virtù di ciò che ha dovuto subire nel suo difficile passato. Vedova Nera è, di fondo, un personaggio solitario, che fa fatica ad integrarsi ma caratterizzato da una profonda lealtà. Poche parole ma molti fatti, per una super-eroina (creata anch’essa da Stan Lee) che ha saputo conquistarsi piano piano un posto d’onore nel cuore dei fan Marvel.
Il futuro di Florence Pugh e della sua Yelena Belova
Per questo motivo non dispiace vederla per la prima volta rapportarsi con valori familiari e affetti lontani, ambientati in periodi storici che di fatto hanno caratterizzato il suo modo di essere e ogni sua evoluzione. Anche il modo di affrontare pericoli e temibili avversari è perfettamente nel suo stile: sfrontato e senza alcuna esitazione. Il coraggio, la lealtà e la perfetta gestione della paura si poggiano sul velo di malinconia che non manca in nessuna delle apparizioni sul grande schermo di Vedova Nera. Dopo l’epilogo del personaggio visto in Avengers: Endgame (qui la nostra recensione), in Black Widow si assiste ad un passaggio del testimone: Scarlett Johansson spiana la strada a Florence Pugh e alla sua Yelena Belova (vietato saltare la classica scena aggiunta dopo i titoli di coda!), non resta che attendere il prossimo passo della Marvel.
Black Widow, distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures, arriva al cinema dal 7 luglio 2021 e su Disney+ con Accesso Vip dal 9 luglio. Nel cast: Scarlett Johansson, Florence Pugh, David Harbour, Rachel Weisz, O.T. Fagbenle, Olga Kurylenko, William Hurt e Ray Winstone.
