Bastardi a mano armata, recensione del film di Gabriele Albanesi: il Madness 2.0

Bastardi a mano armata - Fortunato Cerlino e Fabio Rizzuto
Bastardi a mano armata - Fortunato Cerlino e Fabio Rizzuto

La recensione di Bastardi a mano armata, il teso film di Gabriele Albanesi con Marco Bocci e Fortunato Cerlino, che omaggia Fernando Di Leo e il suo Vacanze per un massacro, disponibile sulle piattaforme VOD

Con Bastardi a mano armata, crime movie in uscita l’11 febbraio sulle piattaforme Sky Primafila Premiere, Apple TV, The Film Club, Rakuten TV, Chili, IoRestoInSala e Google Play, Minerva Pictures si consolida leader tra le principali case di produzione italiane del genere.

Bastardi a mano armata - Fortunato Cerlino
Bastardi a mano armata – Fortunato Cerlino

Il film, diretto da Gabriele Albanesi e scritto dallo stesso regista insieme a Luca Poldelmengo e Gianluca Curti, a distanza di una settimana dall’uscita del “gemello” Calibro 9 di Toni D’Angelo (sequel del cult Milano calibro 9), è un ulteriore omaggio al cinema di Fernando Di Leo ed al suo thriller Vacanze per un massacro – Madness del 1980. Sergio (Marco Bocci) il protagonista, personaggio noto negli ambienti criminali, accetta di uscire da una galera algerina, per poter tornare dalla figlia, in cambio di una missione per conto di anonime sfere malavitose. Dovrà rinvenire alcuni importanti documenti, nascosti all’interno di una bellissima villa al centro di un grande giardino con delle serre, abitata da una tipica famiglia borghese. Ma l’apparenza, molte volte, inganna.

Bastardi a mano armata - Peppino Mazzotta
Bastardi a mano armata – Peppino Mazzotta

Fondata sugli stilemi del thriller d’azione “claustrofobico”, per lo più all’interno di una stessa location, la storia vede l’interazione e gli intrecci dei quattro personaggi presenti nella villa: Sergio, Michele (Peppino Mazzotta), la giovane Fiore (Amanda Campana) e sua madre medico (Maria Fernanda Candido). Chiaramente ispirato dal plot di Madness, anche qui un ‘killer outsider’ di nome Gio (allora interpretato da Joe Dallesandro), deve scovare della refurtiva all’interno di un luogo isolato, un casale di campagna, che trova essere abitato da alcune persone. Gio, piccone alla mano, fisico da copertina e dai tratti sofisticati e divistici che l’avevano reso una delle icone degli esperimenti cinematografici pop di Andy Warhol, è qui rielaborato nella figura di Sergio, la cui interpretazione di Marco Bocci si rivela sfaccettata e incisiva.

Bastardi a mano armata - Marco Bocci
Bastardi a mano armata – Marco Bocci

Egli, più che la bionda superstar di Pensacola, riporta alla memoria alcuni personaggi- chiave del cattivo ‘fuori dagli schemi’, che hanno reso celebre il genere negli anni Settanta, quali, tra gli altri, I corpi presentano tracce di violenza carnale di Sergio Martino (1973) o, su tutti, il Giulio Sacchi di Milano odia: la polizia non può sparare (Umberto Lenzi, 1974), interpretato, in uno dei suoi ruoli maggiormente di culto, da Tomas Milian. Le inarrivabili vette di follia paranoica e psicopatica di Sacchi, create dalla penna di Ernesto Gastaldi (che aveva conosciuto le dinamiche tra gang in tenera età), sembrano farsi strada nella prima parte del film, quando nessuna pietà o lascito, accanto al compiacimento della tortura, appaiono centrali nella narrazione. Sergio, a differenza di Gio e di Giulio, tuttavia, ha qualcosa da perdere: ha un passato e un presente di genitore (della figlia dall’emblematico nome Giulia, di otto anni), che diventa la molla per far venire alla luce il ‘sentimento’.

Bastardi a mano armata - Maria Fernanda Cândido
Bastardi a mano armata – Maria Fernanda Cândido

Stessa motivazione ultima del ‘competitor’ dei maschi alfa Sergio e Michele (interpretato da Gianni Macchia per Di Leo), ovvero il boss (Fortunato Cerlino), anch’egli padre e con un’anima sanguinante. Quel sangue, splatterato come nella migliore tradizione del thriller nostrano e come nello stesso Madness, irrompe sulla scena prepotentemente, sin dal durissimo prologo, attraverso il quale il climax, che accompagnerà il susseguirsi delle sequenze, sembra non prevedere compromessi. Emerge invece, una forma di umanità che riporta alle stesse parole di Fernando Di Leo, raccontate nel documentario Down by Di Leo dal compianto Pier Paolo Capponi: «Anche nella bestia più feroce, in fondo, c’è una luce».

Bastardi a mano armata - Marco Bocci e il regista Gabriele Albanesi
Bastardi a mano armata – Marco Bocci e il regista Gabriele Albanesi

La famosa morale del genere, quella variegata visione di topos umani che Di Leo avrebbe raccontato nella loro sfaccettata e irrisolta interiorità, anche qui, nella puntuale messinscena di Gabriele Albanesi trova, per il plot, una inaspettata risoluzione finale. In questa sorta di mondo al contrario, in questo sotterraneo ‘dark web’, che oggi forse avrebbe dato nuove suggestioni cinematografiche allo stesso Fernando Di Leo, anche la fuga in motocicletta ribalta i piani: potrebbe essere quasi l’epilogo di una commedia generazionale anni Ottanta o l’inizio de I guerrieri dell’anno 2072 di Lucio Fulci (1984). In realtà, in questo universo parallelo a quello ‘ufficiale’, dove la speranza muore sempre con tutti i suoi protagonisti, Bastardi a mano armata, sembra delineare un orizzonte, una via nuova che svecchia gli stilemi e si apre al futuro.

Recensione a cura di M. Deborah Farina

Bastardi a mano armata, diretto da Gabriele Albanesi, con Marco Bocci, Fortunato Cerlino, Marco Bocci, Peppino Mazzotta, Maria Fernanda Cândido, Amanda Campana, è disponibile sulle piattaforme VOD dall’11 febbraio 2021.

VOTO:

3 stelle e mezza

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