Sea Sorrow, recensione del doc della Vanessa Redgrave sui diritti umani

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Il documentario Sea Sorrow, profondo e toccante, punta l’attenzione sui diritti umani e sull’intransigenza europea. Vanessa Redgrave in veste di regista alterna passato e presente tra testimonianze e interviste,  immagini di repertorio e storie autobiografiche.

Welcome?

Vanessa Redgrave, icona teatrale e cinematografica, esordisce alla regia con il documentario Sea Sorrow, mettendo in luce le instabili condizioni in cui vivono i migranti: dal loro Paese d’origine al viaggio verso Italia, Grecia, Francia e non solo. Particolare attenzione viene riservata al Regno Unito e all’impegno dei cittadini per rendere il loro Paese più aperto nei confronti dei migranti. Inizialmente Vanessa Redgrave mostra testimonianze di giovani rifugiati scappati dalla propria terra, ragazzi che prima di fuggire hanno visto uccidere familiari e amici e che guardavano all’Europa come unica alternativa, lontano dalla guerra, dalla violenza, dalla miseria e dalla dittatura. A queste si alternano, in modo non sempre efficace, immagini di repertorio, interviste alla stessa Redgrave e altre tra cui quella molto riuscita al barone e parlamentare Alfred Dubs.

Sea Sorrow - Vanessa Redgrave
Vanessa Redgrave durante un’intervista

Un’eredità preziosa e inaspettata

Alfred Dubs racconta la sua storia, il suo viaggio e la fuga dei suoi genitori, paragonandola all’esperienza dei migranti. Nato a Praga da padre ebreo, scappato da un terribile destino, Dubs è sopravvissuto grazie a un programma britannico di soccorso per bambini provenienti dalla Germania o da altri Paesi occupati. Il parlamentare laburista, così come Vanessa Redgrave, rende con estrema chiarezza quanto sia importante dare una risposta positiva e di accoglienza nei confronti dei rifugiati. Gli fa eco la presentatrice britannica di origini indiane Anita Rani durante una delle interviste: «Potrebbe capitare a noi domani, e vorrei sperare che le persone da tutto il mondo ci offrissero il loro aiuto se ci trovassimo nella stessa situazione.»

Dimenticare il significato di Umanità

Ma non è solo di una possibile aspettativa che parla la regista: non si tratta di giusto o sbagliato, di accoglienza, gentilezza o comprensione, ma soprattutto di umanità. Ed è infatti proprio con il racconto della sua esperienza e di quella di Alfred Dubs che il documentario raggiunge il cuore del pubblico. L’analogia con la Germania nazista è chiara e diretta, e arriva come un pugno nello stomaco per portare a una riflessione sull’importanza dei diritti umani. Entrambi pongono l’attenzione sui rifugiati minori e sul loro diritto di avere un’educazione, un’istruzione e una vita migliore di quella precedente, dove non c’era altro spazio che per guerra e distruzione.

Sea Sorrow - Una bambina nel campo profughi
Una bambina nel campo profughi

Più direzioni

Gli argomenti trattati in Sea Sorrow sono molteplici e diversi tra loro, anche se tutti sembrano avere lo stesso obiettivo: la crisi umanitaria. L’alternanza tra interviste, testimonianze biografiche, video di repertorio e performance attoriali (come quelle di Ralph Fiennes e Emma Thompson) crea però un risultato confuso, non sul tema portante, ma su dove Vanessa Redgrave voleva porre l’attenzione. La sensibilizzazione della Gran Bretagna? Sì, sicuramente anche quello. Ma c’è tanto altro che viene detto in questo documentario: la denuncia delle condizioni di precarietà in cui vivono i rifugiati, puntando il dito contro la Giungla di Calais e la rigidità dell’Europa nei confronti dei migranti.

Vanessa Redgrave, bambina di guerra

Come viene sottolineato in modo sincero e sentito nel documentario «È urgente e umano dare loro asilo e rifugio ai migranti.» La mescolanza tra passato e presente, oltre all’eredità che lasciano Vanessa e Alfred, resta la parte più riuscita di tutto il lungometraggio, non solo per come viene raccontato, ma anche a livello registico e tecnico. Con Sea Sorrow la Redgrave confronta due situazioni che sembrano così lontane, ma che si riscoprono più vicine che mai, affiancando la sua infanzia vissuta sotto i bombardamenti tedeschi (con la successiva accoglienza da parte della zia), alla situazione delle popolazioni dislocate nei campi profughi. A tutti gli effetti si può quindi dire che una ricca signora inglese e un adolescente guineano hanno in comune molto più di quanto si possa immaginare.

Sea Sorrow, di e con Vanessa Redgrave, e la partecipazione di Ralph Fiennes, Emma Thompson, Daisy Bevan, Simon Coates, Martin Sherman, è nelle sale italiane 20 giugno 2018, distribuito da Officine UBU.

VOTO:

 

 

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