Santocielo, recensione: il ritorno di Ficarra & Picone guarda ancora una volta a Dio

Santocielo - Salvo Ficarra e Valentino Picone
Santocielo - Salvo Ficarra e Valentino Picone

La nostra recensione di Santocielo, il ritorno al cinema di Ficarra & Picone diretto da Francesco Amato con un inedito Giovanni Storti nei panni nientemeno che di Dio: ancora una volta è la religione il collante narrativo, ma non tematico, di una commedia più sofisticata che mai

Dopo Il primo Natale è l’ora di Santocielo. Non, non è l’incipit di un’omelia, ma la continuazione di un percorso che Ficarra & Picone stanno portando avanti nella loro filmografia con una certa coerenza di fondo e con l’apporto di una comicità che tende ad una sofisticazione maggiore che in passato. Accompagnato da Barbara Ronchi, Maria Chiara Giannetta e Giovanni Storti (nei panni di Dio) e diretto da Francesco Amato, il duo siciliano si muove nuovamente in bilico tra sacro e profano con il proprio consueto amore per il grottesco, ma questa volta rovescia la prospettiva e fa avvicinare il divino all’umano.

Un nuovo messia

Aristide (Valentino Picone) è un angelo adibito all’ufficio smistamento preghiere che sogna un trasferimento nel coro celeste. Durante un’assemblea del consesso dei cherubini si vota se eliminare l’umanità con un diluvio universale definitivo, o mandare sulla terra un nuovo messia. La spunta la seconda opzione, e qualcuno dovrà scendere ad ingravidare una donna con il nuovo figlio di Dio (Giovanni Storti). Aristide si propone, sperando che quella sia la sua occasione di ottenere in premio l’ambita promozione al coro angelico. Ma per una serie di equivoci finirà invece per ingravidare col tocco Nicola (Salvo Ficarra), un vicepreside in rotta con la moglie, che si ritroverà incinto del figlio dell’Altissimo.

Santocielo - Maria Chiara Giannetta e Valentino Picone
Santocielo – Maria Chiara Giannetta e Valentino Picone

Umano e divino

C’è un evidente ribaltamento di prospettiva che separa Santocielo da Il primo Natale ed è il passaggio che questa volta avviene dal divino all’umano, cioè da un mondo alto ad un mondo basso. Se nel film di quattro anni fa, infatti, si susseguivano il salto nel tempo e il conseguente incontro con il futuro Gesù, qui è un angelo stesso che scende sulla terra per incontrare un umano e per dargli la possibilità di portare in grembo il nuovo messia. Ora, questo rovesciamento di paradigma, può sembrare non così significativo alla luce del fatto che in Santocielo il tema portante è quello del pregiudizio, ma lo diventa nella misura in cui si considera come la religione sia fonte stessa di quel pregiudizio.

Quest’insolito incontro tra uomo e angelo, infatti, nasconde forse molto più di quel che si vede perché lo stesso Aristide è spogliato dalla dimensione idealizzata e perfetta dei cherubini e reso umano, umanissimo, capace di commettere errori e soprattutto di giudicare senza conoscere, di formare un’opinione anche obliqua e scomoda e di subire una propria trasformazione all’interno della storia. Il divino cioè si umanizza, tant’è che lo stesso Dio è un signore burbero e scontroso, più vicino alla rappresentazione stereotipata del milanese medio (e non è un caso che Giovanni Storti lo interpreti) che al Signore dei cieli; un avvicinamento tra mondi che rappresenta quindi la spina dorsale del film di Amato.

Santocielo - Giovanni Storti
Santocielo – Giovanni Storti

Il pericolo del pregiudizio

Dicevamo poc’anzi che il tema di Santocielo è quello del pregiudizio e tutto il mondo in cui Aristide è costretto suo malgrado a muoversi, assieme a Nicola, ne è permeato. Solo che il mondo degli umani non è poi così diverso da quello divino da questo punto di vista, anzi. L’incipit (riuscitissimo) ci mostra infatti un paradiso preda di giudizi tagliati con l’accetta, sprezzanti, incapaci di afferrare né tantomeno comprendere la complessità degli uomini, e quindi deciso ad utilizzare la repressione inizialmente come soluzione. È un modo piuttosto elegante che la pellicola ha di ricordarci che il pregiudizio è ovunque, che si nasconde anche tra coloro che reputiamo illibati e inclini al dialogo, alla scoperta dell’altro.

Nel nostro mondo le cose non vanno tanto meglio perché Nicola e Aristide, durante la gravidanza odisseica che il primo porta a termine, si scontrano con la diffidenza, lo scherno della gente che li crede una coppia gay anche se non lo sono, anche se potrebbero esserlo. Perché in Santocielo non è solo l’omosessualità a finire nel mirino dei perbenisti, ma tutte le forme di famiglia, le scelte di vita o le deviazioni dalla morale ordinaria che vengono viste come innaturali, abominevoli, scandalose. È però curioso come invece la gravidanza maschile non susciti particolare scalpore, quanto vorace curiosità, nonostante sia essa stessa l’unico aspetto non naturale della vicenda.

Santocielo - Barbara Ronchi e Salvo Ficarra
Santocielo – Barbara Ronchi e Salvo Ficarra

Una commedia imperfetta ma sofisticata

Pur scontando una lunghezza un po’ troppo eccessiva, che si fa sentire soprattutto nella parte centrale del secondo atto, il nuovo film del duo siciliano riesce ancora una volta nel compito non facile di metterci davanti alle nostre stesse ipocrisie ei idiosincrasie, senza però essere giudicante o meschino. Questa sua intelligenza si rivela in special modo nel finale, quando ancora una volta viene rovesciato il paradigma del maschile che vince sul femminile e si aprono scenari nuovi, e per certi versi inattesi. Santocielo non sempre va a bersaglio con le sue trovate, ma quando raggiunge l’umanità dei personaggi è capace di regalarci piccoli lampi di cinema come il paesino che accoglie Nicola proteggendolo.

Sta anche un po’ lì la sofisticazione dello sguardo di Ficarra & Picone, una coppia che ha sempre fatto della comicità un’arma non tanto per raccontare e mettere alla berlina i nostri difetti, quanto piuttosto per riderci su e mostrarceli da una prospettiva angolare, laterale. Anche adesso il loro è un presente tutt’altro che ideale ma umanissimo, in cui l’unica arma per abbattere il pregiudizio è quella di ascoltarci un po’ tutti, di metterci nei panni dell’altro, di aprirci alla possibilità della complessità. Valeva 2000 anni fa con la nascita di Cristo e ancora di più con il finale (a suo modo amaro) di quel film, vale ancora di più oggi con gli angeli e gli uomini imperfetti di Santocielo.

TITOLO Santocielo
REGIA Francesco Amato
ATTORI Salvo Ficarra, Valentino Picone, Barbara Ronchi, Maria Chiara Giannetta, Giovanni Storti
USCITA 14 dicembre 2023
DISTRIBUZIONE Medusa Film

 

VOTO:

Tre stelle

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