Quando, recensione: risvegliarsi dopo 31 anni per trovare un mondo e una vita cambiati

Quando - Neri Marcorè (foto Vision Distribution)
Quando - Neri Marcorè (foto Vision Distribution)

La recensione di Quando, il nuovo film di Walter Veltroni presentato al Bifest 2023 con Neri Marcorè e Valeria Solarino: la storia di un uomo che si ritrova ad aver perso i migliori anni della sua vita e a farci i conti per andare avanti

Presentato in anteprima internazionale all’edizione ancora in corso del Bifest 2023, è appena arrivato in sala Quando, l’ultima opera cinematografica di Walter Veltroni con Neri Marcorè e Valeria Solarino come protagonisti. Un film sulla memoria storica, politica e privata ma anche sulla fine di un’era che si fa fatica ad accettare, rimanendo intrappolati nel passato senza preoccuparsi troppo del presente o del futuro.

Tre decenni dopo

Giovanni (Neri Marcorè) ha solo 19 anni quando viene colpito dal bastone di uno striscione durante i funerali di Enrico Berlinguer, storico segretario del Pci, nel giugno del 1984. Dopo 31 anni si risveglia all’improvviso in un ospedale cristiano ma intorno a sé tutto è cambiato: non ci sono più il Pci o la Dc, Berlusconi è entrato in politica, è caduto il muro di Berlino, non esiste più l’Urss, l’euro ha sostituito la lira, è arrivato Internet… . Anche la vita stessa di Giovanni è cambiata nel frattempo, e al suo risveglio dovrà capire cosa ne è stato dei suoi genitori, della sua fidanzata Flavia (Olivia Corsini) o del suo migliore amico Tommaso (Gianmarco Tognazzi). Dovrà fare i conti con una vita che gli è passata accanto mentre lui dormiva, coon i suoi sogni di diciottenne bruciati da quel lunghissimo sonno. Al suo risveglio una suora di nome Giulia (Valeria Solarino) e un ragazzo di diciotto anni, affetto da mutismo selettivo, di nome Leo (Fabrizio Ciavoni) saranno i suoi spiriti guida all’interno di un mondo profondamente cambiato, un mondo in cui Giovanni dovrà trovare il modo di iniziare una nuova vita.

Quando - Valeria Solarino e Neri Marcorè (foto Vision Distribution)
Quando – Valeria Solarino e Neri Marcorè (foto Vision Distribution)

Tra passato e presente

Sicuramente il punto di vista adottato da un film come Quando è di per sé interessante perché racconta dell’eterno scontro tra fasti del passato e infausti del presente (o viceversa) attraverso lo sguardo di un uomo che non ha potuto vivere con pienezza né l’uno e né l’altro, essendosi risvegliato in un mondo profondamente diverso da quello che conosceva, in un corpo profondamente cambiato e invecchiato rispetto a quello che conosceva e in una vita che ha continuato ad andare avanti imperterrita senza di lui. Giovanni è infatti una figura tragicamente a metà: spirito e mente di un diciannovenne nel corpo di un cinquantenne, sguardo incantato e ingenuo su una nuova realtà, ma anche consapevole di aver perso ormai gli anni che più ci definiscono come esseri umani e di aver davanti a sé solo la prospettiva della vecchiaia e di una nuova morte. È chiaramente un innesco narrativo fortissimo e dalle molteplici direzioni, il problema però arriva nel momento in cui Quando decide di prioritizzare solo l’aspetto privato dell’esperienza di Giovanni, affidandosi agli scampoli di una storia d’amore passata e di tutto ciò che ne è conseguito. Quando il film sembra voler affrontare di petto la tragedia insita nel risveglio di Giovanni è ormai troppo tardi, e l’unico modo nel quale Quando prova ad uscirne è attraverso un monologo un po’ stucchevole e banale.

Quando - Neri Marcorè e Ninni Bruschetta (foto Vision Distribution)
Quando – Neri Marcorè e Ninni Bruschetta (foto Vision Distribution)

Il pericolo nella nostalgia

Quando è anche però un film fortemente nostalgico di un’epoca, di un modo di fare e di vivere la politica, di un’identità culturale e sociale condivisa attraverso gli stessi valori. È una nostalgia che esce fuori continuamente, alle volte in maniera sin troppo insistita, e che però ha il difetto di rendere totalmente insostenibile il presente che la pellicola racconta e nella quale è immersa. L’intenzione di Veltroni di voler mettere a confronto due epoche a distanza di due generazioni risulta troppo sbilanciata a favore del passato, ed è evidente nella scena in cui Giovanni guarda sbigottito le foto dei tanti eventi (perlopiù negativi) avvenuti nel mondo nei 31 anni in cui è rimasto dormiente. Quella di Quando sembra quindi una dichiarazione ideologica ormai superata quando non banale, come a voler sostenere con forza che il passato sia sempre migliore rispetto al presente perché incapaci di comprenderlo, quel presente e paradossalmente a voler banalizzare quel passato stesso privandolo delle sue contraddizioni. È un pericolo forte, quello della nostalgia, un pericolo che Quando non riesce mai davvero a schivare perché non è mai concreto davvero, resta sempre sospeso in un’aura fatta di ideali immortali, purissimi e giusti e nella rappresentazione di un mondo che non c’è mai davvero stato e mai ci sarà.

Quando - Gianmarco Tognazzi e Olivia Corsini (foto Vision Distribution)
Quando – Gianmarco Tognazzi e Olivia Corsini (foto Vision Distribution)

Il senso del racconto

Come già scritto all’inizio di questa recensione un film come Quando avrebbe forse avuto più bisogno di concentrarsi sulla tragedia di una vita che è passata senza averla potuta vivere, piuttosto che sul rimpianto per un mondo che non esiste più. In fondo quello di Quando è un viaggio in treno nel quale per gran parte abbiamo dormito e al cui risveglio ci ritroviamo in un posto che non conosciamo, senza sapere quanto mancherà per la nostra destinazione finale, come anche suggerito dalla canzone di Cremonini che ritorna più volte nel corso della pellicola. Eppure, nonostante la Roma del 2015 che viene raccontata sia anch’essa piuttosto fuori dalla realtà e fortemente idealizzata, Quando trattiene a sé dei momenti di poesia e di forte simbolismo, come la scena del bagno purificatore o quella in mezzo alle rovine romane che raccontano la condizione di Giovanni molto meglio di qualsiasi altro dialogo. Sia Neri Marcorè che Valeria Solarino cercano poi di metterci del loro, con una morbidezza e una gentilezza nella recitazione perfette per rappresentare lo straniamento di due anime che si incontrano per caso, che arrivano da due sentieri opposti (l’uno è un fervente comunista, l’altra una suora) e che si ritrovano a dover bilanciare l’abbondanza di ricordi da una parte e la loro scarsità dall’altra parte, senza dimenticare lo struggente Leo di Fabrizio Ciavoni. Ci sono forse troppe sottotrame non necessarie in Quando, troppi personaggi che arrivano ma non si sa dove vadano e soprattutto la sensazione continua che il film non riesca mai a capitalizzare del tutto la sua premessa; quella che però rimane è una pellicola che vive di alcuni momenti e di alcune felici intuizioni, con un amore smisurato e sentito per il mezzo cinematografico, per i personaggi che racconta e per le loro storie.

Quando. Regia di Walter Veltroni con Neri Marcorè, Valeria Solarino, Fabrizio Ciavoni, Olivia Corsini, Dharma Mangia Woods, Gianmarco Tognazzi, Ninni Bruschetta e la partecipazione straordinaria di Stefano Fresi e Massimiliano Bruno, uscito nelle sale ieri 30 marzo distribuito da Vision Distribution.

VOTO:

Tre stelle

1 commento

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