Pupazzi senza gloria, l’indecenza dei Muppets non premia: la recensione

Pupazzi senza gloria - Melissa McCarthy e il pupazzo Phil

Pupazzi senza gloria cerca di ribaltare l’idea tradizionale dei pupazzi: i famosissimi Muppets si muovono tra sesso, droghe e parolacce, mostrandosi molto più “duri” di come sembrano. Ma le battute sono squallide, e l’impressione finale è quella di una buona idea realizzata male.

Il cast parla subito di commedia

Pupazzi senza gloria, il cui titolo originale è The Happytime Murders, è un film uscito al cinema il 18 ottobre che si districa tra la commedia e il thriller, il tutto con protagonista un pupazzo di stoffa blu: non è un caso, infatti, che a dirigere il film ci sia Brian Henson, figlio di Jim, l’ideatore dei famosissimi Muppets. Distribuito da Universal Pictures per Lucky Red, Pupazzi senza gloria vede nel cast Melissa McCarthy e Maya Rudolph, veterane del late show americano Saturday Night Live, insieme a Elizabeth Banks, volto notissimo della commedia americana. A doppiare Phil Phillips, il pupazzo protagonista, nella versione originale è Bill Barretta, sostituito nella versione italiana da Maccio Capatonda, fondamentale per la trasposizione italiana del “vibe” comico statunitense.

Pupazzi senza gloria - Melissa McCarthy e il pupazzo Phil in tenuta da polizia
Melissa McCarthy e il pupazzo Phil in tenuta da polizia

L’ambientazione da racconto giallo

Ambientata a Los Angeles, la pellicola racconta di un film in cui pupazzi e umani convivono in modo non troppo sereno: gli umani maltrattano e emarginano il più possibile i pupazzi, ma nonostante ciò, la legge resta uguale per tutti. Per questo motivo, quando iniziano a manifestarsi una serie di delitti che vedono come vittime i pupazzi della celebre serie televisiva L’allegra combriccola, la polizia di L.A. interviene, mettendo sul caso la poliziotta umana Connie Edwards (Melissa McCarthy). Al suo fianco, il protagonista della storia: il pupazzo Phil Phillips è un investigatore privato e ex agente della LAPD, che aveva lavorato, in passato, proprio con Edwards. I due non condividono un buon rapporto, ma nonostante ciò devono collaborare per trovare il colpevole.

Pupazzi senza gloria - L'allegra combriccola
L’allegra combriccola

Le battute volgari cercano solo l’esagerazione

Il film si pone sulla scia della commedia dell’assurdo nata con Ted: i pupazzi non sono più giochi per l’infanzia e, anzi, si lasciano andare a serate “da sballo”, tra sesso, droga e linguaggio scurrile. Tuttavia, ciò che fondamentalmente manca in Pupazzi senza gloria è proprio il ritmo comico, che invece proprio le presenze storiche del SNL fanno sperare. La narrazione sembra offrire qualche riflessione in chiave metaforica sulla condizione della società americana per quanto riguarda le differenze etniche, ma le battute non riescono a uscire dai luoghi comuni e sembrano cercare la risata esclusivamente nell’uso delle parolacce e del porno. Questo non vuol dire che il film sia mediocre perché usa parolacce e porno: anzi, proprio Ted, ma più di recente anche Sausage Party, hanno dimostrato che le battute a sfondo sessuale e che giocano sul doppio senso sono spesso vincenti. Il difetto di Pupazzi senza gloria è concentrarsi troppo sul cercare un contrasto tra l’idea romanticizzata dei pupazzi (in questo caso dei Muppets) e il discorso triviale, non trovando così né una comicità più spiccia – perché le battute sul sesso fanno sempre ridere – né una un po’ più profonda, che potrebbe approdare al satirico.

Pupazzi senza gloria - Phil Phillips e Sandra White
I pupazzi Phil Phillips e Sandra White

Il finale guarda al lato più noir

Il finale del film verte molto di più sul lato noir e drammatico della storia. Tuttavia, le dinamiche portano a lasciare una sensazione di sviluppo caratteriale dei pupazzi, a discapito invece delle figure degli umani, ridotti a macchiette stereotipate. Probabilmente è un effetto voluto, sempre nell’ottica del ribaltamento dell’immaginario collettivo riguardante i Muppets: ciò non toglie che neanche la svolta più dark dell’ultima parte della pellicola non riesce in alcun modo a cancellare il retrogusto scadente della commedia non riuscita, nonostante sia più apprezzabile.

Troppo potenziale sprecato

Insomma, le premesse per un buon film sono presenti, ma la scrittura superficiale sembra mandare all’aria la possibilità di un racconto più satirico che demenziale. La trasposizione italiana pare aver portato un livello più complesso di lettura, grazie a Capatonda che menziona i suoi tormentoni, dando così la possibilità di individuare anche il suo stile comico. Ma, tutto sommato, quello che poteva essere un buon thriller poliziesco in chiave comica (come fa capire il titolo originale, che gioca sul nome della serie L’allegra combriccola, ovvero The Happytime Gang e il filo di omicidi) risulta essere una scadente parodia, che non strappa neanche troppe risate.

VOTO:

 

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