Monkey Man, recensione: solido revenge movie che guarda a Occidente

Monkey Man - Dev Patel
Monkey Man - Dev Patel

La nostra recensione di Monkey Man, revenge movie scritto, diretto e interpretato da Dev Patel: un’opera prima furente, violenta e citazionista che guarda a Occidente, pur provando a gettare luce sulle contraddizioni della società indiana

Monkey Man, ovvero l’uomo scimmia. Titolo quantomeno curioso (ma ovviamente giustificato dal film) per l’opera prima di Dev Patel, che a sedici anni dal trionfo di The Millionaire debutta alla regia con un revenge movie solido a cavallo tra Oriente e Occidente, ma che guarda più al secondo. Prodotto sotto l’algida del re Mida Jordan Peele quello di Patel è un esordio tutto sommato interessante, ma meno fulminante di quanto lo dipingano oltreoceano, che miscela una forte dose di exploitation e di ipercinetismo hollywoodiano al liricismo orientale nel tentativo di gettare una nuova luce sulla complessa società indiana.

Monkey Man - Dev Patel
Monkey Man – Dev Patel

Salire in cima

Kid (Dev Patel) è un giovane indiano anonimo che si guadagna da vivere in un fight club clandestino dove, notte dopo notte e indossando una maschera da gorilla, viene picchiato a sangue da lottatori più famosi in cambio di denaro. Dopo anni di rabbia repressa, Kid scopre un modo per infiltrarsi nell’enclave della sinistra élite della città. Mentre il suo trauma infantile ribolle, le sue mani misteriosamente sfregiate scatenano una esplosiva ondata di vendetta per regolare i conti con gli uomini che gli hanno tolto tutto, a partire dalla sua amatissima madre Neela (Adithi Kalkunte).

Monkey Man - Dev Patel
Monkey Man – Dev Patel

Tra inferno e paradiso

In fondo, a pensarci bene, non siamo poi così lontani dall’ultra celebrato e premiato The Millionaire che nel 2009 trainò il cinema indiano (o almeno quella indo-britannico) alla ribalta internazionale. Il film di Danny Boyle non era infatti altro che un pastiche di romance e romanzo di formazione, con un taglio internazionale, location esotiche ma non troppo patinate e un confezione perfetta per piacere un po’ a tutti, con il giusto contorno di critica sociale al sistema delle caste e quell’elemento di riscatto che agli occhi yankee era pura erba gatta. Il risultato e gli Oscar vinti ce li ricordiamo tutti, e se li ricorda pure Dev Patel che di quel film era peraltro il protagonista.

Monkey Man è ovviamente lontano dall’essere un sequel di quel Boyle, e non lo è neanche da un punto di vista spirituale, però è il figlio imbastardito di quella visione un po’ occidentalizzata dell’India che qui si esprime attraverso il linguaggio e i codici di un revenge movie purissimo. D’altronde tutta la parabola di Kid ricorda tantissimo il cinema anni ’80 europeo e americano dei Seagal in cui si menavano le mani facendosi strada tra un’organizzazione malefica e potentissima (ovviamente) e l’altra, ma ogni tanto Patel butta anche l’occhio nella sua Asia tra una strizzata d’occhio a Woo e la suo periodo hong-konghese e Miike.

È però John Wick il riferimento principale ed evidente e non solo perché viene apertamente citato. È nella sua furia patinata, nei suoi colori al neon, nella violenza stilizzata e in quel sentore di vendetta che Monkey Man ondeggia tra l’omaggio e il (quasi) plagio. Senza considerare la critica sociale di cui sopra, perché l’India che ci viene raccontata è quella infernale delle strade e della sopravvivenza nella povertà più assoluta ma anche quella del potere, dello sfarzo paradisiaco, del controllo. Ricchi e poveri, magnati e miserabili, chi sta sopra e chi sotto; e allora la scalata di Kid sembra una metafora neanche troppo sottile di una forbice sociale che è necessario ridurre, fino ad annullarla completamente.

Monkey Man - Sikandar Kher
Monkey Man – Sikandar Kher

Patel non va all-in

Quello che però a Monkey Man sembra mancare, oltre ad un protagonista che abbia lo stesso livello di carisma di Keanu Reeves anche quando le sue espressioni sono congelate, è il coraggio di osare, di spingersi più a fondo. Di superare, cioè, quello stesso impasse diegetico per cui ogni svolta di trama sembra studiata con il bilancino, ogni movimento drammaturgico ampiamente pronosticabile e in cui persino i combattimenti non regalano mai il necessario effetto wow. E però dall’altra parte Patel è comunque sufficientemente bravo da non sbandare mai troppo, restando in un territorio favorevole che conosce bene e da cui è in grado di spremere tutto lo spettacolo possibile.

L’attore indo-britannico non è però perfettamente padrone dei movimenti di macchina, facendo sì che l’azione non sempre sia bene leggibile, e alle volte vuole fare il passo più lungo della gamba come in un paio di sequenze di inseguimenti migliori sulla carta che nella resa visiva e registica. Tra grattacieli ultrafuturistici e baraccopoli, con tanto di comparsata in un tempio hijra in cui Kid si allena prima del grande scontro, Monkey Man procede col pilota automatico e regala qualche bell’intuizione (gli stessi monaci hijra, intersessuali e legati alla terra, avrebbero meritato un po’ più di minutaggio), ma non riesce a mandarci al tappeto fino in fondo. Discreta, comunque, la prima.

TITOLO Monkey Man
REGIA Dev Patel
ATTORI Dev Patel, Sharlto Copley, Pitobash, Sikandar Kher, Vipin Sharma, Adithi Kalkunte
USCITA 4 aprile 2024
DISTRIBUZIONE Universal Pictures Italia

 

VOTO:

Tre stelle

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