Venezia 80, L’ordine del tempo, recensione: Gassmann, Leo, Gerini e un grande cast per Liliana Cavani

L'ordine del tempo - Edoardo Leo e Alessandro Gassmann
L'ordine del tempo - Edoardo Leo e Alessandro Gassmann

La nostra recensione de L’ordine del tempo di Liliana Cavani, fuori concorso a Venezia 80 tra Genovese e Von Trier: neanche un cast ricchissimo di star nostrane può fermare la spenta Apocalisse che avviene sullo schermo

Torna al cinema dopo venti lunghi d’assenza con L’ordine del tempo, primo attesissimo film fuori concorso della 80ª Mostra del Cinema di Venezia, Liliana Cavani che per l’occasione riunisce un cast di grandi stelle della cinematografia nostrana per riadattare il romanzo omonimo del fisico Carlo Rovelli. Nonostante però la presenza di nomi come quelli di Claudia Gerini, Edoardo Leo, Alessandro Gassmann, Ksenia Rappoport, Valentina Cervi e Francesca Inaudi quest’Apocalisse imminente si rivela fin troppo opaca e priva di mordente, in preda ad una drammatica confusione.

Aspettando l’asteroide

Mentre un enorme corpo celeste di quasi 2 km di lunghezza potrebbe entrare in rotta di collisione con la Terra da un momento all’altro, in una villa in riva al mare di Sabaudia si festeggia il 50° compleanno di Elsa (Claudia Gerini). Sono presenti suo marito Pietro (Alessandro Gassmann) e i loro amici, i fisici Giulia (Francesca Inaudi) ed Enrico (Edoardo Leo) che all’inizio cercano di tranquillizzare tutti sull’infausto evento, la coppia formata da Viktor (Richard Sammel) e Paola (Ksenia Rappoport), quest’ultima da sempre innamorata di Pietro, e poi Jacob (Fabrizio Rongione) che è sposato con Greta (Valentina Cervi). Tutti però hanno dei segreti da confessare e questo potrebbe essere l’ultimo momento che rimane loro per farlo.

L'ordine del tempo - Una scena del film
L’ordine del tempo – Una scena del film

Il grande freddo

No, non è un riferimento al celeberrimo film di Lawrence Kasdan ma piuttosto un’espressione che da un certo punto di vista racchiude il cuore emotivo dell’ultimo film di Liliana Cavani (Il portiere di notte, Francesco, I cannibali). E non è che la regista emiliana non ci provi ad infondere del calore all’interno di questa storia, al contrario utilizza tutti gli stilemi e i trucchi del mezzo cinematografico per provare a farci appassionare a questi personaggi, a tifare per loro. Ma come si può tifare per loro, se sono essi stessi a presentarsi come noiosi e (più o meno) ricchi privilegiati annoiati dalla vita?

Il problema principale de L’ordine del tempo sta infatti proprio nel modo in cui i suoi personaggi vengono ritratti e portati in scena, donne e uomini sull’orlo di un esaurimento esistenziale che vengono messi davanti all’eventualità di una morte imminente, di un’estinzione di massa in grado di cancellare la nostra specie dal pianeta. Peccato che nessuno tra questi uomini o donne sia particolarmente interessante, perché rivediamo le solite nevrosi, i soliti segreti (più o meno inconfessati) e le solite corna di tanto cinema italiano ma sempre, e rigorosamente, in borghesi villette sul mare con un’ottima insalata di riso e un buon bianco.

L'ordine del tempo - Edoardo Leo e Ksenia Rappoport
L’ordine del tempo – Edoardo Leo e Ksenia Rappoport

Il tempo e il suo valore

È proprio del tempo, del suo valore e soprattutto della sua percezione che invece la Cavani vorrebbe parlare. Un tempo destinato a sfuggirci continuamente dalle mani come sabbia, a ingannarci e a prenderci perfino in giro, un tempo che alla soglia dei 90 anni e con una carriera ricca di premi (a cui aggiungere il Leone d’Oro proprio alla carriera di quest’anno) sembra stare piuttosto stretto alla regista. Per questo L’ordine del tempo sembra essere un film piuttosto urgente e necessario, per questo ci ha tenuto a girarlo nonostante fossero passati vent’anni dal suo ultimo lavoro.

Quest’urgenza (che è ben palpabile e in qualche modo persino salubre) non fa però i conti con una rappresentazione fin troppo sfocata e impacciata della materia tematica, perché il tempo qui non sembra essere una risorsa o una variante impazzita capace di scombinare i piani, quanto piuttosto un accessorio attorno al quale parlare non di crisi generazionali o identitarie, quanto piuttosto di amori perduti e di piccoli rimpianti di vita che però non sono mai drammaturgicamente così potenti da essere interessanti. Ed è quindi il tempo stesso, in questo caso quello diegetico, a rappresentare un nemico invece che un potenziale alleato.

L'ordine del tempo - Fabrizio Rongione, Claudia Gerini e Alessandro Gassmann
L’ordine del tempo – Fabrizio Rongione, Claudia Gerini e Alessandro Gassmann

Dov’è, infine, l’Apocalisse?

L’ordine del tempo sembra il frutto dell’amore tra la disamina delle relazioni di coppia o più in generale interpersonali di Perfetti sconosciuti e il dramma apocalittico di Melancholia, ma senza purtroppo che avvenga mai una vera Apocalisse. Perché Von Trier quella fine del mondo ha il coraggio di affrontarla di petto, sia metaforicamente che letteralmente, facendo sì che avvenga una vera catarsi finale per i propri personaggi e per lo spettatore, un’esplosione liberatoria e liberatrice che livella di nuovo la condizione degli esseri umani perché li cancella definitivamente dal pianeta e dalla Storia.

Non sveleremo quale soluzione la Cavani e il suo co-sceneggiatore Paolo Costella (non a caso tra gli autori di Perfetti sconosciuti) hanno adottato per il finale, ma vi basti sapere che metaforicamente parlando l’Apocalisse qui non arriva mai. Sono tutti pronti a perdonare, a dimenticare, a fare pace con sé stessi e gli altri in nome di una ritrovata voglia di vivere che rimane troppo forzata e “comoda”. C’è tuttavia un momento in cui qualcosa di davvero importante, non sul tempo ma sul rapporto tra fede e scienza, viene detto; è nel dialogo tra Francesca Inaudi e la suora interpretata da una meravigliosa Angela Molina, talmente semplice e marmoreo nella sua onestà da far rimpiangere la teatralità di quelli precedenti o seguenti. Se solo avessimo avuto il tempo di esplorarlo.

L’ordine del tempo. Regia di Liliana Cavani con Claudia Gerini, Alessandro Gassmann, Francesca Inaudi, Edoardo Leo, Richard Sammel, Ksenia Rappoport, Fabrizio Rongione, Valentina Cervi e Angela Molina, in uscita nelle sale giovedì 31 agosto distribuito da Vision Distribution.

VOTO:

Due stelle

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