La regola d’oro, recensione: tornare a casa dopo la guerra, ma a quale prezzo

La regola d'oro - Simone Liberati
La regola d'oro - Simone Liberati

La recensione de La regola d’oro, opera seconda di Alessandro Lunardelli con Simone Liberati, Edoardo Pesce e Barbara Bobulova: un film che vuole raccontare gli orrori della guerra attraverso gli occhi di chi l’ha vissuta, senza trovare la giusta efficacia

Prigioniero dell’Isis

Il caporale dell’Esercito italiano Ettore Seppis (Simone Liberati) era stato rapito in Siria dai guerriglieri dell’Isis ma viene liberato dietro pagamento di un riscatto. Al suo ritorno in Italia un ministro (Andrea Pennacchi) lo informa che gli verrà conferito un premio riservato alle eccellenze italiane, per riconoscere il coraggio da lui dimostrato durante la prigionia. In quell’occasione Ettore dovrà pronunciare un discorso preparato da Massimo (Edoardo Pesce), l’autore della trasmissione televisiva condotta dall’ex moglie Monica (Barbara Bobulova) che ha seguito attentamente la sua vicenda per sfruttarne il grande potenziale di ascolti. Sua madre (Francesca Antonelli) non sta più nella pelle, ma il caporale ha un solo pensiero: la fidanzata Jamila (Rita Hayek) rimasta in Siria, anche lei prigioniera degli jihadisti, che gli ha lasciato una ferita ben lontana dall’essere guarita.

Stress post traumatico

Se La regola d’oro fosse stato un film americano, si sarebbe parlato di stress post traumatico. La filmografia Usa si è cimentata numerose volte in racconti di questo genere, raggiungendo risultati a volte ottimi e a volte mediocri. La pellicola diretta da Alessandro Lunardelli, al suo secondo lungometraggio dopo Il mondo fino in fondo, si posiziona nel mezzo. Il suo intento è quello di raccontare le difficoltà di un militare tornato a casa dopo aver vissuto sulla propria pelle gli orrori della guerra. Per lo spettatore tuttavia risulta davvero difficile immergersi in questo mondo e in questo status perché a regnare, più che lo smarrimento, è la confusione.

La regola d'oro - Simone Liberati ed Edoardo Pesce
La regola d’oro – Simone Liberati ed Edoardo Pesce

Il cinismo del mass media

Altro elemento su cui la storia decide di puntare il dito è il cinismo dei mass media nell’impossessarsi di chi – e cosa – fa notizia. A portare avanti questo filone è il personaggio interpretato da Barbara Bobulova, che con freddezza veste i panni di una presentatrice cui interessa solo conquistare qualche prima serata in più. A scapito della sua stessa vita privata – che mette da parte senza alcuna remora – e delle persone – che non ha alcun problema nel calpestare.

Simone Liberati ed Edoardo Pesce

Ricco di digressioni e flashback, La regola d’oro viene danneggiato dalla sua stessa costruzione che pecca di profondità e talvolta anche di plausibilità. Da apprezzare i due protagonisti, Simone Liberati ed Edoardo Pesce. Entrambi offrono buone prestazioni attoriali e fanno del loro meglio per superare i limiti imposti da una sceneggiatura (opera di Lunardelli in collaborazione con Giacomo Ciarrapico e Davide Lantieri) non del tutto convincente. Nel loro rapporto, destinato ad evolversi radicalmente, si vede la cosiddetta luce in fondo al tunnel: un fiore che cresce sul cemento, un’amicizia che supera il mero profitto, un’empatia che ha finalmente un sapore genuino.

La regola d'oro - Barbara Bobulova
La regola d’oro – Barbara Bobulova

La regola d’oro è distribuito da Pupkin ed è disponibile on demand dal 26 febbraio su iTunes, Google, Chili Tv, Rakuten e Amazon Direct.

VOTO:
2 stelle e mezza

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