La guerra dei nonni, recensione: Vincenzo Salemme e Max Tortora si scontrano per amore dei nipoti

La guerra dei nonni - Vincenzo Salemme e Max Tortora
La guerra dei nonni - Vincenzo Salemme e Max Tortora

La nostra recensione de La guerra dei nonni, la nuova commedia con Max Tortora e Vincenzo Salemme diretta da Gianluca Ansanelli: nonostante la verve e i tempi comici dei due protagonisti l’operazione non convince mai, risultando troppo piatta e poco ispirata

Prima di questo La guerra dei nonni Max Tortora e Vincenzo Salemme non avevano mai collaborato assieme, ed è un peccato. O meglio, i peccati sono due perché la loro prima volta si risolve in una commedia impacciata e affatto ispirata, a cui neanche la loro chimica può giovare particolare beneficio dato che sono incastrati in un meccanismo comico che non funziona mai. Neanche la regia di Gianluca Ansanelli riesce ad arginare le tante mancanze di ritmo, le battute deboli e la sensazione di stanchezza che pervade il film, e in misura diretta lo spettatore.

La guerra dei nonni - Vincenzo Salemme, Greta Santi, Luigi Fosco e Max Tortora
La guerra dei nonni – Vincenzo Salemme, Greta Santi, Luigi Fosco e Max Tortora

Guerra aperta

Gerri (Vincenzo Salemme) è un nonno attento e premuroso, vive con la famiglia della figlia, aiuta in casa e si prende cura dei suoi amati nipoti. In questo perfetto equilibrio familiare irrompe nonno Tom (Max Tortora), che dopo anni vissuti all’estero torna in Italia per trascorrere un po’ di tempo con i nipotini. Esuberante e chiassoso, nonno Tom è pronto a infrangere ogni regola stabilita da nonno Gerri pur di realizzare i desideri dei bambini e conquistare il loro amore. Tra i nonni scoppierà quindi una guerra per stabilire chi è il nonno perfetto, una guerra senza esclusioni di colpi e risate.
La guerra dei nonni - Vincenzo Salemme, Greta Santi, Luigi Fosco e Max Tortora
La guerra dei nonni – Vincenzo Salemme, Greta Santi, Luigi Fosco e Max Tortora

Una commedia stanca

È indubbio come La guerra dei nonni abbia delle intenzioni lodevoli, perfino nobili, nel voler celebrare queste figure così importanti nella vita di ognuno. Saggi, spesso molto più pazienti e comprensivi dei genitori, i nonni rappresentano un porto sicuro per ogni nipote in cerca di risposte, di consigli o semplicemente di una parola rassicurante sulla vita e sulla sua complessità. Non è un caso infatti che il film si apra e si chiuda con due voice-over di uno dei tre piccoli protagonisti, il fratello per l’esattezza, che sono un po’ troppo stucchevoli perché non fanno che rimarcare ciò che nella pellicola viene mostrato più volte rinunciando a una qualsiasi forma di sottotesto.

Il problema principale, però, è che l’impianto comico non funziona mai davvero perché non c’è una scrittura forte alla base che gli dia forza, che lo sostenga, che crei quel conflitto necessario affinché il fuoco della commedia possa divampare. Qui la scelta è stata di rendere tutto molto morbido e piacevole, fin troppo, forse per non turbare troppo il target di riferimento costituito principalmente da famiglie con piccoli al seguito. Una scelta comprensibile dal punto di vista commerciale ma molto meno da quello artistico, perché il tutto si riduce ad un appiattimento generale che uccide ogni possibilità di comicità un po’ scorretta o laterale, meno rassicurante e quindi forse anche più vera.

La guerra dei nonni - Bianca Guaccero, Max Tortora e Luigi Luciano
La guerra dei nonni – Bianca Guaccero, Max Tortora e Luigi Luciano

Un duetto poco valorizzato

A farne le spese sono proprio Tortora e Salemme, i cui Tom e Gerri (prima si parlava di mancanza di sottotesto, d’altronde) rimangono confinati al palo di una sceneggiatura che non è in grado di valorizzarne la veracità, il graffio polemico e l’aspetto anche un po’ guascone. Non che non ci provino a trovare il guizzo vincente, ma neanche loro possono sopperire a certe idee discutibili come l’esibizione finale di Salemme travestito da trapper; la stessa rappresentazione del rapporto nonno nipote rimane un po’ troppo superficiale, ad eccezione di una sequenza in cui viene analizzato con il giusto tatto e approccio dialettico il “problema” della dislessia e dei disturbi dell’attenzione.

Si ha sempre comunque l’impressione che La guerra dei nonni non abbia davvero voglia di approfondire questo conflitto generazionale, anche considerando la rappresentazione stereotipata del mondo adolescenziale e l’assoluta mancanza delle figure genitoriali che qui vengono lasciate forse un po’ troppo ingiustamente sullo sfondo. E però se non c’è mai davvero conflitto, se il mondo che viene portato sullo schermo è così rassicurante e plastificato non c’è nessuna possibilità di rapportarsi in maniera sincera e diretta al tema della crescita, non solo dei nipoti ma anche dei nonni, costretti a maturare e a superare le divergenze in nome dell’amore.

Ed è questa forse la pecca maggiore de La guerra dei nonni. Più delle risate mancate, dei personaggi affettati e lasciati lì a comparire (come quello della Guaccero a metà tra femme fatale di borgata e amica del cuore) e dei tempi morti, è la mancanza di un velo malinconico, di una ribellione vera che parta dallo spirito, di uno scontro in cui due generazioni così lontane e così vicine vengano costrette a trovarsi, ad imparare l’una dall’altra, a cercare un punto di contatto tra ciò che era e ciò che è ora, a fidarsi l’una dell’altra. Qui i nonni e i nipoti ci sono e si vogliono un gran bene, ma se nella vita questo forse è sufficiente al cinema non lo è.

TITOLO La guerra dei nonni
REGIA Gianluca Ansanelli
ATTORI Vincenzo Salemme, Max Tortora, Luca Angeletti, Bianca Guaccero, Ana Caterina Morariu, Luigi Luciano, Greta Santi, Luigi Fosco
USCITA 30 novembre 2023
DISTRIBUZIONE Medusa Film

 

VOTO:

Due stelle

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