Il regno del pianeta delle scimmie, recensione: che la guerra (ri)cominci

Il regno del pianeta delle scimmie - una scena del film
Il regno del pianeta delle scimmie - una scena del film

La nostra recensione de Il regno del pianeta delle scimmie di Wes Ball, primo capitolo di una possibile nuova trilogia ambientata 300 anni dopo la precedente con la Freya Allan di The Witcher e William H. Macy: una discreta partenza che non stupisce ma non delude

A sette anni da The War – Il pianeta delle scimmie è ufficialmente cominciato Il regno del pianeta delle scimmie, anche se non c’è più Matt Reeves dietro la macchina da presa bensì il Wes Ball della trilogia di The Maze Runner. Un capitolo nuovo quindi e forse l’inizio di una nuova trilogia, che pur non essendo direttamente legata alla prima in termini diegetici lo è in termini spirituali; nuovi personaggi, soprattutto scimmie, nuova posta in gioco e nuovo sguardo in termini di tono e intenzioni tematiche che pur non sorprendendo affatto lasciano presagire qualcosa d’interessante all’orizzonte. Nel cast, oltre alla Freya Allan di The Witcher, anche un redivivo William H. Macy in un ruolo purtroppo piccolino.

Il regno del pianeta delle scimmie - una scena del film
Il regno del pianeta delle scimmie – una scena del film

Una nuova società

300 anni dopo la morte di Cesare, moltissime società di scimmie diverse tra di loro sono emerse dall’oasi in cui Cesare condusse la sua colonia prima di morire, sebbene ci siano  dei clan che non hanno mai sentito parlare di lui e della sua storia, come quello di cui fa parte il giovane scimpanzé Noa (Owen Teague). Dopo un improvviso attacco da parte di un clan guidato da Proximus Caesar (Kevin Durand), una scimmia di Bili che ha distorto gli insegnamenti di Cesare, i membri del clan di Noa vengono ridotti in schiavitù. Nella sua avventura per salvarli, Noa unisce le forze con Raka (Peter Macon), un orango ex membro del clan di Proximus e Mae (Freya Allan), una ragazza umana.

Il regno del pianeta delle scimmie - Freya Allan
Il regno del pianeta delle scimmie – Freya Allan

Scimmie e umani

È un mondo di scimmie, questo. Lo è diventato dopo gli eventi raccontati nella precedente trilogia, ma forse lo è sempre stato (almeno cinematograficamente parlando) dal 1968, quando fu Charlton Heston il primo a doversi confrontare con i nostri cugini primati. È perciò un vero e proprio ribaltamento di prospettiva quello da cui parte Il regno del pianeta delle scimmie (titolo funambolico e poco sensato), e forse non è un caso che il film di Wes Ball accantoni per gran parte del minutaggio la componente umana, preferendo concentrarsi su quella animale e portando avanti un’istanza di ridimensionamento dell’uomo stesso di fronte alla forza della madre Terra.

D’altronde sono stati gli uomini, nella propria hybris sfrenata, a dare vita al virus che ha reso le scimmie intelligenti e che li ha sterminati in larghissima parte; sono stati sempre gli uomini a voler cominciare una guerra che poi li ha ridotti in schiavitù, detronizzandoli dal potere e dal controllo e perciò privandoli dei loro stessi privilegi. E così Il regno del pianeta delle scimmie parte esattamente da questa condizione ribaltata all’insegna di un’epopea western, un po’ come lo erano i film di Reeves e il primo storico capitolo del ’68, e prosegue nel solco di un racconto che si pone esattamente a metà tra formazione ed evoluzione.

Ma è il rapporto tra la scimmia Noah e l’umana Mae a rappresentare il cuore emotivo oltre che diegetico del film, perché la loro relazione si basa su un sentimento di appartenenza condiviso che ritorna continuamente, anche quando viene messo alla prova o destabilizzato dagli eventi esterni. Un legame, il loro, che fa da traino all’intera pellicola dopo un primo atto più attendista in cui sono i primati a dominare la scena e che viene valorizzato sia dall’ottimo lavoro tecnico sulla motion capture che dalla buona chimica interpretativa tra Owen Teague e Freya Allan. 

Il regno del pianeta delle scimmie - Freya Allan
Il regno del pianeta delle scimmie – Freya Allan

Un mix di generi che funziona

Il mondo rappresentato ne Il regno del pianeta delle scimmie è in decadenza, imbastardito dall’abbandono delle roccaforti umane su cui la natura si è rivalsa nel corso dei secoli, inselvaggito dalla trascuratezza ma anche, per un certo gioco del destino, rinverdito dalla progressiva scomparsa dell’essere umano. Un mondo che quindi si riprende il proprio spazio e che Ball rappresenta in tutta la sua declinante magnificenza, frullando dentro quest’epopea il western, il racconto post-apocalittico, un sentore di fantascienza e anche parte di un dramma fortemente umano, legato alla parola, alla scoperta e quindi alla conoscenza.

Perché è proprio la ricerca, o meglio la riscoperta, di questa conoscenza la chiave per tentare di costruire una società migliore, modellata su principi di uguaglianza e cooperazione contro lo strapotere tossico del tiranno che quella conoscenza vorrebbe utilizzarla ben scopi molto meno nobili. È un sottotesto fin troppo chiaro, evidentissimo, che parla alle generazioni attuali e vuole fungere da monito per il futuro, mentre il mondo che vediamo nella sua maestosità sul grande schermo potrebbe non essere nient’altro che una finestra sul futuro, sul nostro futuro. Dove Il regno del pianeta delle scimmie pecca è nella mancanza di uno sguardo maturo sul tema, che si traduce in un racconto ancora da modellare e senza grosse sorprese .

Il finale lascia però presagire a nuovi interessanti prospetti, anche abbracciando un certo epos che nel resto della narrazione era un po’ mancato, e che fa intuire come lo sguardo della saga finalmente possa ritrovare quell’universalità e quell’altezza necessarie tanto quanto il focus sui personaggi. Se prima Noah e Mae vedevano le stelle attraverso un telescopio e si interrogavano sulla volta celeste, ora sanno che c’è ancora una Terra da salvare, un’umanità recisa ma affatto sconfitta disi tra buoni e malvagi, un popolo delle scimmie che può rivelarsi amico o nemico ma che è lì e che aspetta.

TITOLO Il regno del pianeta delle scimmie
REGIA Wes Ball
ATTORI Owen Teague, Freya Allan, Peter Macon, Lydia Peckham, Kevin Durand, Dichen Lachman, William H. Macy, Neil Sandilands
USCITA 8 maggio 2024
DISTRIBUZIONE Disney Pictures Italia

 

VOTO:

Tre stelle

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