Il grande giorno, recensione: Aldo, Giovanni e Giacomo celebrano un matrimonio e la fine delle illusioni

Il grande giorno - Giovanni Storti, Aldo Baglio e Giacomo Poretti (foto Aliocha Merker)
Il grande giorno - Giovanni Storti, Aldo Baglio e Giacomo Poretti (foto Aliocha Merker)

La recensione de Il grande giorno, il nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo con Antonella Attili e Lucia Mascino: la celebrazione di un matrimonio è l’occasione perfetta per fare i conti con la fine delle illusioni

A quasi tre anni dalla resurrezione cinematografica di Odio l’estate, il trio più famoso d’Italia torna con Il grande giorno diretti ancora una volta da Massimo Venier e ritrovando Lucia Mascino e Roberto Citran, con Antonella Attili ed Elena Lietti nuove co-protagoniste femminili; un film corale forse un po’ troppo pieno di sottotrame ma con il giusto bilanciamento di comicità e malinconia che parla di amore, di amicizia ma anche e soprattutto del crollo delle illusioni borghesi.

Un matrimonio da sogno

Elio (Giovanni Anzaldo) e Caterina (Margherita Mannino) stanno per sposarsi e per farlo hanno deciso di organizzare un matrimonio in grande stile: tre interi giorni in una splendida villa affacciata sul Lago di Como insieme alle loro famiglie e ai loro amici. Giovanni (Giovanni Storti) è il padre di Caterina ed è colui che ha voluto fare le cose in grande a differenza di Giacomo (Giacomo Poretti), suo grande amico e socio in affari nonché padre di Elio. I due hanno fondato un’impresa specializzata nella costruzione di mobili, la Segrate Arredi, e ora puntano sul matrimonio come mezzo per rafforzare ulteriormente il loro legame affaristico. Mentre però Giacomo è alle prese con i tentativi di sua moglie Lietta (Antonella Attili) di farlo sbottonare un po’ prima del grande giorno, Giovanni deve affrontare l’arrivo della sua ex moglie Margherita (Lucia Mascino) accompagnata dal suo nuovo compagno Aldo (Aldo Baglio), un tipo decisamente spontaneo e casinista all’ennesima potenza. La comparsa di Margherita mette però in discussione il rapporto tra Giovanni e sua moglie Valentina (Elena Lietti), poiché quest’ultima si sente minacciata da lei. Nel corso di tre giorni folli ed indimenticabili una serie di avvenimenti metteranno in discussione alcune certezze e alcuni rapporti, mentre un Maître definito come il Riccardo Muti del catering (Pietro Ragusa), un potente cardinale (Roberto Citran) e un prete appassionato più di cibo e belle donne che del Vangelo (Francesco Brandi) saranno le schegge impazzite che romperanno tutti gli equilibri.

Il grande giorno - Antonella Attili e Giacomo Poretti (foto Aliocha Merker)
Il grande giorno – Antonella Attili e Giacomo Poretti (foto Aliocha Merker)

La fiera delle ipocrisie

Questa volta non sono andati tanto per il sottile, i terribili tre. Se in Odio l’estate l’obiettivo era quello di rallentare la corsa del presente fissandolo all’idea di una stagione e di un rito come quello della vacanza, qui il tiro vuole colpire duro non tanto l’istituzione del matrimonio o quella della famiglia ma l’ipocrisia sulla quale vengono costruite di volta in volta. È sicuramente un film dolceamaro questo Il grande giorno, perché fondato su una risata più di testa che di pancia; una risata che nasce dalla necessità di raccontare un certo modo di essere italiani e, da un certo punto di vista, anche le contraddizioni che ci definiscono come tali. C’è una battuta che viene pronunciata ad un certo punto da un personaggio, una battuta che riassume perfettamente quello che forse è il grande punto interrogativo di questo paese: noi italiani siamo incapaci di ricordare o forse non vogliamo?

Il grande giorno - Giovanni Anzaldo ed Eleonora Romandini (foto Aliocha Merker)
Il grande giorno – Giovanni Anzaldo ed Eleonora Romandini (foto Aliocha Merker)

Ecco, pur non essendo un film politico in senso stretto, Il grande giorno ha il merito indiscusso di portare alla luce questo interrogativo e lo fa infilandolo quasi nei meandri di una commedia del trio milanese piuttosto atipica nelle situazioni e negli snodi narrativi.Tra matrimoni che si reggono in piedi solo per convenienza, soci in affari che parlano male di noi alle nostre spalle e segreti inconfessabili che però devono venire fuori quella imbastita da Venier e dai suoi due co-sceneggiatori è una vera e propria fiera delle illusioni e delle ipocrisie. Uno spettacolo poco edificante, certo, ma in cui ci si diverte a vedere questi parvenu, questi arrampicatori sociali e questi mostri corrosi dal conformismo e dal denaro fingere sorrisi di circostanza mentre dentro esplodono di rabbia.

Il grande giorno - Lucia Mascino, Aldo Baglio e Francesco Brandi (foto Aliocha Merker)
Il grande giorno – Lucia Mascino, Aldo Baglio e Francesco Brandi (foto Aliocha Merker)

La fine del sogno borghese

Giacomo si riempie di Xanax per tenere a bada le proprie crisi emotive, Giovanni si preoccupa per ogni singolo dettaglio del matrimonio neanche fosse il suo mentre le loro mogli, ancora più stanche ed angosciate, sono costrette ad assistere allo spettacolo desolante di questi due uomini allo sfacelo. E poi invece c’è Aldo con la sua spontaneità, la sua solarità e forse anche un po’ di sana ingenuità. Quello che schiaccia i pulsanti che non dovrebbe schiacciare, a metà tra un Mr. Bean e un ispettore Clouseau, quello che è sempre pronto a trovare una buona parola per tutti, a perdonare e ad andare avanti nonostante lì alcuni lo stiano palesemente prendendo per i fondelli. Ecco, se i personaggi di Giovanni e di Giacomo rappresentano la fine del sogno borghese (o almeno il suo smascheramento) Aldo rappresenta l’inizio di un sogno nuovo. Perché in fondo Il grande giorno non è un film cupo o pessimista, quanto piuttosto realista.

Aldo è la trottola folle che serve a Giovanni, Giacomo, Lietta, Valentina, Elio e Caterina per svegliarsi una volta per tutte e poter finalmente aprirsi ad una vita fatta di nuove consapevolezze che forse già possedevano, ma che si rifiutavano di affrontare. E se gli uomini ci mettono un po’ a carburare, ne Il grande giorno sono le donne a dover fare tutto il lavoro “sporco”. Queste donne solo all’apparenza tranquille e remissive nei confronti dei loro mariti, ma che in realtà nascondono una grande forza d’animo nell’accettare la possibilità del cambiamento o di un nuovo inizio. Donne che si rifiutano di essere incastrate nella borghesia e nei suoi valori ormai sbiaditi, ma che preferiscono un terrone dal cuore e dalla bocca grande piuttosto che un milanese imbruttito che di grande ha solo il portafoglio.

Il grande giorno - Roberto Citran, Giovanni Storti e Giacomo Poretti (foto Aliocha Merker)
Il grande giorno – Roberto Citran, Giovanni Storti e Giacomo Poretti (foto Aliocha Merker)

Che fretta c’era…

Una delle scene più belle della pellicola di Venier vuole i nostri protagonisti riuniti intorno a pianoforte, mentre cantano a squarciagola Maledetta Primavera. Si tratta di un momento molto forte che non serve a spezzare soltanto il secondo atto a metà, ma anche a dare un primo assaggio a tutti i personaggi di quello che poi sarà il loro effettivo percorso. Una canzone che, in qualche modo, si prefigura come una sorta di spoiler non troppo voluto. Prima si diceva che Il grande giorno non fosse un film pessimista o cupo e di fatto non lo è, bensì è una pellicola impregnata di una malinconia che fuoriesce soltanto in certe parole e in certi sguardi, tra una battuta e l’altra, tra un momento da slapstick comedy e l’altro. E se questi personaggi ad un certo punto si ritrovano a stilare un compendio delle proprie esistenze, è proprio attraverso questa malinconia diffusa che il film si congeda da noi spettatori senza però fare a meno di regalarci un ultimo sorriso o un’ultima risata.

Perché in fondo il cinema di Aldo, Giovanni e Giacomo è sempre stato questo: un cinema che preferisce raccontare della fine delle cose piuttosto che dell’inizio, un cinema che si nutre di un’amicizia imperfetta ma solida, di un amore che c’è stato ma che non ritornerà, di una nuova occasione per essere felici o quantomeno per provarci. Ché siccome di maledette primavere nella vita ne viviamo anche troppe, ad un certo punto forse è il caso di andare a rincorrere gli inverni benedetti.

Il grande giorno. Regia di Massimo Venier con Aldo Baglio, Giacomo Poretti, Giovanni Storti, Lucia Mascino, Elena Liotti, Antonella Attili, Giovanni Anzaldo, Margherita Mannino, Roberto Citran, Francesco Brandi e Pietro Ragusa, in uscita nelle sale il 22 dicembre distribuito da Medusa Film.

VOTO:

Quattro stelle

 

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