La nostra recensione de I molti santi del New Jersey, il gangster movie prequel dell’acclamata serie tv I Soprano: la storia del giovane Tony Soprano è godibile, ma non incanta
Tony Soprano rivive ne I molti santi del New Jersey, prequel della pluripremiata serie che ha visto il celebre capofamiglia mafioso italo-americano protagonista indiscusso per sei stagioni.
La nascita di un boss
Il film è ambientato a Newark nel 1967 e ripercorre la storia del giovane Anthony Soprano, che si ritrova a crescere tra scompigli, saccheggi e rivolte, in uno dei momenti più convulsi, difficili e sanguinari della storia recente americana. Seguito ossessivamente dalla figura di suo zio Dickie Moltisanti, un uomo tormentato dai tempi incerti e dalle sue lotte familiari e interiori, Tony subirà la sua influenza che contribuirà a trasformarlo da adolescente impressionabile all’onnipotente boss mafioso apprezzato nella serie tv I Soprano.
Le origini
Per quanto come la serie stessa sia spudoratamente un invito a celebrare gli antichi fasti di Quei bravi ragazzi, questo prequel si sofferma il giusto sulle vicende strettamente legate alla mafia e, con accortezza, esplora i motivi che porteranno Tony (Michael Gandolfini, figlio del compianto James) a diventare un famigerato gangster che viene raccontato quasi sempre come spettatore esterno di tutta la vicenda, preso per mano dal brillante zio Dickie (Alessandro Nivola) che lo inizierà al mondo criminale.
I valori della famiglia
Il film di Alan Taylor decanta l’orgoglio di un ragazzo nell’avere una famiglia capace di proteggerlo nel momento più difficile: l’adolescenza. Tony tenta di estraniarsi dal contesto sociale piccolo borghese dei mafiosi italoamericani, cresciuto da Johnny (Jon Bernthal), un padre offuscato dalla sete di potere e da Livia (Vera Farmiga), una madre scoraggiata e assente. Ad educare ai malsani valori malavitosi Johnny e Dickie c’è nonno Salvatore detto Sally, un uomo violento interpretato dal mitico Ray Liotta.
Tra jazz e rumore di spari
Il contesto storico resta di gran lunga il punto di forza maggiore di questo prodotto che, a dispetto di altri film del genere, riesce a pennellare uno sfondo variegato raccontando, oltre alle straviste vicende criminali, anche la strepitante cultura black. Le proteste nascevano in quegli anni nell’impeto disastroso del disagio americano che combatteva in primis se stesso e poi contro ogni minoranza, fomentato dal razzismo più sfrenato. Il gruppo degli afroamericani, guidato dal sagace Harold (Leslie Odom Jr.) riesce a dare alla pellicola un respiro più ampio e una visione assolutamente più completa di ciò che poteva significare vivere in America a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, alternandosi sapientemente ai temi principali della storia.
Gli italiani che tanto piacciono agli americani
Come ogni gangster movie che si rispetti, anche il film di Taylor non lesina di raccontare un italianità fittizia e condita da intramontabili cliché, rappresentata nel “miglior” modo possibile da Giuseppina, nuova compagna di Johnny, che in tutto e per tutto ricalca gli schemi dei personaggi alla Sophia Loren, dalle frasi e dai gesti macchiettistici, fino all’iperbolica idealizzazione di ciò che potevano sembrare gli italiani agli occhi sognanti degli americani. Al di là di questo tipo di rappresentazione, di cui in futuro faremmo volentieri a meno, il film è comunque godibile, pur non essendo un capolavoro.
I molti santi del New Jersey. Regia di Alan Taylor. Con Michael Gandolfini, Vera Farmiga, Alessandro Nivola, Jon Bernthal, Billy Magnussen, Ray Liotta, Corey Stoll, John Magaro, Leslie Odom Jr., Joey Diaz, Nick Vallelonga, Michael Imperioli. Uscita al cinema il 4 novembre 2021. Distribuzione Warner Bros Company.
